Andare a votare: un imperativo morale e sociale

Ancora una volta, dalle pagine della Tana esortiamo tutti a votare: perchè rinunciare alla possibilità di un cambiamento nella vita della nazione?

 

 

E votiamo. A settembre ci aspettano le elezioni più complicate di tutta la storia recente della nostra Repubblica. L’elettorato è disorientato, perso, sconfortato. Cosa sta accadendo? Ma soprattutto che cosa ci sta spingendo al non voto?
Le risposte sono molteplici e vanno ricercate nella nostra storia recente.

In Italia, ma anche in altre parti del mondo occidentale, è in atto un progetto teso ad allontanare le masse dal voto e spostarle verso una posizione passiva e incline al disimpegno. Il tutto è fatto con il semplice obiettivo di occupare lo spazio politico stabilmente e con calcolata continuità; infatti continuamente leggiamo che il vero partito vincitore sarà quello dell’astensionismo. Si tratta di una previsione terribile che getta nello sconforto chi ancora crede nella democrazia. Qui sorge la seconda domanda: perché non abbiamo più voglia di votare? Analisi elementari di ordine sociologico danno risposte prevedibili: fallimento della politica, individualismo sfrenato, incapacità di scelta, disinformazione.

 

 

Ma soprattutto l’elettore non sente più il potere che può esercitare nella cabina elettorale. Quel segno di matita che in passato sentivamo nostro ed efficace, oggi appartiene ad altri.
Il perfido meccanismo elettorale italiano fa in modo che non siamo più noi ad incidere e determinare, e questo si è tramutato in un basso mercimonio di poltrone dal quale la base è esclusa.
E perché dovrei andare a votare quando il mio voto so che verrà gestito in maniera autonoma dal Partito che avrò indicato?

 

La delega è una procedura che presuppone fiducia e serietà. Se tradisci la fiducia è finita. Attualmente in Italia la frattura è netta. I patetici tentativi di ricucire il rapporto con l’elettorato fatti di bassa politica, populismo, finti proclami, promesse di soldi, non hanno più effetto. Si è arrivati ad un punto di non ritorno. Le prossime elezioni ci daranno un responso duro: la democrazia è morta, viva la nuova falsa democrazia.

C’è possibilità di opporsi a questa terribile deriva? C’è possibilità di impedire l’elezione di alcuni personaggi? La risposta è sì.
Basta andare a votare e… votare altri. Perché dobbiamo dare per scontata l’elezione di Casini a Bologna? Perché esistono seggi sicuri? Il segnale che andrebbe dato è quello di non rendere più sicura l’elezione di nessuno.
Non è facile, ma le brave persone ancora esistono. Ma soprattutto occorre riprendere il piacere e l’orgoglio di votare, di esserci, di scegliere.

E… votiamo!

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