L’ambientazione post apocalittica con i mostri, i combattimenti, e la minaccia dell’estinzione umana, rapprensentano un incredibile sipario dietro cui si cela una realtà totalmente differente.
Ci sono storie lineari che si vivono nello stesso momento in cui vengono raccontate, e ci sono storie non lineari che tentano di nascondere il proprio vero potenziale per sorprendere lo spettatore. Deca-Dence prova a distrarci con una prima puntata lineare, ma già nella seconda rivela tutta la sua assurda natura. Una scelta che crea un bel po’ di confusione iniziale, ma che poi si rivela abbastanza utile per il proseguo del racconto.
La prima puntata ci narra di un mondo devastato in cui l’uomo è costretto a nascondendosi dentro un’enorme città semovente e, per sopravvivere, è obbligato a cacciare i Gadoll, gli stessi mostri che hanno scatenato l’apocalisse. Lo spunto della città semovente mi ricorda molto il film Macchine Mortali o, andando ancora più nel passato, il mitico lungometraggio animato intitolato Samurai 7. I mostri, che sono di varie grandezze, possono ricordare, a seconda dei casi, i Kaiju giapponesi o gli Angeli di Evangelion.
La città semovente, in pratica una fortezza mobile capace di combattere ad armi pari con mostri di taglia colossale, raccoglie il sangue delle creature per estrarne energia atta a far muovere il gigantesco mezzo. I piccoli mostri invece sono difficili da contrastare con il gigantesco mezzo; ecco quindi che scendono in campo degli eroi pronti a combattere corpo a corpo e capaci di difendere i pochi sopravvissuti dell’umanità.
Il mondo all’interno di Deca-Dence, questo è il nome della città semovente, è diviso in due: i cittadini comuni e i guerrieri che combattono i mostri. I piccoli Gadoll sono cacciati non solo per difendere la Deca-Dence, ma anche per procurare carne fresca per il sostentamento della popolazione.
Natsume è una giovane ragazzina orfana che sogna di diventare una guerriera, ma viene assegnata alle mansioni di pulizia della corazza esterna. La sua indole allegra e determinata spezza il grave tono del racconto drammatico a cui l’umanità verte. Il suo modo di fare però dovrà scontrarsi con il taciturno ed essenziale stile di vita del suo responsabile Kaburagi. L’occhio più attento noterà qualcosa che non torna in tutta questa storia, ma è difficile intuire subito le rivelazioni che la seconda puntata porta in sé.
La seconda puntata accantona completamente quello che si è visto fino a quel momento e ci propone un mondo bizzarro e totalmente privo di una benché minima attinenza con quello che abbiamo visto fino ad ora. La rivelazione di come i due mondi siano strettamente intersecati arriva come un fulmine a ciel sereno durante lo svolgimento della puntata e lascia sbigottiti. Questo è un ottimo spunto per costruirci una storia, ma si capisce subito che ci saranno conseguenze drammatiche per i nostri protagonisti. Non aggiungerò altro alla trama per permettervi di godere appieno delle sfaccettature di un’idea originale e ben realizzata.
Lo stile grafico di questa serie è letteralmente diviso in tre: il mondo umano, i Gadoll e la realtà a sorpresa descritta nella seconda puntata. La realtà umana post apocalittica ha dei disegni che assomigliano moltissimo alla serie Drifting Dragons; sono curati ed animati in modo fluido, e hanno un’ottima resa. I mostri sono colorati in modi fantasiosi e le loro forme cambiano tra specie e specie; c’è molta varietà e questo aiuta a divertirsi negli scontri che si ripetono durante l’arco della stagione.
Per distinguere in modo netto umani, Gadol e la terza realtà della serie, si è scelto di utilizzare uno stile grafico decisamente differente, tanto che sembra di assistere a qualcosa di estraneo e poco attinente con quello visto in precedenza. Una scelta interessante, ma allo stesso tempo abbastanza complicata da digerire nell’immediato senza spiegazioni chiare. Nel momento in cui si comprende la vera natura di questa realtà descritta con stile differente, diviene facile accettare il compromesso. Le storie dei protagonisti andranno ad intrecciarsi ed infine ad incontrarsi creando un bizzarro parallelismo grafico che purtroppo lascia a desiderare.
Deca-Dence è un buon prodotto che unisce una storia interessante e ricca di sorprese, ad una grafia curata in quasi tutta la sua totalità. Ci si diverte, si assiste ad ottime sequenze d’azione e non mancano anche spunti di riflessione sull’apocalisse dovuta a stupide scelte che hanno ridotto il pianeta in fin di vita. Insomma, c’è tanta roba in questa serie e non è per nulla banale e scontata.
Un altro punto a favore di questa serie è il fatto che in dodici episodi conclude il suo racconto senza lasciare particolari trame in sospeso. Forse l’unica vera pecca è l’incostanza nel ritmo narrativo, che alterna strappi ed accellerazioni a momenti in cui rallenta (a mio personale parere, pure troppo). Detto questo, è probabile che venga prodotta una seconda stagione descrivendo i nuovi equilibri che si sono creati dopo il finale della serie.
Ve la consiglio? Se vi piacciono le serie futuristiche, post apocalittiche e un po’ misteriose, allora non dovete perderla; a tutti gli altri lo consiglio perché è un discreto lavoro che vi terrà compagnia durante le serate in cui la TV non regala molte emozioni.