Roma Caput Mundi – 1

Con questo articolo, iniziamo una una serie di AAR (After Action Report), cioe’ l’evoluzione di una partita di qualche videogioco. Per il battesimo, ho scelto Civilization 5, ultimo capitolo della saga di creazione e gestione di un impero.

 

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Sebbene ampiamente semplificato rispetto al capitolo precendente, Civ 5 e’ piu’ rapido e fluido proprio perche’ ha meno variabili da gestire, e con la drastica diminuzione di citta’ e unita’ da controllare la microgestione e’ minima. Inoltre la mappa ad esagoni ha migliorato tantissimo l’aspetto militare del gioco, grazie anche all’introduzione di unita’ che possono colpire a due o piu’ esagoni di distanza (le unita’ da lancio).

Per questa partita, ho scelto i miei amati Romani. La mappa sara’ “piccola” (per aumentare i contrasti) e frattale per darle un aspetto completamente randomico, con 8 civilta’ e 16 citta’ stato indipendenti. Il livello di difficolta’ e’ 5 (Re) e la versione del gioco e’ Brave New World, che include la religione e alcune interessanti aggiunte e affinamenti rispetto al gioco orginale; il tutto integrato con il Communitas Expansion Pack.
C’e’ una sola opzione di vittoria possibile: la dominazione totale sul mondo.

Roma sorge su uno specchio d’acqua con alcune interessanti risorse vicino alla citta’: una mandria di pecore, seta (che sara’ utile solo in futuro) e frumento. L’esplorazione del territorio circostante porta presto buone notizie: a sud c’e’ la citta’ stato di Tyre, che quindi non ci minaccia direttamente con una sua espansione, e una catena montuosa che stringe il passaggio su delle colline facilmente controllabili. A ovest c’e’ il mare, a nord-ovest un area collinosa desertica e a nord-est una zona pianeggiante; insomma, non ci sono civilta’ rivali troppo vicine ai nostri confini, anche se i contatti non tardano ad arrivare – gli unni a nord-est, gli etiopi a nord-ovest e gli austriaci a sud-est.

Decido di optare per una espansione di basso profilo, per quanto possibile, cercando di accaparrarmi zone dove siano presenti cavalli e ferro per armare le mie truppe. Fondo quindi Antium fra etiopi e unni, anticipandoli e piazzandola in una importante posizione strategia, e poco dopo blocco un tentativo di espansione austriaca a sud, prima minacciandoli, poi accerchiando la loro unita’ di coloni, spingendola oltre le colline, e infine fondando Cumae; i confini a nord e a sud sono ora sicuri. Anche gli assalti sporadici dei barbari non sono troppo invadenti, e riesco a gestirli e debellarli senza eccessivi problemi.

Intanto i miei scout esplorano il mondo, che sembra essere a ferro di cavallo, e incontro altri rivali: da est a ovest, passando lungo il territorio etiope trovo i marocchini, gli zulu, i babilonesi e i maya, mentre a est gli unni sono schiacciati fra noi, gli austriaci e il mare.
Scopro anche la barriera corallina lungo le mie coste, e attivo la produzione di un colono per fondare la’ vicino una citta’ di mare (la prima), proprio per poterne sfruttare i vantaggi culturali. Ma i marocchini sono piu’ veloci di me: attraversano i territorio etipoe e fondano Fez quando ancora sono impreparato. E’ una cosa che mi manda in bestia, quel territorio mi appartiene: Fez deve essere conquistata.

Inizio quindi a preparare un esercito che non sia solo difensivo, e grazie al buon bilanciamento che ho finora di felicita’ nei miei cittadini e di costi di gestione dell’impero, in breve ho una forza d’attacco sufficiente a minacciare la citta’. Proprio in quel momento l’Etiopia mi chiede di attaccare congiuntamente il Marocco: e’ una occasione irripetibile. In breve Fez cade, mentre l’Etiopia conquista prima Marrackech e poi Rabat, cancellando il Marocco dalla storia.

