Analizziamo insieme le ragioni che hanno spinto l’esercito americano ad aprire il Next Generation Squad Weapons (NGSW) Program per l’adozione delle future armi d’ordinanza.
Negli ultimi dieci anni l’esercito americano ha eseguito numerose ricerche al fine di assicurarsi che l’armamento individuale e di squadra del fante statunitense sia ancora adatto ad affrontare le sfide dei nostri giorni e di quelli che verranno. Analisi condotte dal RDECOM, o il solo studio SAAC (Small Arms Ammunition Configuration), durato due anni e pubblicato nel 2017, ad esempio hanno ampiamente dimostrato l’inefficacia del calibro 5.56x45mm, ovvero la munizione standard sia delle armi d’ordinanza USA che di tutto il blocco NATO ed occidentale in genere. Ma come si è arrivati a questa conclusione?
Il grafico illustra la penetrazione nel gel balistico di diversi calibri e varietà di munizioni. Tra questi il 6.8mm risulta il più ideale.
Teniamo presente che per incapacitare un avversario, un proiettile, partendo dal punto di entrata più ostico e lontano dagli organi vitali, deve attraversare in media almeno 30 centimetri di tessuti per arrivare a danneggiare gli organi o recidere le arterie e far collassare il sistema circolatorio. L’incapacitazione, d’altronde, può avvenire anche senza colpire gli organi vitali, a patto che i tessuti ricevano abbastanza danni da generare una cavità permanente: un proiettile di piccolo calibro genera una cavità temporanea, ma la sua frammentazione la rende permanente; un proiettile di calibro più grande crea già da sé una cavità permanente lungo i tessuti che attraversa.
Per raggiungere il bersaglio mirato è necessario che il proiettile mantenga il più a lungo possibile la sua traiettoria nei tessuti e che non si frammenti in troppe parti, dividendosi al massimo in due, per massimizzare il danno.
Si è notato che il 5.56mm è troppo suscettibile già a piccole barriere che ne modificano eccessivamente la traiettoria o lo arrestano: anche solo un vetro angolato di 45° gradi può renderlo del tutto inefficace.
Già solo da questi dati capiamo che il proiettile ideale deve avere un’elevata energia, un’ampia capacità di penetrazione nei tessuti, una massima conservazione della traiettoria e un calibro non troppo piccolo. Buford Boone ha individuato quelli che ha chiamato gli Eight Points of Light, un sunto di quello cui necessita un proiettile ad uso militare al giorno d’oggi:
- conservare la traiettoria dopo l’impatto;
- limitarsi ad una penetrazione di 25-35 centimetri;
- evitare deviazioni nei tessuti per almeno i primi 25 centimetri;
- mantenersi in linea di tiro dopo la penetrazione;
- attraversare barriere;
- essere di limitata frammentazione;
- essere efficace da 0 a 300 metri;
- essere preciso abbastanza da ingaggiare bersagli umani fino a 600 metri.
Soldato americano spara con un M16 in Vietnam.
Lo sviluppo del calibro 5.56x45mm incomincia negli anni ‘50, venendo introdotto sul campo durante la guerra del Vietnam. Gli americani necessitavano all’epoca di un’arma automatica per poter contrastare i fucili AK dei vietcong, e l’arma d’ordinanza del tempo, l’M14, non offriva la necessaria potenza di fuoco ed era incontrollabile, per il grosso calibro, se adattato al fuoco automatico.
L’introduzione dell’M16, conversione dell’AR-15, viene adottato con lo scopo di rispondere a tale necessità, ma già allora i fanti in prima linea non apprezzavano l’arma dato il suo ridotto potere d’arresto, notevolmente inferiore all’M14 cui erano abituati, e soprattutto in confronto alla controparte dei vietcong. Tale arma era da intendersi come una soluzione temporanea, ma che invece ha introdotto il calibro standard per oltre 65 anni dell’intero blocco occidentale, standard che ora è nuovamente messo in discussione.
Nell’ambito della guerra moderna e con l’esperienza maturata dall’US Army in Medio Oriente, dove le distanze di ingaggio si sono rivelate molto lunghe, le criticità del 5.56mm sono divenute più evidenti: si è notato come il 5.56mm sia poco performante già sui 300 metri e del tutto inefficace oltre i 600 metri. Inoltre, come evolve la tecnica dietro le armi da fuoco, così evolvono le protezioni come piastre e corazze, sempre più resistenti e sempre più accessibili: costa appena 1000 dollari vestire integralmente un fante con le piastre più resistenti al giorno d’oggi, ovvero quelle di livello IV nella scala della NIJ (National Institute of Justice), impenetrabili da calibri al di sotto del .30”. L’unico modo per penetrare queste corazze con un 5.56mm sarebbe mediante l’impiego di proiettili al tungsteno, ma impossibili, per costi e reperibilità, da fornire in grandi numeri e che infatti vengono distribuite alle sole forze speciali in specifiche circostanze.
