Il Signore Degli Anelli – La Trilogia: la recensione

Sarà sicuramente così: la trilogia de Il Signore Degli Anelli ha affascinato milioni di spettatori nel mondo, ha fatto conoscere a tutti l’opera di Tolkien, seppure con i tagli e le cuciture necessarie alla forma cinematografica, e di sicuro resterà nella storia del cinema come uno dei film più importanti di sempre.

 

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Gli 11 oscar vinti hanno il loro peso in questo, ma tutti abbiamo capito che sono stati assegnati simbolicamente al terzo episodio per premiare tutta la trilogia. Per il resto, grande merito a mio avviso va proprio al grande lavoro che ha fatto Peter Jackson nel dare vita a un kolossal tanto imponente e suggestivo. Solo ora, passato un po’ di tempo da quando ho visto tutta la trilogia, mi accingo a dare il mio personale giudizio su quest’opera, e ovviamente non posso che definirla strepitosa. Raramente un film mi ha fatto provare tali emozioni, e soprattutto in tale quantità. Inoltre io ho il “privilegio” di non aver letto il libro, e quindi mi sono sottratto al frustrante confronto tra le due versioni, che invece ha colpito, sempre negativamente, molte altre persone. Io non ho subìto la crudeltà dei tagli e il fastidio dei cambiamenti rispetto alla storia originale e mi sono semplicemente goduto il film. Tra l’altro sembra che io sia uno dei pochi ad aver apprezzato di più Le Due Torri, mentre la maggior parte del pubblico ha ne La Compagnia Dell’Anello il suo preferito. Meno consensi si è accaparrato Il Ritorno Del Re, e su questo, invece, mi trovo d’accordo. In sostanza sono rimasto un po’ deluso dal capitolo conclusivo, che nella parte finale vede un crescendo di “eccessi d’azione” che secondo me hanno stonato non poco. Ma andiamo per ordine.

 

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La Compagnia Dell’Anello è un film equilibrato, che, seppure risulti un po’ lento in alcuni punti, cattura comunque lo spettatore, coinvolgendolo nelle scene d’azione e immergendolo nella psicologia e nei caratteri dei personaggi, in maniera delicata, completa e mai stancante. In chiave fantasy sono stati riprodotti molto bene i tratti distintivi delle varie razze: la spensieratezza degli hobbit, la saggezza degli elfi e la schietta irruenza dei nani. In special modo risulta deliziosa la scena del Consiglio, in cui Gimli infrange la sua ascia sull’Anello nel tentativo di distruggerlo e poi litiga con Legolas. Un ottimo affresco di un mondo e degli esseri che lo abitano, e che evidenzia anche un certa “oscurità” generale. La storia, infatti, non è la tipica favola dove i buoni trionfano sempre e sono tutti fichissimi e imbattibili. Anzi, tratta un universo cupo, dove in pratica i protagonisti non fanno che scappare in continuazione, cercando di sopravvivere e di difendersi strenuamente dalle forze del male che sono soverchianti e sembrano dover avere la meglio da un momento all’altro. La Compagnia Dell’Anello regala emozioni a profusione quindi, e alla fine della visione lascia lo spettatore stordito da tanto spettacolo, dai paesaggi tanto stupendi e dall’essenza che ogni personaggio è in grado di sprigionare diritta ai nostri animi. L’unico appunto si può fare su alcuni momenti un po’ prolissi, e sul fatto che, forse, molti di coloro che non conoscono e non apprezzano l’universo fantasy potrebbero perdersi gran parte dell’enfasi di questo film, e questo principio vale per tutta la trilogia.

 

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Le Due Torri, l’episodio centrale, è a mio avviso la vera apoteosi della serie. Gli sconvolgimenti della trama, il mutare degli eventi e le storie in parallelo dei personaggi non danno un attimo di pausa, e infatti non si hanno i momenti troppo lenti che si accusavano nel primo. La drammaticità delle vicende del popolo di Rohan ti tocca nel cuore, il coraggio e la determinazione di Re Theoden (il mio preferito) sono epiche.
Ma il vero massimo si tocca proprio con l’assalto al Fosso di Helm. Una battaglia epica, straordinaria e spettacolare. Ma l’unico modo per capirne la grandezza è assistervi, perchè non ci sono parole in grado di descriverla in maniera sufficientemente fedele. Altro splendido episodio è la rivolta degli Ent contro Isengard, e poi l’esplorazione nel profondo di un personaggio misterioso come Gollum bilancia l’azione e il frastuono delle armi con un viaggio nell’anima di un esserino che ha stregato tutti.

 

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Un vero capolavoro. Nota negativa però: la versione integrale mostra che al cinema sono state tagliate delle scene importanti e che svelano risvolti non da poco per il complesso della storia. Il solito bieco gioco economico per il mercato dell’home-video…
Con queste ottime premesse, comunque, mi accingevo con fervente impazienza ad assistere all’atto conclusivo, Il Ritorno Del Re, che avrebbe chiuso la trilogia in modo magistrale. Sembrava inevitabile. E invece, dopo due terzi del film sempre a un buon livello, e con un picco di spettacolarità nella riproduzione mozzafiato della capitale di Gondor, Minas Tirith (in assoluto lo scenario più bello che io abbia mai visto in un film), arriva la deludente parte finale, che con pacchiane esagerazioni svilisce un po’ tutto il lavoro fatto finora.

Si esagera con l’azione eroica ultra-forzata, si prosegue con l’ingiusta ridicolizzazione di Gimli e con l’eccessiva esaltazione di Legolas, si eccede con le imprese impossibili e impensabili che stonano anche in una storia così epica e fantasy. Forse ci sarebbe stata bene un’entrata in grande stile di Bruce Willis con tanto di mitra e lanciarazzi e avremo avuto la ciliegina (marcia) sulla torta. Ci sono determinate scene e specifici spezzoni che non sfiorano il ridicolo, lo colpiscono in pieno, che si tuffano nel pacchiano, che sguazzano nell’eccesso ridondante tipico solo della peggiore Hollywood. Non le cito sempre per rispetto di chi ancora non lo ha visto (ma c’è davvero ancora qualcuno che non lo ha fatto?).

 

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Mi sono chiesto: perchè questo suicidio? La risposta è che in realtà le cose sono proprio come si vedono in sala. Persone che hanno letto il libro mi hanno confermato che gli eventi finali rispecchiano in effetti ciò che fu scritto da Tolkien, e che in realtà il film non ha esasperato troppo le scene. Beh, la mia opinione non cambia, anzi, si estende anche allo scritto: un finale troppo coatto! L’equilibrio si è rotto proprio in quella conclusione che si aspettava con tanta ansia e che, per me, ha rappresentato un calo che ha colpito tutta la trilogia, proprio perchè si è scatenato nel finale. Sono uscito dalla sala amareggiato, dopo aver assistito a un capolavoro che perde questo status proprio nel finale.
A parte tutto, però, la trilogia de Il Signore Degli Anelli resta un evento cinematografico straordinario. Imperdibile per chiunque ami il fantasy e per chi adora il cinema spettacolare e fantastico; ma anche per chi sa farsi trasportare dalle emozioni, anche quelle che possono scaturire da una sola scena, da uno solo paesaggio, da una sola frase, da un solo, travolgente, grido di battaglia.

“Per Rohan e per il Re!”

 

Il Signore degli Anelli – La Trilogia, 2002-2004
Voto: 8.5
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