Glory To The Brave: la recensione

Un gruppetto Nord Europeo con un passato death alle spalle che si è lanciato nella produzione di ritmi epic di un certo livello.

 

 

Articolo originariamente pubblicato il 13/08/2000.

 

Tanto per sostenere l’ormai evidente fatto che il Nord Europa è la nuova grande fucina del metal, vorrei porre alla vostra attenzione un gruppetto semplice e genuino come la torta di vostra nonna: i gloriosi Hammerfall.

Questi cinque svedesini, con un passato death alle spalle, sono oggi una delle migliori realtà nel campo (di battaglia) dell’Epic metal. Dronjak (chitarrista e leader) e compagni, sfoderati i martelli da guerra (in tono con il loro guerrierone), si sono gettati a capofitto in questa nuova direzione musicale che, sebbene semplice e priva di eccessive esasperazioni tecniche, ci offre un’ottima fusione tra classic e power metal, tutto naturalmente condito dalle liriche maestose e inneggianti tipiche dell’Epic.

Il lavoro con il quale gli Hammerfall esordiscono sulla scena epic (balzando subito in prima linea), è un disco semplice e che si lascia ascoltare molto bene senza tuttavia cadere minimamente nell’odiata commercialità. La voce di Joacim Cans, melodica ed evocativa, ci guida sapientemente per tutti i 45 minuti, ben adattandosi sia a pezzi veloci e potenti come l’opener The Dragon Lies Bleeding (uno dei brani migliori), sia agli splendidi mid-tempo di pezzi come Stone Cold.

 

 

Da sottolineare, sono gli accattivanti riffs di Unchained che fanno di questa track un vero punto di forza del disco, ma soprattutto la grandiosa Hammerfall. Qui troviamo il ritornello più evocativo dell’album che, se siete dei veri “defenders”, vi farà gettare le mani al cielo e cantare a squarciagola; la strofa finale, poi, è irresistibile, ascoltare per credere!

Naturalmente c’è posto anche per un paio di ballad, I Believe e la conclusiva Glory To The Brave, entrambe bellissime: la prima più classica ed emotiva, la seconda più elaborata e profonda, con tanto di introduzione di pianoforte che torna poi nel finale supportando il coro di chiusura, un suggestivo “fade” che conclude in maniera toccante questo disco splendido.

Qualche riserva mi sento di averla su The Metal Age e Steel Meets Steel, due brani non proprio ispiratissimi. Ad ogni modo come esordio proprio non c’è male: Glory To The Brave è un must per tutti i veri defenders.

 

Glory To The Brave, 1997
Voto: 7.5
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