Negli eserciti di Russia e Cina si stanno diffondendo protezioni inferiori, ma pensate appositamente per resistere al calibro 5.56mm, e ciò rende necessaria l’adozione di una nuova munizione per l’esercito americano che vada dal 5.56mm al 7.62mm.
Soldato americano spara con una M249 in Afghanistan.
NEXT GENERATION SQUAD AUTOMATIC RIFLE PROGRAM (2015-2017)
Per rispondere a tali quesiti, nel 2015, viene creato il Next Generation Squad Automatic Rifle Program (NGSAR), ovvero un programma atto alla ricerca e allo sviluppo della futura mitragliatrice leggera che vada a sostituire le attuali due d’ordinanza, l’M240 e l’M249 (la prima in 7,62mm e la seconda in 5.56mm), con una che rispetti i nuovi criteri.
L’arma futura dovrà potersi brandire con una maneggevolezza che si avvicini a quella di una carabina, ma mantenendo la medesima potenza di fuoco di una mitragliatrice, e che ovviamente cameri il nuovo calibro. L’arma dovrà essere dotata di caricatore, che risulta più affidabile dell’alimentazione a nastro e che inoltre consente al tiratore una maggior precisione, a scapito ovviamente di una capacità molto inferiore di munizioni. Questo tuttavia rientra nella nuova dottrina: nel rispondere al fuoco verso un bersaglio non identificato, ci si può limitare ad un fuoco di soppressione, ma con la giusta ottica ed un’arma precisa basta solo una raffica di risposta. L’arma deve essere abbastanza precisa da consentire la terminazione di ogni bersaglio in movimento sin oltre i 600 metri e la soppressione di bersagli sui 1200 metri, arrestando il nemico prima ancora che questo diventi una minaccia; tutto ciò grazie anche all’impiego di nuove ottiche che implementeranno un sistema di puntamento elettronico.
Il calibro previsto per l’arma futura non è stabilito sin da subito; l’esecuzione di ulteriori test ha però individuato un range che va dal 6.5mm al 6.8mm e che verrà confermato solo in seguito. È certo però che le nuove munizioni dovranno essere considerevolmente più leggere, almeno del 20%, motivo per cui diverse aziende hanno proposto munizioni telescopiche (ovvero munizioni in cui il proiettile è contenuto nel bossolo e circondato dal propellente del tutto o parzialmente) con bossolo in policarbonato. Questi bossoli sono molto meno dannosi sia per l’ambiente che per il singolo soldato che nel corso della sua vita operativa andrebbe ad assorbire meno metalli pesanti.
La richiesta più curiosa dell’esercito riguarda l’installazione su ogni arma di un silenziatore. Questo per svariati motivi: sul campo deve servire a nascondere quanto possibile il fuoco di sparo ed annullare la traccia sonora oltre i 300 metri; ma non solo, il silenziatore dovrà servire anche a proteggere i soldati da possibili danni permanenti all’udito, un problema purtroppo molto frequente.
Un marines brandeggia un fucile M27.
INTERIM SERVICE COMBAT RIFLE (2017)
Il Corpo dei Marines ha risposto alla problematica acquisendo, al termine del USMC Automatic Rifle program del 2010, la carabina M27 della Heckler & Koch con l’intenzione di distribuirla a tutti i soldati. Infatti, la nuova dottrina dei Marines vuole che tutti siano in grado di svolgere ogni ruolo e quindi di essere chi un mitragliere e chi un fuciliere al momento richiesto, senza differenze. È per certi versi rivoluzionario l’impiego dell’M27, ma si tratta pur sempre di un fucile camerato in 5.56mm; l’esercito non ha ritenuto opportuno optare per tale arma ed ha aperto il programma di ricerca Interim Service Combat Rifle (ISCR) per l’adozione di un fucile, appunto ad “interim”, in 7.62mm, che vada a sopperire temporaneamente tale mancanza. La richiesta iniziale di 50.000 fucili viene però cancellata pochi mesi dopo; nel 2017, una rivalutazione della distribuzione dei fondi ad opera dal Senato ha ritenuto l’adozione di un’arma ad interim come futile e dispendiosa preferendo una soluzione in due passaggi: parte dei fondi viene investita nel programma Compact Semi-Automatic Sniper System (CSASS), per l’adozione di un nuovo fucile semi automatico in 7.62mm da affidare a livello di squadra ai tiratori scelti in prima linea. L’appalto si conclude nel 2017, vinto dalla tedesca Heckler & Koch col suo fucile M110A1 CSASS, che si aggiudica un contratto di produzione di 3.643 fucili oltre che 44.5 milioni di dollari di finanziamento.
Il secondo passaggio vede come destinatario dei fondi il nuovo programma Next Generation Squad Weapons, programma tanto vasto quanto interessante che andremo a sviscerare nella seconda parte dell’approfondimento.