L’animazione molto buona e la grafica convincente sono sufficienti a garantire un buon prodotto quando le trame cedono sotto il peso della scarsa fantasia?
Finalmente incontro un prodotto con i mecha in primo piano, e non ti vado a trovare una trama che si scioglie al sole per le banalità proposte? Si vede che è destino! I buoni prodotti sui mitici giganti di ferro ormai escono con il contagocce, proprio come accennavo qualche tempo fa in un approfondimento sul tema dei robottoni in via d’estinzione.
Per lo meno possiamo partire da un buon punto di forza: lo studio d’animazione Sanzigen è specializzato in produzioni in CGI e queste sono davvero di ottimo livello! Sia i mecha che gli umani sono animati in modo fluido ed aggraziato, una cosa che è abbastanza difficile da trovare nelle serie TV di quest’ultimo periodo. Stessa cosa si può dire per la base grafica: i personaggi, gli sfondi e gli ambienti sono curati abbastanza bene. In fin dei conti non pretendiamo tanto, basta non animare personaggi con i capelli di plastica attaccati alla capoccia, vedesi Ultraman o Ghost In The Shell: SAC 2045.
Devo dire che l’inizio della storia prometteva anche bene. Ci troviamo in un lontano futuro dove l’umanità ha varcato i confini del sistema solare e cerca materie prime in giro per il cosmo. Tutto questo è stato possibile grazie alla scoperta di un minerale raro in grado di manipolare il tempo e lo spazio: l’Orichalt. Il sogno di poter viaggiare per lunghe distanze siderali in brevissimo tempo ora è a portata di mano e l’umanità prospera.
L’Orichalt viene sfruttato in molti settori ed è considerato indispensabile per il progresso dell’umanità: i viaggi spaziali e le comunicazioni sono state solo le prime applicazioni; l’uso di questo fantastico minerale ha permesso di sviluppare addirittura un collegamento neurale tra macchina e individuo, il Mind Trance System.
Questo sistema permette all’operatore di fondere la sua coscienza con mecha per lavorare nello spazio in maggiore sicurezza. La connessione è così potente da non aver limiti di tempo e di distanza. È possibile anche fare un backup della propria coscienza per evitare danni in caso non si riesca più a rientrare nel corpo originale a causa dell’improvvisa distruzione del mezzo di lavoro. Si formano così importanti società minerarie che vagano nello spazio con mecha da lavoro per estrarre il prezioso materiale.
La nostra storia inizia proprio su una nave spaziale in viaggio verso un centro di estrazione. Maya Mikuri, una studentessa di cosmogeologia dell’accademia dell’Alleanza dei Pianeti, è stata incaricata di valutare la quantità di Orichalt presente all’interno di un asteroide. È la sua prima esperienza sul campo e, anche se ha già avuto a che fare con il sistema Mind Trance System in addestramento, provarlo per la prima volta in azione è tutta un’altra cosa.
Come sempre accade in questi momenti critici, le cose non vanno per il verso giusto e un’esplosione devastante lancia nello spazio aperto il mecha di Maya. La nostra protagonista viene salvata dalla compagnia di trivellazione spaziale/pirati di nome Excavate. Maya capisce in che guaio si è cacciata ed inizialmente rifiuta categoricamente di aiutare i suoi salvatori. Poi le cose si evolvono in maniere inaspettate e la nostra protagonista entrerà a far parte di questa piccola grande famiglia.
Finché la trama rimane ancorata ad un duetto tra pirati spaziali e possibili applicazioni dell’Orichalt, tutto sembra scorrere abbastanza bene. Purtroppo entriamo in una deriva che accantona volontariamente lo spunto iniziale relegandolo a semplice imbastitura; tutto questo per poter raccontare meglio un’altra storia. Il personaggio di spicco della dell’Excavate, ID-0, diviene protagonista e centro nevralgico di tutto il restante racconto. Maya arranca faticosamente appresso alla coscienza taciturna e schiva imprigionata in quel mecha. Anche il resto della ciurma dell’Excavate riceve un minimo di approfondimento a volte davvero limitato al riempitivo obbligatorio.
Ma la storia di ID-0 è interessante? Diciamo che in sostanza la trama non è per niente originale. Potevano essere scelti diversi modi per approfondire ed evolvere l’interessante spunto iniziale, ma si è scelto di procedere dritti verso una storia che a volte sfiora la banalità. Peccato perché potenzialmente c’era tanto da poter raccontare.
Altro punto discutibile è la scelta di rendere l’umanità strettamente dipendente dall’Orichalt, a detta di tutti un minerale raro, misterioso e pericoloso. Oltre a questo non vengono mai spiegate le potenziali conseguenze di una possibile rinuncia a questo percorso tecnologico. Con lo scorrere delle puntate, diviene palese che non si ha la minima idea della natura di questo minerale e di tutte le sue incredibili potenzialità positive, ma anche parecchio negative.
Tutto questo però frega il giusto agli sceneggiatori che usano quel poco che hanno giustificato per sorprendere lo spettatore con… purtroppo davvero poca fantasia. Se masticate un minimo di fantascienza, vi basterà pochissimo per intuire dove la trama si dirige con diversi episodi d’anticipo. Detto questo, ve lo consiglio? Per passare qualche ora senza troppe pretese può essere un passatempo anche piacevole vista la tecnica di animazione ben realizzata. Altrimenti passate oltre senza troppi rimpianti.