Gunsmith Cats

Pensate alle serie TV degli anni ’80 con gli investigatori privati… Ora sostituite il protagonista con una manciata di ragazze ed il gioco è fatto!

 

Articolo originariamente pubblicato il 17/11/2003.

 

Bam Bam, Boom. No, non è Batman degli anni ’60, quello con la calzamaglia e la panza per intenderci. È un attacco per parlarvi di Gunsmith Cats, un manga davvero bello e cafone, non necessariamente in quest’ordine. È la storia di Rally Vincent e della sua socia MiniMay (no, non è il mini me di Austin Power). Le due belle ragazze hanno un’armeria e di professione fanno le cacciatrici di taglie.

Non so perché, ma è sempre stato il mio sogno una ragazza appassionata di armi, che guida la macchina come Alain Prost e che adora i giochini al computer. In parole povere queste due tizie, di cui una, Rally, alla ricerca del padre, nel loro lavoro impiegatizio hanno sempre una serie di peripezie, che a volte rendono comico il manga, a volte molto triste, ma sempre con una gran classe. Va detto che il disegnatore, Kenichi Sonoda, ha disegnato e ha dato alle protagoniste caratteristiche ben precise (a parte le tette, porci, non si fanno pensieri impuri su un manga, a meno che non sia la clinica dell’amore, di cui poi vi parlerò).

 

 

Rally adora le armi, è una tiratrice provetta (no, no, niente bioetica). La sua arma preferita è una Cz 75. Una pistola slovacca, dal nome impronunciabile, rozza come un caterpillar, ma che non si inceppa e non scollima (cioè non si spostano le tacche di mira, cosa fastidiosa se hai solo un colpo a disposizione!!!), neanche se a tenerla in mano è mio fratello, capace di scalare da una quinta a una prima in moto (c’ero io dietro, manco furia cavallo del west sgroppava così. Tanto per capirci la moto era mia e non c’è mai più salito, chissà perché).

May, la biondina tettuta dal passato torbido, che troieggiava in un casino di Macao, è appassionata di esplosivi, infatti gira sempre con qualche “ananas” (dicesi ananas quella granata a frammentazione che fa più danno di un carcerato in un harem di vergini). La personalità di ogni personaggio è studiata nei particolari, è veramente curata, ma non a cazzo come molti fumetti di ultima uscita. I disegni (peccato che sono in bianco e nero a parte le copertine) sono molto belli, dettagliati, soprattutto le armi (cosa difficile da trovare. Non so se ci avete mai fatto caso, ma a volte c’è il cattivo che punta una pistola che sembra il trombone di zio Paperone).

 

 

Tanto per gradire il fumetto in Italia è uscito non censurato, così c’è anche un po’ di sangue che “lorda numerose pareti” (Bella questa citazione stile Henry pioggia di sangue). Mi ricordo che ho scoperto Gunsmith Cats leggendo Kappa mangazine. C’era una pallosissima storia di un’aliena scesa sulla terra, ed io ho girato pagina ed ho trovato Gunsmith. Fichissimo, veramente fichissimo.

Mi sono gasato dalla prima pagina. Pensate voi, passare da una rompicoglioni piangente con le orecchie di frodo a due tipe che gestiscono un’armeria.

Si potrebbero dire un sacco di cose su ogni singolo personaggio, ma sarebbe rovinarlo, veramente, provate a recuperarne una copia e poi mi dite. Vi dico solo che c’è un sito, fatto come il fumetto, addirittura con le specifiche delle armi usate nel manga. Ora mi faccio i dum dum a casa, esco e li tiro con la fionda hahahahaha!

Ciriciao gente

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