Un governo che boicotta la consultazione popolare e si scopre in combutta con le lobby del petrolio dovrebbe tacere e immediatamente rimettere il mandato.
Renzi è il perfetto esponente dell’aggressività e del personalismo degli ultimi decenni. Lo sta dimostrando giorno dopo giorno, in un crescendo di mania di potere che non ricordiamo nemmeno nel Berlusconi all’apice della sua carriera politica.
Il Presidente del Consiglio, una delle maggiori cariche dello Stato, dovrebbe tutelare e promuovere la Democrazia in ogni sua forma. È assurdo, irreale che la stessa persona, nel pieno delle sue funzioni, arrivi a dire pubblicamente “non andate a votare”. Renzi quotidianamente sta dicendo agli italiani “fregatevene del vostro diritto ad esprimere la vostra idea, ignorate ciò che vi accade intorno”. È sconvolgente pensare che chi sta cercando di zittire gli italiani sia lo stesso che poi faccia approvare leggi ed addirittura riforme costituzionali a suon di fiducie di governo, senza alcun tentativo di dialogo con le opposizioni o addirittura con le minoranze interne al suo partito.
Ben sappiamo come il ministro Guidi, da lui scelta per la titolarità del Ministero dello Sviluppo Economico, fosse coinvolta in giochi sporchi per la gestione delle risorse petrolifere italiane; e molti sono gli esponenti del PD, tra cui il sottosegretario De Filippo che in questi giorni vengono inquisiti o arrestati proprio per indagini legate agli impianti produttivi della Basilicata.
C’è stata tutta un’opera di discredito, nelle settimane passate, contro questo referendum: dal colpevole, voluto silenzio della maggior parte dei media italiani; alla diffusione di informazioni false ed infondate sul social network; alla minacciata perdita di posti di lavoro (ma non succederà nulla fino al termine delle attuali concessioni, e stiamo parlando di anni e numeri trascurabili); alle ricorrenti interviste al think tank italiano, che senza fornire motivazioni valide spara a zero su questo referendum.
Ed infine Renzi, di nuovo, che definisce questo referendum “uno spreco”; fatto sta che l’unico spreco lo ha causato lui, assegnando una data a se stante per questa consultazione invece di accorparlo alle prossime amminstrative (che si terranno tra due settimane) pur di cercare di non far raggiungere il quorum e spendendo, secondo una recente stima, oltre 300 milioni di euro inutilmente.
È chiaro come, al di là delle motivazioni intrinseche di questo singolo quesito referendario (gli altri sono stati bocciati), e cioe’ di impedire che ad un privato sia concesso lo sfruttamento di una risorsa strategica senza limite di tempo, nella popolazione italiana ci sia una forte richiesta di sterzare verso la produzione di energie rinnovabili come il solare e l’eolico; campi in cui l’industria italiana è fortissima, sebbene venga impiegata solo all’estero. I paventati posti di lavoro persi potrebbero essere facilmente riconvertiti nell’ambito delle rinnovabili, aiutando il nostro paese a liberarsi della necessità di approvvigionarsi di idrocarburi da altri paesi (la produzione in Italia non coprirebbe più del 15% del fabbisogno pur sfruttando ogni singolo giacimento disponibile) e riducendo gli impatti dei gas serra e degli altri prodotti inquinanti sul nostro pianeta, già fortemente in crisi.
In Olanda la camera ha approvato il divieto di vendita di veicoli a combusione dopo il 2025; in Australia stanno impiegando il moto ondoso per alimentare basi navali. In Italia si fanno ancora le barricate senza vedere le conseguenze di certe scelte, senza vedere che ci sono interessi personali che tentano di influenzare le decisioni, e senza vedere certi filmati che non possono non far aprire gli occhi (andate al minuto 16 e 30 secondi).
I quorum furono introdotti nei referendum abrogativi per impedire alla popolazione di esprimere la loro volontà, per rendere arduo che si potesse richiedere di cambiare dal basso; tanto è vero che i referendum confermativi, quelli necessari per implementare grandi riforme costituzionali già preparate dal governo, non hanno bisogno di quorum. E c’è tanto, troppo sporco in questa vicenda; tutti questi tentativi di impedire al referendum di ritagliarsi un suo spazio nella storia politica del nostro paese puzza lontano un chilometro.
È per questo che è importante che comunque la si pensi, è etico e morale andare a votare.