Ho ottenuto cio’ che volevo, ma ora ho problemi di gestione nella felicita’ dell’impero, e sono quindi piu’ vulnerabile in caso di conflitto; e come se non bastasse anche l’Etiopia considera Fez come proprio territorio. Non e’ una situazione semplice, e per ternermi buona l’Etiopia accetto l’idea di Haile Selassie di prepararmi alla guerra contro gli zulu, loro confinanti ad ovest; volano parole forti con il loro leader, tanto che si interrompono i rapporti diplomatici. Intanto gli unni stanno preparando una considerevole forza di attacco; faccio appena in tempo a spostare le mie poche truppe sul confine est quando Attila mi dichiara guerra, invadendomi. Conduco una guerra difensiva, distruggendo le sue unita’ senza quasi subire perdite; un importante lavoro lo fanno le unita’ di archi lunghi che colpiscono da lontano mentre i miei picchieri tengono botta. Purtroppo scarseggio in quanto a ferro, e non riesco a produrre piu’ di due legioni, le temibili unita’ da combattimento ravvicinato che avrebbero potuto ribaltare le sorti della guerra.

Quando Attila ne ha abbastanza si ritira, e propone un trattato di pace che accetto giusto in tempo per vedere truppe etiopi ammassarsi al confine: che si siano coalizzati contro di me? Muovo rapidamente le mie unita’ sull’altro fronte quando Haile Selassie scopre le sue carte, irridendomi per essermi fidato di lui. Le sue forze di invasione sono ben piu’ consistenti di quelle di Attila, essendo composte da picchieri, arceri, arceri a cavallo e parecchie catapulte. L’obiettivo sembra essere Antium, piuttosto che Fez, ma per proteggere entrambe le citta’ devo dividere le forze. Paradossalmente, questo mi consente di fermare l’offensiva sulle colline – non senza difficolta’ – e aggirare alle spalle i nemici, distruggendo con facilita’ le unita’ da lancio, prive di protezione alle spalle, e i rinforzi in arrivo dalla foresta di Addis Abeba. Il mio generale Gaio Mario tiene alto il morale delle truppe e alla fine l’Etiopia e’ costretta alla ritirata ed alla pace.

E’ il momento di curare l’economia; mentre ci sono scaramucce fra babilonesi e maya, cerco di tamponare i problemi finanziari e di felicita’ del mio impero. Cerco di commerciare e di aprire i confini con le altre nazioni, ma nessuno e’ disposto a farlo: sembra che l’annessione di Fez abbia avuto conseguenze ben piu’ pesanti di quel che pensavo in origine. Gli unici che vorrebbero passare sul mio territorio sono proprio Haile Selassie e Attila, ma non mi fido per niente, probabilmente vogliono fare un esame del mio territorio per colpirmi dove sono meno difeso… Sembra una situazione senza via d’uscita.

Vivo un periodo di relativa calma mentre ammoderno l’esercito; intanto Attila dichiara guerra all’Austria e distrugge Salisburgo, poi fa pace e di nuovo ammassa truppe sul mio confine. Gli unni sembrano proprio non trovare tranquillita’! Ad affrontarli questa volta sono piu’ preparato: ho balestrieri e cavalieri, oltre a due baliste. E’ un massacro: gli unni non riescono a fare piu’ di un passo nel mio territorio prima di essere falciati. La pace arriva rapidamente, cosi’ come un nuovo attacco degli etiopi; nuovamente sposto le truppe a ovest, e nuovamente fermo la loro offensiva sulle alture poco fuori Antium. Ho diverse perdite comunque, perche’ l’Etiopia ha unita’ tecnologicamente piu’ avanzate come i moschetti. Riesco a rubare questa tecnologia, sviluppo in fretta qualche unita’ e fermo l’etiope. Negozio nuovamente la pace, ma con l’idea di iniziare una guerra di conquista a est, contro gli unni….

 

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Seguono anni di pace, dove nuovamente mi concentro a sviluppare l’economia, sempre piu’ insofferente, a causa della mancanza di rotte commerciali. Riesco finalmente a recuperare, avviando prolifici scambi con l’Austria, che cerco vanamente di portare dalla mia parte. Ancora non mi perdona di avergli impedito di costruire un loro insediamento vicino ai miei confini…. che gente! Quando mi sento pronto ammasso truppe ai confini degli unni; Attila chiede spiegazioni, e da buon infingardo prima lo blandisco e poi attacco.

 

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Questa azione mi inimichera’ tutti gli altri, che mi vedono ora come un guerrafondaio. Come dar loro torto? Ma d’altra parte… non sta facendo lo stesso con me l’Etiopia? Ad ogni modo, sebbene abbia poche armi da assedio, la battaglia sembra segnata; in breve elimino le truppe al confine e penetro in profondita’ nel territorio unno. C’e’ pero’ un problema inaspettato: la costruzione da parte loro della Grande Muraglia rallenta enormemente le mie truppe, che impiegano il doppio del tempo a mettersi in posizione e nel frattempo vengono bersagliate ferocemente dai difensori.

