Due gatti in calore non riuscirebbero a ferirsi così doloramente come fanno le protagoniste… eppure dovrebbe essere la storia di due migliori amiche?!
Non so se sia corretto descrivere questa serie come: “la vita di due migliori amiche” o “la vita di due migliori nemiche che non sanno di esserlo”. Fatto sta che Giulio Cesare ha ricevuto meno pugnalate alle spalle delle due protagoniste… e siamo solo alla prima stagione! Comprendo che alcuni rapporti di amicizia possano essere un po’ burrascosi, ma qui si sfiora il ridicolo e si tende all’assurdo.
La serie, divisa in tre archi temporali differenti, racconta l’amicizia tra Tallulah “Tully” Hart, interpretata da Katherine Heigl, e Kathleen “Kate” Mularkey, interpretata da Sarah Chalke. Conoscerete sicuramente le due attrici che si sono distinte per aver portato al successo diverse serie TV come Roswell, Grey’s Anatomy e Scrubs. Un duo interessante che mi ha convinto subito a vedere la serie proposta da mia moglie… ho commesso un errore? Non credo, ma sicuramente non ne sono rimasto interamente soddisfatto.
La serie è costruita per presentare spezzoni della vita di Tully e Kate legati da un filo comune che si srotola negli anni. Quasi sempre l’innesco è un ricordo che conduce ad una “pugnalata”, volontaria o accidentale, che una delle due rifila all’altra. Questa ferita dell’anima viene sempre nascosta o ignorata fino a diventare purulenta e ad esplodere come un petardo ad anni di distanza. Tra le due “migliori amiche” sembra esserci un bel rapporto, ma quello che si tacciono rovinerebbe qualsiasi amicizia.
Le due adolescenti Tully e Kate si sono incontrate a quattordici anni e da quel momento non si sono più separate. La loro amicizia è nata principalmente per mutuo soccorso. La giovane Tully vive con una madre figlia dei fiori che passa la maggior parte del giorno a sballarsi ed a vivere libera e senza restrizioni. Kate è rigidamente inquadrata in una normalissima famiglia americana che bada più all’apparenza che alla vera sostanza. Ognuna brama quello che ha l’altra e da questo desiderio nasce la loro amicizia fatta di convenienze, veleni ed involontari tradimenti.
Le due giovani Tully e Kate, che si affacciano al mondo del lavoro in una piccola redazione televisiva, sono agli opposti. Tully è estremamente esuberante e decisa ad ottenere la sua occasione per sfondare nella TV. Kate invece non sa ancora bene cosa fare, ma è facile all’innamoramento. La futura presentatrice è come uno schiacciasassi che non si ferma davanti a niente, neanche davanti ai sentimenti della sua presunta migliore amica. Con grande invidia e un pizzico di odio, Kate dovrà fare i conti con l’esuberanza di Tully che attrae praticamente tutti gli uomini che ruotano intorno a loro.
Nel presente Tully è una presentatrice che conduce un programma in una media emittente televisiva. Vive di una certa fama meritata, ma il mondo dello spettacolo è spietato e la nostra protagonista dovrà tornare a lottare con le unghie e con i denti per tenersi stretto il suo programma. Kate si è sposata presto, ha avuto una figlia, ha divorziato ed ora è alle prese con il mondo del lavoro che non aiuta i genitori single. Questa è la visione di un presente abbastanza normale se non ci fosse un substrato di veleno lasciato a decantare per anni.
Questa è la storia di una drammatica amicizia che attraversa gli anni e conta le ferite con una collezione invidiabile di pugnali appesi alla schiena. Sembrerebbe divertente? Eppure i dialoghi tra i vari personaggi non sono riusciti a conquistarmi. Lo sviluppo di questi fili conduttori che si srotolano nel tempo sembra sempre un pelo troppo lungo, tanto che ci sono alcuni momenti in cui ho sbottato e ho pensato quanto fosse ridicolo continuare a fingere una normalità irreale. Altre volte mi sono ritrovato a mandare a quel paese Tully o Kate per l’insensata e assurda scelta di rimanere amiche nonostante tutto… e fidatevi, quelle due ne hanno fatte di cose imperdonabili.
Katherine Heigl non ha la stessa giovanile freschezza di una volta, anche se interpreta molto bene l’esuberante Tully. Riesce bene a centrare la sua interpretazione, anche se qualche volta dà la sensazione di non credere fino in fondo nel suo personaggio. Sarah Chalke sembra perfetta come madre e moglie, quello che è meno credibile è la sua interpretazione adolescenziale. Capisco che non è facile interpretare una ragazza con la testa tra le nuvole diversa dal suo personaggio in Scrubs, ma calca forse troppo la mano e viene fuori una versione poco credibile del suo personaggio. Cosa che poi cozza profondamente con le “pugnalate” che rifila all’amica.
Parlando a livello potenziale, il cast c’è, la storia anche, la regia è sapiente nel gestire le tre linee temporali che si intrecciano, ma tutto è stato annaffiato con momenti e dialoghi un pelo più lunghi del dovuto. Non sono rimasto del tutto soddisfatto da questo lavoro, avrei gradito un minimo di sana rabbia in più nel rapporto tra le due protagoniste. Infine faccio una bella critica all’adattamento del titolo che in inglese è “Firefly Lane”e si traduce letteralmente “Via delle Lucciole”. Comprendo la possibile allusione alle signorine di strada, ma si poteva adattare tranquillamente in “Sentiero illuminato dalle Lucciole”, che poi è uno dei passaggi importanti della serie; quindi mi chiedo da dove sia uscito: “L’Estate In Cui Imparammo A Volare”?