Life – Non Oltrepassare Il Limite: la recensione

Life è uno di quei film di fantascienza che sprecano le buone intuizioni di trama con una realizzazione troppo d’azione e con fili logici discutibili.

 

 

Di ritorno da Marte, una navetta automatizzata riporta sulla ISS dei campioni di terreno, fra i quali uno che sembra contenere una forma di vita a livello cellulare; gli scenziati a bordo della stazione orbitante iniziano a studiarla, ma ben presto si troveranno di fronte ad una situazione fuori controllo.
Queste le premesse di Life – Non Oltrepassare Il Limite, film che aveva tutte le premesse per rivelarsi una pellicola di fantascienza con una buona dose di pathos; la realtà è che la produzione statunitense vira prestissimo verso uno stile puramente d’azione, perdendo per strada quanto di buono aveva ottenuto nella fase iniziale del film.

 

 

La cosa che più risulta evidente è la mancanza di credibilità che affligge la sceneggiatura. È palesemente un altro di quei copioni scritti da gente che non ha alcuna conoscenza delle procedure operative basilari in ogni attività ad alto rischio biologico: prima di tutto i membri dell’equipaggio non vengono messi a conoscenza delle operazioni di base da attuare in caso di falla nel sistema di contenimento; i ruoli chiave sono affidati a singoli e non c’è nessuno che sappia o possa continuare il lavoro se questi sono infortunati o indisponibili; non c’è nessun monitoraggio delle attività interne al laboratorio; non c’è un protocollo militare disponibile nell’immediato; e soprattutto, gli esperimenti vengono condotti all’interno del corpo principale della stazione invece che su una struttura isolata, come ogni persona minimamente intelligente prevederebbe.

 

 

A questo aggiungiamoci che la forma di vita aliena si dimostra ben presto un dio: fortissima, inattaccabile, intelligentissima (quasi onniscente), adattabile ad ogni condizione e indistruttibile. Va bene creare un mostro ipotetico, ma le esagerazioni sono costanti e completamente fuori luogo (a partire dalla presenza di inceneritori portatili a fiamma libera su una astronave: ma stiamo veramente scherzando?).

La regia è affidata a Daniel Espinosa, dal passaporto chiaramente svedese come dimostra il cognome. Al suo attivo altri film di dubbio spessore come Safe House – Nessuno È Al  Sicuro e Child 44, una pallosissima pellicola ambientata nella Russia del dopo guerra. Forse quello che funziona meglio è il comparto attoriale, capitanato da Jake Gyllenhaal (Scappo Dalla Città – La Vita, L’Amore, Le Vacche, il bellissimo Donnie Darko, The Good Girl, The Day After Tomorrow, I Segreti Di Brokeback Mountain, Jarhead, Avengers: End Game) e discretamente supportato da Rebecca Ferguson (La Spia Russa, Dune, un po’ di film di Mission Impossible). Gli altri sono comprimari, ma ricordiamo il Ryan Reynolds visto in Adventureland, X-Men Le Origini e Deadpool.

Buona la fotografia, pulita, nitida, netta ed in grado di centrare l’azione anche nei momenti più convulsi; altrettanto validi gli effetti speciali, in grado di creare un mostro ottimamente animato (cosa affatto facile, vista la sua struttura) e un ambiente spaziale ben curato e credibile. Non aspettatevi un paragone con gli effetti speciali di Solaris o Interstellar, ma il risultato è sicuramente apprezzabile.

Complessivamente Life – Non Oltrepassare Il Limite è un film tralasciabile, tutt’altro che incisivo. Sicuramente nell’ultimo periodo è capitato di vedere di peggio, ma ci troviamo di fronte ad una di quelle pellicole che lasciano perplessi durante la visione e che scivolano presto e meritatamente nel dimenticatoio.

 

Life – Non Oltrepassare Il Limite, 2017
Voto: 5
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