 

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Perdo molte piu’ unita’ di quanto previsto, nonostante il supporto dei miei generali Gaio Mario e Pirro (ne ho un terzo che ho lasciato sul fronte occidentale, di riserva). La battaglia e’ cruenta, e alla fine non ho l’impeto per travolgere le difese dell’accampamento di Attila. Mentre saccheggio i territori vicini, sono costretto a ritirarmi per limitare le perdite, ed alla fine negozio una pace vantaggiosa economicamente; ma ho l’esercito a pezzi, e l’Etiopia sta nuovamente ammassando truppe al mio confine.
Non aspetto che siano loro a dichiar guerra, ed effettuo un attacco preventivo; ma la terza guerra etiope non va benissimo. Dopo i primi scontri a me favorevoli, la massa di truppe nemiche mi schiaccia e mi costringe a perdere terreno, forzando le mie unita’ a ritirarsi anche sul territorio della citta’ stato di Ife, a nord di Antium, provocandone una reazione irata.

 

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Con un enorme sforzo riesco a tamponare, distruggere e contrattaccare; ma quando penso di portare la guerra in territorio nemico ecco fare la loro comparsa i Mehal Sefari, temibilissimi soldati etiopi che fatico a contenere anche difendendo in territori protetti.

 

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Mi vedo costretto ad impiegare due grandi generali per costruire delle cittadelle lungo il confine, cosa che mi permette di difendere con maggiore facilita’ e di unificare il fronte tra Antium e Fez. Cerco la pace, ma Haile Selassie non vuole sentire ragioni. Mentre raggruppo le forze, pianifico di costruire una linea fortificata su tutto il fronte, con delle strade per raggiungere in fretta le cittadelle. Costoso economicamente, ma necessario se voglio sperare di difendermi e contemporaneamente minacciare gli unni, che sono in guerra con gli austriaci.

 

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Sono momenti di tensione. Sto ammassando truppe sulla mia linea difensiva, mentre l’Etiopia ha ritirato le sue truppe vicino Addis Abeba; piu’ forti, ma meno numerose. A est non so come stia andando la guerra austro-unna, ma non vedo cambiamenti nei confini. Piuttosto, dall’altra parte del globo i maya stanno subendo dure lezioni da parte dei babilonesi, che hanno conquistato la capitale avversaria e si avviano a spazzarli via. Ho la necessita’ di espandere il mio dominio prima di essere sopraffatto dagli etiopi, che sono decisamente piu’ avanti nella tecnologia, o dai continui attacchi degli unni o dai babilonesi, che stanno diventando una potenza a ovest e che presto o tardi si rivolgeranno in questa direzione.

 

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Osservando il campo di battaglia, decido di tentare la sorte. Mentre lascio alcune unita’ a presidiare il confine unno, espongo una unita’ di moschetti per attirare gli etiopi fuori dalla loro zona difensiva. Il piano funziona: l’unita’ e’ presto accerchiata e quasi distrutta, ma riesco a contrattaccare e tirarla fuori dallo scontro. Effettuo uno scontro di logoramento; posso infatti concedermi di avere perdite limitate pur di eliminare i Mehal Sefari. Gli scontri sono cruenti, e mi trovo in difficolta’; alla fine le mie unita’ hanno la meglio, ma molte di loro sono temporaneamente fuori combattimento per le troppe perdite subite. Ora pero’ le sorti della guerra sembrano essersi rovesciate in mio favore: la strada per Addis Abeba e’ pressoche’ sgombra, le unita’ nemiche piu’ forti sono state eliminate, e anche se dovro’ aspettare prima di lanciare la mia offensiva sulla capitale nemica le mie spie mi forniscono la tecnologia in mano agli etiopi: ora posso riequipaggiare le mie unita’ di moschetti con i fucilieri, che insieme ai cannoni che hanno svolto un compito importantissimo nel distruggere le unita’ da combattimento nemiche, dovrebbero fornirmi la forza di entrare ad Addis Abeba. Inoltre Shaka, leader degli zulu, non mi e’ piu’ cosi’ ostile grazie all’aver condiviso con lui gli intrighi dell’etiope nei suoi confronti.

 

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