Io sono un vampiro

Se avete giocato al gioco di ruolo Vampiri, vi è mai capitato di pensare come deve essere realmente vivere la vita di un vampiro?

 

Dopo l’articolo su Vampiri – La Masquerade ho pensato di approfondire il tema con questo pezzo.

A molti sembrerà strano, ma la figura del vampiro non si limita a quella di un essere mostruoso che vaga di notte in cerca di vergini da dissanguare. Anche se per anni la finzione cinematografica ha relegato questi “mostri” in tale misera definizione, il vampiro è una vera e propria rappresentazione del dramma umano, una metafora della nostra specie, alla quale probabilmente appartengono mostri di gran lunga peggiori. Chiunque abbia visto i film Dracula, Intervista col Vampiro o Il Buio Si Avvicina (o magari, per cambiare, abbia letto i libri da cui sono state tratte le pellicole) probabilmente ne sa qualcosa.

Provate ad immaginare di svegliarvi un giorno – pardon – una notte, con il solo desiderio di bere sangue. Non perché la cosa vi piaccia, in verità, ma esclusivamente perché ne avete bisogno. Potete vivere per sempre, e ne siete consapevoli, forse in un certo qual modo ne siete addirittura felici; ma per farlo, dovete cibarvi della vita altrui.

Non siete cattivi, niente affatto. Anzi, forse odiate la violenza, e come tutti i vampiri, odiate la morte. Ma è più forte di voi, il sangue vi chiama, e qualcosa di più imponente della vostra volontà prende il sopravvento. Dovete cibarvi, e non avrete scelta. E come reagirà la vostra povera coscienza se non riuscirete a placare la vostra sete senza uccidere? Diventerete folli? O in qualche modo riuscirete ad accettare l’accaduto (e forse sarà questa la vostra vera pazzia)?

Potete vivere in eterno, ma cosa farete per l’eternità? Quando si è un essere umano (perché vampiri si diventa, e non si nasce) la vita sembra sempre troppo breve, ma adesso che avete a disposizione tutto il tempo del mondo, come contate di occuparlo? La stessa forza che vi sovrasta quando avete sete, la Bestia, vi ha dotato di poteri eccezionali. Il “Dono” si manifesta in maniera differente da vampiro a vampiro: voi forse potrete cambiare forma, piegare la volontà umana con uno sguardo, leggere la mente o sparire alla vista altrui.

 

 

Sarete più forti e veloci, e capaci di compiere imprese sovrannaturali. Ma mai, nella vostra interminabile esistenza, avrete modo di rivedere lo splendore del sole, di sentire il suo calore rassicurante. Né il cibo, l’amore o qualunque altro piacere fisico saranno più tali per voi. Vivrete l’eternità in funzione di una cosa sola: il Sangue.

Ho esagerato? Beh, scusate, ma in qualche modo dovevo rendere l’idea… Che cosa emerge da tutto ciò? Che dobbiamo aprire gli occhi e renderci conto della terribile realtà: i veri vampiri siamo noi. La Bestia, che rende il vampiro un essere superiore e allo stesso tempo lo condanna ad una vita di dannazione, è una perfetta metafora della follia umana, del demone dell’Intelligenza  che ci rende creature tanto superiori e contemporaneamente capaci delle crudeltà più abiette ed insensate.

Il vampiro è simbolo della contraddizione, della diversità che caratterizza ogni singolo individuo, della paura di vivere; è un vero e proprio richiamo alle immagini del romanticismo letterario, alla visione della vita di poeti come John Keats. Il suo scopo è quello di trovare la pace in un mondo che lo trascina verso la follia; la sua sfida è di riuscire a sfuggire alla dannazione di una vita di peccati, lottando contro sé stesso e contro il mondo dei suoi stessi simili.

E’ un individualista, perché sa che in fondo può contare esclusivamente sulle proprie forze. La sua leggenda è soltanto l’interpretazione fiabesca di una solida realtà, del mondo che ci circonda e di tutto quello che noi uomini, nel bene e nel male, abbiamo creato. Non so voi, ma io sono un vampiro!

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