Drag-On Dragoon – Shi ni Itaru Aka: la recensione

Una breve storia, ispirata al videogioco Drakengard, che apparecchia un mondo fantasy estremamente violento, brutale e con una buona dose di schizofrenia.

 

 

Sempre più spesso i videogiochi prendono spunto dai manga per aumentare la propria visibilità e attirare nuovi giocatori; SAO e Solo Leveling sono solo alcuni esempi da cui il mondo videoludico ha attinto. Questo processo è stato per diverso tempo unidirezionale, ma negli ultimi anni anche i manga hanno cominciato a prendere spunto dai videogiochi. Ecco che nascono interessanti prodotti con un’impostazione grafica già definita, ma con ampia facoltà di rivisitare storie e personaggi.

Drag-On Dragoon – Shi ni Itaru Aka, il cui titolo inglese è Drakengard – Shi ni Itaru Aka, segue le gesta del giovane umano One e del suo compagno elfo di nome Nero. La loro missione? Sterminare tutti coloro che sono venuti a contatto con il Red Eye Disease, un morbo che trasforma anche la più mite delle persone in una belva assetata di sangue dagli occhi rossi. Intere regioni di questo mondo fantasy sono cadute a causa di questa inarrestabile infezione che ora è giunta nelle terre di Midgard. Per chi conosce la serie dei videogiochi, la storia si ambienta prima degli eventi giocabili nel primo Drakengard e si ricollega ad uno dei finali alternativi del terzo capitolo.

One è uno spadaccino taciturno e sembra non provare alcun sentimento mentre miete le sue vittime, siano esse infette o solo potenzialmente contagiate. La sua determinazione è incrollabile e neanche un bambino piangente lo ferma dall’uccidere chi è un possibile veicolo dell’infezione. Il suo passato è misterioso: quando canta richiama un feroce drago nero che distrugge tutto al solo scopo di uccidere One.

 

 

Nero invece è un elfo totalmente atipico, violento e con una brama sessuale di prim’ordine. La sua arma preferita è la balestra, ma non disdegna dare fuoco alle cose ed alle persone. Questo suo modo di fare nasconde chiari disturbi mentali ed una vena di malsana follia. Insomma un ritratto che è molto lontano alla visione degli elfi de  Il Signore Degli Anelli.

Quello che trasuda dalle pagine di questo manga, composto di soli tre volumi, è la brutale e cruda violenza che macchia ogni singola pagina. Le scene di combattimento spargono sangue in ogni dove, ma anche gli approcci sessuali molto espliciti possono degenerare in atti di violenza psicologica e fisica di un certo spessore. In fin dei conti i nostri due protagonisti non possono essere equilibrati dopo aver vissuto situazioni che metterebbero a dura prova la sanità mentale di chiunque.

I pochi umani infetti dal Red Eye Disease che mantengono un minimo di raziocinio possono diventare del tutto psicopatici ed estremamente violenti quando vengono scoperti. Insomma il mondo di Drakengard è un calderone di crude sequenze di violenza e di brutalità. EISHIMA Jun, l’autore della storia, ci si è messo d’impegno per renderla decisamente oscura e malsana. Drag-On Dragoon – Shi ni Itaru Aka si ferma solo a massacri e violenze sessuali? No: One è in cerca di qualcosa, ma questo è un mistero che vi lascio scoprire da soli.

 

 

Le tavole, firmate da ZET, variano molto tra loro pur mantenendo lo stile dei personaggi costante. I momenti in cui c’è una relativa calma, le tavole sono molto bianche e pulite, mentre quando violenza e follia si fanno decisamente più presenti, allora abbondano i chiaroscuri ed il nero è il colore predominante. Il contrasto è molto interessante e rende davvero l’idea di qualcosa che non va per il verso giusto. I protagonisti, come anche i personaggi di contorno, vengono disegnati con uno stile non troppo lontano da quello giapponese moderno, ma le espressioni di follia che si ritrovano sui volti sono davvero fatte bene e diventano segno distintivo di questo lavoro.

Il manga è purtroppo ancora inedito in Italia, anche se il prodotto è stato rilasciato la prima volta in Giappone nel 2013. Probabilmente non arriverà mai da noi, ma è facile reperire una traduzione sul web ad opera degli instancabili fan che, senza fini di lucro, ci permettono di apprezzare certi lavori. Ve lo consiglio? Sono molto combattuto perché l’opera è interessante principalmente per la rappresentazione della schizofrenia e per il finale che nasconde delle sorprese, ma ci sono delle esagerazioni che possono disturbare il pubblico più sensibile.

 

Drag-On Dragoon – Shi ni Itaru Aka, 2013-2014
Voto: 6.5
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