Unreal Tournament: la recensione

Lo sapete: piu’ che un amante degli sparatutto, la mia passione sono i giochi di strategia, con i quali posso far correre liberi i neuroni nelle praterie digitali (che immagine struggente!). Eppure non si vive di sola elucubrazione: solo che spesse volte i miei appetiti violenti dovevano rimanere insoddisfatti per via di giochi poco immersivi. Poi, un giorno, l’arrivo del messia: Unreal Tournament e’ stato il gioco che ha rivoluzionato il concetto di sparatutto. Oltre ad essere un fantastico gioco single-player, basava la sua forza sul multiplayer supportato in tutte le salse.

 

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Di per se il gioco, ormai anzianotto, non aveva una trama; l’unico scopo era, piu’ o meno, eliminare l’avversario. Dico “piu’ o meno” perche’ di varianti (che poi sono diventate standard nei giochi di questo tipo) ce ne stavano diverse: dal semplice tutti contro tutti, al gioco a squadre, al cattura la bandiera, ai fantastici domination (cioe’ occupare delle locazioni piu’ a lungo possibile) all’assalto frontale per occupare la base nemica (dove uno difende e l’altro attacca).

Unreal Torunament sfoggiava una grafica a tutt’oggi di prim’ordine, fluidissima gia’ sulle macchine dell’epoca (stiamo parlando del 1999 o giu’ di li’), colorata e molto precisa. Sebbene furono necessarie diverse patch per correggere alcuni errori, la versione 4.36 consenti’ di sfruttare il gioco in tutte le sue potenzialita’, e di consacrarlo come uno dei migliori giochi d’azione di sempre; da allora di tempo ne e’ passato, ma Unreal Tournament e’ sempre la’ sul mio hard disk pronto a regalarmi tanta e tanta adrenalina.

 

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Ma cosa consenti’ a questo titolo di “spadroneggiare”? Sicuramente l’aspetto grafico fu una causa di avvicinamento di molti giocatori, visto il suo impatto cosi’ secco, cosi’ pulito e molto piu’ realistico rispetto agli altri giochi del tempo (Shogo, per chi lo ricorda, era un altro giocone, ma la grafica era nettamente inferiore). Non si limitava a “far muovere bene gli omini”, come direbbe Francesco, ma ti trasportava nel loro mondo: era la congiunzione defintiva dell’idea di Doom col mondo reale. I nemici colpiti a morte si accasciavano a terra con movimenti pazzeschi, e a seconda dell’arma con la quale venivano colpiti potevano rimanere decapitati o addirittura esplodere in pezzi! Inoltre il canovaccio del gioco voleva che l’arena di gioco fosse in realta’ uno spettacolo televisivo, e i messaggi vocali lanciati dal commentatore (cito gli indimenticabili “killing spree!” ed “headshot”) e dagli altri giocatori aumentavano l’atmosfera.

 

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Gia’, gli altri giocatori. In Italia internet mica era tanto diffusa, in quei giorni (parliamo sempre del nostro medioevo informatico); come fare allora per giocare contro altri giocatori? Unreal Tournament presentava dei giocatori controllati dal computer, i cosiddetti bot, capacissimi di spazzarti via senza che nemmeno te ne rendessi conto. Il loro livello di abilita’, comunque regolabile, era davvero impressionante, e quando certe partite terminavano, ti rendevi conto di avere il fiato corto e la maglietta sudata.
E le armi! Cosa dire del Minigun (chi avra’ visto Predator capira’ che gusto puo’ dare un’arma del genere), del Plasma Rifle, capace di lasciare vistose bruciature sui muri, o del fucile da cecchino con telescopio ad ingrandimento regolabile, solo per citarne alcune?
Ma la mossa secondo me piu’ azzeccata fu la scelta di agevolare il piu’ possibile i giocatori nel creare i loro server di gioco. In effetti, non serve nessuna conoscenza di reti, protocolli, ma neanche di settaggi particolari: viene tutto determinato in una pratica console dove l’utente setta i valori in campi chiaramente identificabili.

Ora, come se tutto questo non bastasse, Unreal Tournament e’ stato concepito in modo che i giocatori piu smanettoni potessero modificare il gioco a loro piacere, rendendolo completamente diverso: ho gia’ parlato di Strike Force, mod basato su una squadra anti terrorismo, ma esistono mod di ogni tipo: da quelli medievali a giochi di calcio (o meglio “tipo” calcio), o addirittura piccoli simulatori di volo. questi mod hanno creato grandi comunita’ di appassionati che tengono tuttora vivo Unreal Tournament. Sebbene ora sia uscito il suo seguito, Unreal Tournament 2004, il primo titolo della serie e’ ancora giocato e merita profondo rispetto.

 

Unreal Tournament, 1999
Voto: 9
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