No Place Like Home: la recensione

Esce oggi dall’early access No Place Like Home, gioco rilassante adatto alle sessioni di gioco più pigre; riuscirete a non farvi stregare dall’ambiente coloratissimo?

 

 

Abbiamo parlato di No Place Like Home ad inizio marzo. Il gioco miscela alcune strutture tipiche dei giochi d’avventura con altri completamente diversi, a partire dalla gestione di una fattoria – qualcosa che solitamente troviamo in giochi molto tematici, come Stardew Valley tanto per fare un esempio.

La storia ci vede impersonare una ragazza appena tornata da Marte, dove si è trasferita la maggior parte dell’umanità dopo aver reso la Terra invivibile a causa dei rifiuti e dell’inquinamento. Il nostro scopo sarà quello di ritrovare nostro nonno, scomparso dopo il suo invito a tornare alla fattoria di famiglia, e nel frattempo ripulire il mondo di gioco e gestire l’orticello dei nostri sogni.

 

 

Come detto, la parte di esplorazione in terza persona è una delle componenti fondamentali del gioco; anche se le ambientazioni non cambiano poi troppo, è bello vedere come esistano zone verdeggianti, altre altamente inquinate, altre innevate, desertiche e così via, ognuna con le proprie particolarità. Purtroppo in questi ambienti non c’è molta varietà nelle cose da fare: raccogliere i rifiuti, che potremo riconvertire in materiale da costruzione; fare qualche quest (tipicamente volte al ritrovamento di oggetti o creazione di qualche struttura particolare) e combattere contro dei mostri robot che offrono solo un limitato livello di sfida.

 




 

Le quest sono piuttosto basilari, ma sono adattissime a chi (come me d’altronde) non ha problemi a ripetere le stesse azioni per un pò o a cercare determinati oggetti (in aree fortunatamente piccole). Servono fondamentalmente a dare uno scopo per esplorare il mondo e sbloccare nuovi potenziamenti o costruzioni per migliorare la nostra fattoria.

 

 

La gestione della fattoria stessa è forse uno dei punti più controversi del gioco; se da un lato è piacevole (meglio: gratificante) ripulire la zona intorno alla nostra casetta, costruire nuovi strumenti per realizzare cibi o strutture per allevare gli animali, o ancora vedere crescere gli ortaggi che abbiamo piantato (qualcosa che mi ricorda tanto 7 Days To Die), è pur vero che la quantità smodata di acqua richiesta per le colture richiede troppa attenzione. Fino a che non avremo la possibilità di sbloccare gli innaffiatori automatici, voler gestire un appezzamento di terra anche piccolo sarà quasi un castigo in termini di tempo necessario per annaffiare.

 

 

No Place Like Home è un gioco ottimo per quando si cercano sessioni di gioco rilassanti, prive di competizione e che tutto sommato possano unire la necessità di abbassare il ritmo e riempire un momento di stanca videoludica con qualcosa che gratifichi le sinapsi e gli stimoli visivi del giocatore. D’altronde è uno di quei giochi che pur senza eccellere in nulla dà assuefazione; ci si trova facilmente a passarci diverse ore senza accorgersene, segno indiscutibile che, nonostante le sue premesse sottotono, piace.
Oltretutto, per chi volesse, esiste un creative mode in grado di eliminare tutta la parte relativa alla progressione e permettere da subito di realizzare la fattoria dei nostri sogni. Non male.

 

 

Il pubblico tipo di No Place Like Home sembra essere quello femminile o quello dei videogiocatori molto piccoli, anche se a me non è dispiaciuto affatto come gioco-relax. Provatelo se cercate qualcosa del genere; non vi aspettate un capolavoro, ma sicuramente No Place Like Home è un buon riempitivo.

 

No Place Like Home, 2022
Voto: 6.5
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