Se siete in astinenza da tower defense, Digs è un titolo grezzo ma capace di dire la sua; l’importante è superare il primo impatto.
I tower defense sono quei giochi che ci chiedono di difendere una posizione (che sia un cristallo o un’uscita) piazzando tutto intorno torrette ed elementi atti ad eliminare i nemici che arrivano ad ondate da un’altro punto della mappa. Sul mercato ce ne sono innumerevoli, e proporre qualcosa di nuovo non è facile.
Digs punta sul potersi creare il proprio tunnel invece che proporre al giocatore una mappa già pronta dove piazzare, magari in punti predefiniti, i propri strumenti (come nel caso del buon vecchio Defend Your Life). Inizieremo la partita con una stanza dove è presente il nostro carrellino, che dovremo mettere in salvo aprendoci dei tunnel nella roccia, e il punto di spawn dei nemici, i “Digs” del titolo (un nome veramente infelice, anche se richiama l’atto di scavare i tunnel).
Scavando avremo modo di trovare affogati nella roccia dei cristalli che sparano contro i nemici, o delle trappole da piazzare a terra, altri elementi difensivi o carte che possono migliorare le nostre difese o aumentare la quantità di oro presente nel nostro carrello (una volta completamente depredato perderemo la partita).
Il gameplay di Digs è molto semplice: abbiamo a disposizione una decina di mosse prima di scatenare una nuova ondata, prima della quale possiamo liberamente riposizionare le difese a nostro piacimento.
È innegabile il fatto che ad un primo impatto Digs sembri un gioco piuttosto povero di contenuti e ripetitivo: gli elementi difensivi a nostra disposizione non sono molti e i nemici, al di là delle fattezze, in massima parte sembrano tutti uguali. A parte i boss, quelli che galleggiano e quelli che curano si comportano tutti in modo molto simile; a questo va aggiunto che non hanno assolutamente carisma e sembrano una massa informe mandataci contro in modo piuttosto lineare.
Altra cosa che si nota immediatamente è quanto sia scarna l’interfaccia e il fatto che non esista un bestiario e molte informazioni utili siano presenti nelle schermate di caricamento e non nel tutorial; e quello che fa sorridere è una traduzione italiana approssimativa e talvolta mancante.
Quello che però spicca di Digs, ma lo si capisce giocandoci solo per un po’ di tempo, è che il titolo realizzato da Catchy richiede molta più strategia di quella che possa sembrare inizialmente. Se al livello base, bene o male, basta scavare in modo semi-diretto, già al secondo livello di difficoltà le cose si fanno complicate e occorre ragionare su come realizzare i percorsi, forzare il movimento dei nemici in determinati passaggi che andremo a fortificare, e sostanzialmente pianificare dinamicamente le nostre mosse per evitare di trovarci in braghe di tela quando inevitabilmente un nuovo spawn si aprirà, magari molto vicino a quello che per noi era il nostro punto di maggior difesa.
Digs è quindi un titolo dal duplice sapore: come una Fiat Panda del 1985 ha un aspetto discutibile, ma sotto la scocca nasconde un motore che per quanto piccolo e limitato è in grado di portarci lontano in modo affidabile. Digs non è certo un titolo che farà gridare al miracolo o che nel panorama dei tower defense possa primeggiare, ma non è nemmeno una brutta realizzazione e può essere un gioco al quale ritornare di tanto in tanto o nei momenti in cui abbiamo pochi minuti a disposizione tra una faccenda e l’altra.