F.E.A.R. – First Encounter Assault Recon: la recensione

In un’epoca di giochi open world, un buon vecchio FPS lineare ci viene incontro per rilassare il cervello e stimolare i riflessi… e farci saltare sulla sedia dallo spavento.

 

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F.E.A.R. non e’ un gioco recente, tutt’altro; uscito infatti nel 2005, era per i suoi tempi un FPS decisamente all’avanguardia.
Ambientato in una citta’ statunitense non ben identificata, ci troveremo nei panni di un soldato delle forze speciali incaricato di disarmare od eliminare un pazzoide e la sua banda di soldati-clone, telepaticamente controllati. Ben presto pero’ scopriremo che c’e’ qualche cosa che agisce dietro le quinte; una forza sovrannaturale contro la quale non possiamo far molto…

F.E.A.R. (facciamo prima, chiamiamolo Fear) e’ un FPS vecchia scuola, in cui seguiremo un percorso ben delineato, da cui non potremo derivare se non previsto dallo scenario. Ambientato soprattutto in ambienti claustrofobici (uffici, fogne, magazzini pieni delle immancabili scatole), ci muoveremo circospetti cercando di abbattere i nemici che si presentano in punti specifici della mappa. Qui vale la regola dello sparare a qualsiasi cosa si muova; le poche volte in cui ci troveremo in compagnia di alleati non correremo il rischio di causare fuoco amico.
Interessanti gli scontri a fuoco; i nemici utilizzano ampiamente le coperture, e tentano manovre di aggiramento anche negli spazi angusti. All’epoca l’AI fu messa come pietra di paragone per i giochi di questo genere, anche se io ho sempre preferito l’imprevedibilita’ dei marines di Half-Life, il fenomenale gioco uscito nel 1998. Ad ogni modo, pur avendo la meglio la maggior parte delle volte la soddisfazione di emergere vittoriosi dagli scontri a fuoco piu’ intensi, con una discreta quantita’ di truppe nemiche pronte a farci la pelle, e’ garantita.

 

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Mutuato da Max Payne, e’ stato inserito il bullet time che consente di rallentare il tempo per poter prendere meglio la mira e muoversi con una certa agilita’. Non se ne sente troppo il bisogno, per fortuna (e’ una implementazione che a me non e’ mai piaciuta) se non in determinati passaggi davvero difficili. Come spesso accade avremo diverse armi da poter utilizzare, ma ne potremo portare con noi solo tre per volta; la scelta e’ tutta nostra e dipende sia dal tipo che dal contesto in cui ci troviamo (zone piu’ o meno aperte, nemici da affrontare), ma spesso e volentieri anche dalla quantita’ di munizioni a disposizione. E non necessariamente le armi piu’ avanzate sono le migliori; tutto dipende dalla situazione contingente. Importanti anche le granate, di diverso tipo e che hanno un vero impatto tattico negli scontri. I nemici ne fanno largo uso e sono probabilmente la fonte di grattacapi durante gli scontri a fuoco.
Salute ed armatura non si rigenerano automaticamente come in numerose produzioni piu’ recenti, ma dovremo trovare medikit e powerup adeguati per rimetterci in condizione di combattere; uno sprone in piu’ a stare bene attenti a come ci muoviamo.

Ma la cosa veramente buona di Fear e delle sue espansioni Extraction Point e Perseus Mandate e’ l’atmosfera. Attraverso i tre mini-capitoli, la storia si amplia e si arricchisce, arrivando diverse volte a metterci a disagio ed a farci prendere un colpo dallo spavento. L’uso sapiente di piccole cose, come la luce al neon che comincia a traballare, figure indistinte in lontananza, improvvisi cambi di “piani dimensionali”, e soprattutto suoni e luci particolari (ma non solo) inducono nel giocatore un’ansia ed un clima da film horror. Ci troveremo quindi spesso a sperare di tornare presto a sparare proiettili contro i nemici del mondo che conosciamo bene pur di uscire da una situazione che non riusciamo a comprendere, una situazione che provoca parecchio disagio.

 

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L’ambientazione fantascientifica e paranormale e’ ben affiancata da una grafica all’altezza (per i tempi). I fori di proiettile causati dai nostri spari rendono piu’ vivo il gioco, mentre i nemici morti in posizioni buffissime (ah, i primi esperimenti col ragdoll…) tendono a rendere la cosa ridicola; ma fondamentalmente non ci si puo’ lamentare. L’esperienza di gioco e’ globalmente piu’ che buona, ed il gioco, comprensivo delle due espansioni, dura parecchie ore.

Fear e’ un gioco che tutti dovrebbero giocare almeno una volta nella vita.

 

F.E.A.R. – First Encounter Assault Recon, 2005.
Voto: 8,5
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