Finiamola con le solite stronzate, non potete cancellarla come se niente fosse: Ash vs Evil Dead è una serie che spacca alla grande, non è possibile rimanere indifferenti davanti ad una simile opera, che piaccia o meno.
Sangue a fiumi, un orribile lavoro di maschere in lattice voluto appositamente per richiamare le versioni cinematografiche degli anni ’80, una storia che più assurda non esiste e Ash che la fa da padrone sono gli ingredienti vincenti per questa serie vincente.
Bruce Campbell torna, dopo 30 anni dal film La Casa, ad indossare i panni del mitico ammazza demoni, Ash Williams, e lo fa in modo sublime. La prima e la seconda stagione sono state sapientemente gestite per immergere nuovamente lo spettatore direttamente nel clima splatter e nella brutalità a secchiate che contraddistinguono quest’opera, ma ora si va oltre; Ash diviene fulcro di qualcosa di ancora più ampio, di un destino, di una pagina dello stesso Necronomicon, il libro dei morti, lui è il predestinato! Questa terza serie è l’evidenza tangibile della continuità voluta fortemente dagli autori, quasi fosse un prolungamento dei film degli anni ’80; probabilmente è questa la sua forza, il rimanere ancorati a schemi e routine ormai consolidate, dando allo stesso tempo una nuova chiave di lettura, una nuova impronta fatalistica al male, ad Ash e a tutto quello che ruota intorno al suo personaggio.
Come fan, sento intensamente il legame che unisce le opere oltre il tempo e oltre la stupidità della storia, oltre le assurdità della trama, oltre le battute di becera ironia e oltre la sfiga cosmica che perseguita il nostro Ash; la sua incoscienza e della sua ottusità sono diventate un marchio di fabbrica che ti fa sentire a casa.
Ash è sempre accompagnato da Pablo e da Kelly, che abbiamo già visto nelle serie precedenti; questo particolare trio crea un’amalgama davvero vincente. Ognuno, a modo suo, permette agli altri di brillare in alternanza durante le storie, lasciando comunque al mitico Ash le luci della ribalta nel momento di maggior visibilità o volgarità.
Certo è, che questa serie non è per tutti: o la ami o ti fa letteralmente vomitare, non ci sono vie di mezzo, non c’è un modo per apprezzarla rimanendo indifferenti, guardandola in modo distaccato, asettico; o abbracci le secchiate di sangue finto che vengono lanciate ripetutamente in tutte le direzioni o è meglio che non provi neanche a sporcarsi le mani per provare a comprendere le motivazioni che ci fanno esultare per le vicende del mitico Ash.
Quest’opera ormai ha varcato i confini della semplice serie televisiva, è già un Cult, un atto di fede per i tanti fan che la seguono.
Il finale di stagione si supera, scavalcando i confini tra Cult; Ash pronto per un nuova avventura in un futuro sconosciuto, un nuovo capitolo di una storia che penso sia chiaro a tutti, sta andando oltre i confini delle pellicole cinematografiche.
Ash ha chiaramente vestito i panni di qualcun altro, in un futuro catastrofico tra sabbia, motori bollenti e pistole fumanti; questa fusione tra Cult potrebbe essere fenomenale tanto quanto estremamente sbagliata; purtroppo solo una quarta stagione avrebbe potuto dirci come sarebbe andata, ma la casa produttrice ha deciso di chiudere la serie qui.
Un grave danno per i fan, che però si consolano alle parole di Bruce Campbell:“Se la serie non va avanti, potremmo pensare ad un quarto e conclusivo capitolo cinematografico della Casa”. MAGARI!