Ho prima amato e poi odiato profondamente la prima serie di Sword Art Online. Riuscirà la seconda a farmi rappacificare con quest’opera?
Sword Art Online, conosciuto anche con l’acronimo di SAO, è un meraviglioso anime incentrato sul rapporto tra giocatore e realtà virtuale. Dalla sua prima pubblicazione sono passati oltre dieci anni ed il suo successo è cresciuto sempre di più nel tempo tanto da poter essere considerato ormai una delle saghe più di successo di questo ventunesimo secolo.
Cos’è realmente il gioco Sword Art Online? È un po’ complicato: SAO è una realtà virtuale di gioco di ruolo in rete per multigiocatori di massa, ovvero migliaia di giocatori che si collegano per giocare in un mondo virtuale che simula un gioco di ruolo, in questo caso medioevale fantasy. L’idea vincente della prima serie fu quella d’intrappolare migliaia di giocatori nel gioco senza la possibilità di poter uscire se non sconfiggendo l’avversario finale che risiede in cima ad una torre di cento livelli. La morte nel gioco, o la disconnessione forzata da esso, provocava un attacco cardiaco al giocatore uccidendolo anche nel mondo reale. Questa era la stupenda e spietata trappola che il creatore di SAO aveva progettato per il suo piacere e divertimento. La trama dell’anime segue le vicende di Kazuto, conosciuto nel mondo virtuale come Kirito, e Asuna, che incontra nel gioco; i due lottano fianco a fianco per sopravvivere ed infine si innamorano. Dopo due estenuanti anni di lotte e combattimenti, ma anche di momenti di vita ed amori, il nostro protagonista riesce a concludere il gioco.
Un racconto coinvolgente e appassionante che si era chiuso in modo perfetto con infinite promesse e molti sospesi. Sarebbe stato eccezionale se solo non ci fosse stata una nuova storia che racconta del mondo virtuale di Alfheim Online, anche detto ALO. Cos’è questo secondo gioco? Per me è la peggiore scelta che si potesse fare! La storia di Kirito e Asuna prosegue ma in un modo così fiacco e banale che ha letteralmente ucciso tutte le forti sensazioni che mi aveva dato SAO; una scelta che ho sempre giudicato scellerata! Questo mi aveva allontanato dalle nuove uscite che solo di recente ho provato a recuperare con la speranza di potermi rappacificare con questa stupenda opera.
Sword Art Online II riparte qualche tempo dopo la conclusione delle vicende di ALO, coinvolgendo il nostro Kirito in una nuova avventura in un mondo totalmente diverso da quello medioevale fantasy: Gun Gale Online (GGO), un mondo virtuale in cui i fucili e gli scontri a fuoco la fanno da padroni. Il nostro protagonista si ritrova coinvolto in un’indagine di omicidio che vede come maggiori sospettati una gilda di “Player Killer”, ovvero ammazza giocatori, con cui Kirito ha già avuto a che fare in SAO. Come genere è profondamente lontano da quello narrato nella prima stagione, ma allo stesso tempo si avvicina tantissimo alle forti sensazioni emotive che sono state il valore aggiunto di SAO. GGO mi ha fatto rappacificare con questo lavoro dopo il brutto colpo che mi aveva inferto ALO; purtroppo la stagione non finisce con la coinvolgente narrazione delle indagini tra pistole fumanti e odore di polvere da sparo ma prosegue con ben due nuove storie.
Le vicende che seguono gli episodi di GGO non sono all’altezza di quello che abbiamo visto fino ad ora nella seconda stagione: sono piuttosto deludenti e con un tema di fondo, quello dell’intelligenza artificiale, che non ha particolare mordente. Certo non siamo al basso livello di ALO, ma l’arco narrativo identificato con “Calibur”, tratto dall’omonima grafic novel, non mi ha convinto pur riportando i nostri protagonisti in SAO e in una situazione che vede la minaccia della distruzione di questo meraviglioso mondo virtuale. Penso che si sarabbe potuta elaborare un po’ meglio questa storia perché l’idea di partenza è stata davvero interessante, ma poi si è del tutto persa in un bicchier d’acqua.
La stagione si conclude con un ultimo arco narrativo che vede come protagonista Asuna e non Kirito; una buona novità, visto che la protagonista femminile della prima serie è stata praticamente messa ai margini in questa seconda. Gli eventi si svolgono a cavallo tra SAO e il mondo reale, in cui Asuna si trova ad essere pressata dalla famiglia per decidersi a scegliere cosa fare del proprio futuro. La nostra protagonista non ha le idee chiare fino a quando non s’imbatte in una giocatrice che cela una straziante storia e un tragico destino. Si torna a mischiare gioco, vita reale ed emozioni molto forti, una ricetta che reputo particolarmente vincente per questa serie.
L’altalenarsi delle storie raccontate in Sword Art Online II è fastidiosa ma comprensibile; non è facile riuscire a mantenere sempre lo stesso livello d’intensità tra le varie storie che si susseguono in questo lavoro. Mi è piaciuta molto la scelta di cambiare drasticamente l’ambiente di gioco e dare a GGO una connotazione molto lontana dal fantasy medioevale che avevamo assaporato nella prima serie. Le storie e i conseguenti sviluppi emotivi che sono stati presentati in questo lavoro sono ben strutturati e meritano di essere seguiti con la giusta attenzione. Per me Sword Art Online II è una validissima proposta che continua nel solco di SAO pur discostandosi per storie e tematiche emotivamente coinvolgenti, almeno in due casi su tre.