Gli olandesi hanno recentemente scoperto un problema sanitario che affligge la loro popolazione e, come loro solito, lo stanno risolvendo con praticità e semplicità.
Negli ultimi anni le strutture e i dipartimenti sanitari dei Paesi Bassi hanno registrato un aumento dei casi di cancro alla pelle, uno scenario che si sta verificando in realtà in diversi Paesi europei: dal 2001 infatti i casi di cancro alla pelle sono aumentati del 51% in tutta Europa.
Il governo olandese, preso atto della situazione, ha scelto di muoversi seguendo due direttrici che hanno da sempre contraddistinto i Paesi Bassi in diversi contesti, come l’architettura o la progettualità urbana: la praticità, rasente il cinismo, e la semplicità, guidata ovviamente dalla razionalità.
Per rintracciare queste due caratteristiche nelle strutture e nella sfera sociale olandesi basterebbe osservare l’approccio con cui hanno risolto i loro problemi relativi alla mancanza di terra e all’erosione marina, o alle modalità con cui hanno deciso di affrontare argomenti come prostituzione e stupefacenti.
Si può scegliere di non essere d’accordo con queste liberalizzazioni ovviamente, ma si dovrebbe comunque riconoscere ai Paesi Bassi la capacità di arrivare ad una soluzione reale impiegando le risorse che hanno nella maniera più semplice e, allo stesso tempo, funzionale possibile.
Per risolvere il problema dei crescenti casi di cancro alla pelle, il Governo olandese non ha optato per campagne pubblicitarie da migliaia di euro con le quali rivolgersi alla popolazione, ma si è rivolto direttamente ad essa spiegando il problema con trasparenza e veridicità, e offrendo una soluzione avente un duplice valore.
Si è deciso di offrire alla popolazione crema solare gratis erogata da dispenser disseminati in vari punti come spiagge, bar, parchi, giardini pubblici e scuole, ovvero in tutti quei posti considerati strategici e, allo stesso tempo, sensibili per il problema.
La duplice valenza di questa operazione risiederebbe sia nella possibilità diretta di risolvere la questione (ovviamente sul medio-lungo termine), sia nella possibilità di educare e responsabilizzare i cittadini attraverso una logica semplice ma incontrovertibile: spiegare il problema, proporre una soluzione, offrire gli strumenti e lasciare che la popolazione si auto-applichi.
Sviluppare questa pratica preventiva partendo anche dalle scuole potrebbe essere la chiave per comprendere meglio la logica dietro la politica olandese; far comprendere il problema ai ragazzi infatti non è mai un’impresa semplice, ma renderli partecipi dell’attività mettendo loro a disposizione uno strumento indispensabile, presentato però in forma facoltativa, è un grande atto di responsabilizzazione.
In Italia purtroppo la prassi dietro certe attività sembrerebbe prendere spesso una direzione ben diversa rispetto alla semplicità e alla praticità; può capitare infatti che le situazioni vengano esposte prima di aver capito il problema, prima di aver pianificato interventi risolutivi, o senza aver considerato la popolazione come parte attiva del processo.
Tale problematica pratica e politica del nostro Paese può essere spiegata attraverso un esempio didascalico: in Italia sono presenti numerosissimi consultori per minori (per fortuna), ma le campagne di educazione sessuale all’interno delle scuole sono ferme allo stesso punto da anni a causa sia di una scarsa attenzione, sia probabilmente di una bassa considerazione dei nostri ragazzi.
In sintesi mentre in Olanda i problemi sembrerebbero essere affrontati con cognizione di causa presente e futura, e con la partecipazione attiva della popolazione alla quale viene lasciata poi la libertà di agire, in Italia i problemi pare che vengano affrontati nel momento in cui si verificano, con l’intento (impossibile) di risolverli immediatamente e unicamente attraverso le decisioni e le azioni delle élite politiche.
Siamo un Paese che storicamente ha esportato le sue idee e il suo genio, ma saremo anche in grado di importare gli insegnamenti altrui quando serve?