Summer Job: la recensione

Reality in otto puntate prodotto per Netflix che prende spunto dal più noto Jersey Shore. Chi si impegnerà più a fondo?

 

 

Un gruppetto di millenial piuttosto viziati pensa di trascorrere un mese di vacanza in una villa da sogno a Playa del Carmen, sulla costa sud-orientale del Messico; purtroppo per loro la vacanza non è gratis e per rimanerci dovranno lavorare sodo.

Angelica, Gian Marco, Lavinia, Marina, Matthias, Melina, Pietro, Pit, Samuele e Sofia, tutti sui diciotto, ovviamente di lavorare non ne vogliono sapere e partono subito delle gran feste che vengono interrotte bruscamente dalla serafica presentatrice Matilde Gioli che davanti a uno stuolo di adolescenti ingrifati e ubriachi inizia ad elencare i lavori che i ragazzi dovranno affrontare l’indomani.

 

 

Tutti lavoretti prettamente estivi che si possono fare in villaggi turistici d’estate, niente di complicato; alcuni, come lo zoo delle scimmie, un po’ maleodoranti. L’unico oggettivamente faticoso è andare a sfornare cornetti in una pasticceria, ovviamente italiana, ovviamente all’alba.

Gli sventurati che pescheranno l’infausto compito passeranno praticamente la notte in bianco combinando poi inevitabili disastri, vitali per un reality, sul lavoro. Chi non si impegnerà a sufficienza non ricevendo una simbolica busta paga dal proprio datore di lavoro sarà a rischio eliminazione. Eliminazione che come avviene in tutti i reality sarà decisa dai concorrenti più meritevoli che quando la fatica si farà sentire inizieranno ad eliminare i simpatici e carini ma svogliati.

 

 

Tutto lo show sembra improntato ad inculcare un’etica del lavoro ai giovani e c’è un effettiva crescita di alcuni, pochi, che passano dal lamentarsi al lavorare seriamente ed a prendersi le proprie responsabilità. Dispiace però vedere che di pari passo non insegnino anche i diritti dei lavoratori. Alcuni dei “Boss”, così vengono appellati nel programma, non sono proprio l’esempio di datore di lavoro perfetto. Modi troppo bruschi, le cose andrebbero spiegate con calma e pazienza nonostante la comprensibile irritazione che i mocciosi provocano.

 

 

È giusto che chi è pagato per svolgere una qualsiasi voglia mansione la svolga efficientemente ma il rispetto va sempre garantito. Inoltre, propagandare questo mix di sballo e lavoro non sembra proprio molto salutare. Va bene che da giovani si scalano le montagne a mani nude ma se ti devi svegliare alle tre di mattina per andare a sfornare cornetti coricarti l’ora prima non è proprio la migliore delle idee. Ma se ogni sera la Gioli propone ghiotte e costose esperienze a cui i ragazzi ovviamente non rinunciano è dura poi essere puntuali al lavoro se non si è abituati. D’altronde si sa, senza dramma non c’è reality e i giovinastri troppo sfaticati saranno strigliati a dovere in modo da versare la giusta quantità di lacrime durante il loro quarto d’ora di notorietà…

 

Summer Job, 2022
Voto: 5
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