Lo sviluppo di Roma: un AAR di Old World – 2

Si intensificano i rapporti diplomatici coi nostri vicini, ma la situazione in patria non è facile. Nemici fuori, nemici dentro… come finirà?

 

 

I rapporti fra ittiti ed egiziani si stringono, e la cosa non ci piace per niente; due possibili alleati intorno a noi potrebbe significare una guerra su due fronti, difficilmente gestibile. Ma è ovvio che ad un certo punto si arriverà ad uno scontro armato, quindi si decide di dare un forte impulso alla produzione di unità militari.

Gli ittiti stessi, in guerra coi numidi, distruggono man mano i loro accampamenti lungo il nostro confine occidentale, sostituendoli coi loro insediamenti; cosa che restringe ancora di più lo spazio di manovra per la nostra espansione territoriale, considerando che a sud-ovest stabiliamo un primo contatto con la Grecia.

 

 

In famiglia le cose non vanno alla grande: Porzia è sempre meno amata dalla popolazione, mentre Emilia sembrebbe una buona regnante, se non fosse seconda lungo la linea di successione e per il fatto che non stima affatto il padre. Eppure una luce balugina negli occhi di Remo: prepararle la strada con le buone o con le cattive…

Mentre i traci ci chiedono aiuto per la loro guerra contro la Scizia, gli ittiti proclamano un nuovo re: Mursili, un uomo mite ma che potrebbe metterci in difficoltà. Intanto a corte arriva un dignitario egiziano, Cimone. Costui è vicino alla linea dinastica attualmente in carica, ma ci crea non pochi problemi con la sua condotta dissoluta, e ben presto la sua presenza diventa ingombrante: la popolazione vuole la sua testa per un omicidio dovuto a fatti di donne, ma Remo, per mantenere un equilibrio, si limita ad esiliarlo… scontentando tutti: Cimone, che pretendeva protezione, gli egiziani ed il popolo romano.

Intanto un germe ostile si diffonde fra gli schiavi dell’impero romano; alcuni di loro cominciano a mugugnare appoggiati da una piccola fetta della popolazione. Remo decide di usare il pugno duro e reprimere le proteste con le cattive. A nord arrivano a Massa scorribande di predoni partiti dal villaggio dei danesi, mentre sigliamo un trattato di pace con i traci, che ben presto ripagano la nostra fiducia, salvando Porzia, l’erede designata, da un agguato postole durante un viaggio nei territori periferici.

 

 

Dobbiamo assolutamente contenere l’espansione ittita, quindi dichiariamo guerra ai numidi per prenderci i loro insediamenti prima che lo faccia l’impero rivale, e lo stesso facciamo nei confronti delle tribù barbare che circondano il territorio romano da sud-ovest a sud-est. Intanto intorno a Remo i suoi familiari si ammalano e muoiono a ripetizione; prima è il turno di Tetobastis, la moglie di Romolo con cui si intratteneva, poi arriva il momento della moglie Antonia ed inaspettatamente entrambe le eredi, Porzia ed Emilia.

Anche il re ittita è vittima di una morte prematura; gli succede il diciannovenne Zidanta, che da subito esprime tutta la sua ostilità nei nostri confronti e non perde tempo nel minacciarci. Remo decide di usare i suoi agenti per tentare di infiltrarne uno nella corte ittita per eliminare Zidanta. Per sviare l’attenzione, nel territorio romano inizia la costruzione dei giardini pensili, una delle grandi meraviglie che dovrebbe farci recuperare terreno nei confronti delle altre civiltà come prestigio.

 

 

Passa poco tempo, e anche Remo muore; a Roma c’è un vuoto di potere, visto che non ci sono eredi diretti. La linea dinastica vede salire al trono Servilia, una bimbetta di appena cinque anni e dall’aria tutt’altro che sveglia. Questo porta immediatamente un raffreddamento dei rapporti diplomatici con l’Egitto, mentre all’interno del nostro territorio la decadenza dei costumi e la non sedata rivolta degli schiavi portano disordini e caos.

 

 

Servilia cresce, e nel corso degli anni la ragazza apprende il mestiere di regnante. Se il dissenso rimane vivo, con nuove ribellioni di schiavi che non accennano a terminare, si cerca di avvicinare alle nostre posizioni i greci, coi quali presto si organizza uno scambio di materiali pregiati.
Servilia mostra anche le unghie; Zidanta la insulta direttamente, indicandola come inadatta al comando, ma lei risponde per le rime. Ancora non è guerra, ma il tempo sembra essere vicino.
A questo punto i nemici interni vanno eliminati il prima possibile; Servilia ordina di sterminare ogni ribelle e contemporaneamente di catturare gli insediamenti ribelli (inclusi quelli dei danesi e, per compiacere il regnante greco, quelli dei vandali) per estendere rapidamente il nostro dominio, aumentare le capacità produttive e poter schierare un esercito in grado di fronteggiare la minaccia ittita a nord-ovest, sempre più pressante.

 

 

In patria iniziano a diffondersi religioni diverse: al paganesimo romano si affiancano il zoroastrismo, il giudaismo ed il cristianesimo. Servilia decide di tenere un atteggiamente neutrale, lasciando che i cittadini scelgano la loro credenza liberamente, anche se questo comporta scontentare le frange più tradizionali della popolazione.

Gli scontri contro gli schiavi ribelli sono violentissimi; dopo un assalto alla nuova città di Sciscia, le nostre legioni sono chiamate a sedare le insurrezioni lungo tutto il nostro territorio, lasciandoci paurosamente sguarniti di truppe presso il confine ittita e proprio mentre erano schierate vicino gli accampamenti danesi e barbari. La repressione non è repentina e nemmeno incruenta; fortunatamente gli ittiti non colgono l’occasione per attaccarci. Una volta assicuratici che in patria la situazione sia tornata sotto controllo, le nostre legioni prendono possesso dei territori individuati per la nostra espansione e fondiamo nuove città, fondamentali per dare respiro al nostro impero.

 

 

Per il suo diciottesimo compleanno, Servilia regala all’impero romano l’Oracolo, la seconda grande meraviglia. Sotto il suo comando Roma si è fortemente espansa, rafforzata militarmente ed ha recuperato quasi completamente il distacco di prestigio dalle altre civiltà. Con abilità mantiene un equilibrio in politica estera ed interna che, se da un lato previene situazioni estreme, dall’altro sta scontentando le potenti famiglie romane.
Si entra in contatto anche con i babilonesi, col cui regnante, l’anziano Marduk, Servilia instaura inizialmente una buona relazione. Il mutuo tentativo però è quello di influenzare l’altro, cosa che ben presto porta i due a pensare più ai problemi interni che a sviluppare una profonda amicizia. Marduk presto muore, e con l’erede, la regina Damiqtum, i rapporti non saranno altrettanto cordiali.

Le buone notizie arrivano dalla Grecia; si organizza un matrimonio fra Servilia e Peitone di Tessalonica, e contemporaneamente si sigla una pace duratura fra i due imperi. Al momento è in piedi anche la pace con l’Egitto, quindi è il momento di rivolgere la nostra attenzione verso gli ittiti, raggruppando le nostre unità a nord-ovest e decidere un piano d’azione.

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