Guyver: un meraviglioso lavoro destinato a non avere una finale?

Dopo trentasette anni di discontinuità editoriale, il finale è un miraggio ancora troppo lontano! È mai possibile trattare i lettori in questo modo?

 

 

Dopo la morte di Kentarō Miura, il padre di Berserk, ho preparato un piccolo articolo in cui facevo il punto della situazione sui più famosi manga che, quasi sicuramente, non vedranno mai una conclusione scritta dal proprio creatore. Ora voglio provare ad andare più nel dettaglio ed esaminare alcuni di questi lavori. Il primo e più longevo manga di questa categoria è sicuramente Guyver.

Tutto iniziò nel lontano 1985, quando il lavoro di Takaya Yoshiki fu pubblicato per la prima volta in Giappone; da noi arrivò quasi dieci anni dopo, nel 1994, sulle pagine di Techno. Il mio primo impatto con questo lavoro è stato del tutto casuale: come al solito mi sono fatto convincere da una copertina accattivante. Per fortuna mi sono ritrovato tra le mani un lavoro davvero interessante, che ha conquistato velocemente i miei favori.

La storia narra le vicende di Sho Fukamachi uno studente liceale che entra fortunosamente in possesso della fantascientifica unità G1. Il ragazzo riesce ad attivare l’oggetto che improvvisamente lo ricopre da capo a piedi. La sostanza organica, che non è altro che un simbionte alieno, diviene un’armatura biologica al servizio di Sho. Fino a questo momento la storia sembra ricalcare perfettamente la solita struttura usata in molti altri lavori: il fortunato protagonista acquista poteri, accede a tecnologie fantascientifiche o a robottoni immensi che poi saranno la salvezza dell’umanità.

 

 

Anche la definizione dei malvagi e cattivi avversari dell’organizzazione Cronos sembra avere la stessa impostazione già nota. Insomma non pare che Guyver possa differenziarsi tanto dagli altri lavori della sua epoca; allora perché, dopo quasi quarant’anni di attese e ritardi, i lettori di questo manga sperano ancora di poter leggere il finale di questa storia?

Sho non è l’eroe acclamato dalle masse, lui ed i suoi amici sono la resistenza che combatte l’organizzazione Cronos. Una persona comune che lotta contro un gigantesco avversario tentacolare, ecco forse dove risiede una parte del fascino di questa storia. Sho viene spesso trasportato dagli eventi, maturando dubbi ed indecisioni come un comunissimo ragazzo della sua età. La sua priorità è quella di proteggere i suoi amici e questo desiderio lo porta sempre al centro dell’azione.

Ci sono molteplici personaggi che ruotano intorno al nostro protagonista; alcuni sono davvero delle brave persone, altri invece si possono tranquillamente dipingere con scale di grigi e tonalità cupe. Il fatto di vedere del marcio in alcuni dei coprotagonisti ed osservare anche del bene in chi dovrebbe essere un temibile avversario, conduce il lettore in una storia fatta apposta per confondere e generare dubbi sulle reali intenzioni di tutti.

Come ho già scritto in passato, ammetto di aver ceduto le armi diverse volte e di non aver più seguito il prodotto per lunghi periodi. La vita però è strana e ci porta spesso ad incrociare sentieri ormai abbandonati da tempo. Così mi sono ritrovato diverse volte a recuperare il tempo perso e divorare i pochi volumi usciti in anni di attese. Praticamente ogni volta che riprendevo in mano un volume di Guyver bastavano pochissime righe e mi ritrovavo nuovamente stregato dalla magia di questo lavoro.

 

 

Credo che l’idea che ha stuzzicato di più la mia fantasia sia stata la rilettura della nascita della specie umana. Takaya Yoshiki è riuscito a cucire teorie scientifiche e fantasia in maniera davvero pregevole, creando un’intelaiatura solida su cui costruire la sua storia. Pochi colpi di scena mirati hanno spesso stravolto totalmente gli eventi, alimentando la curiosità del lettore ed aprendo a nuove ipotesi tutte da scoprire e validare.

Le teorie scientifiche ben strutturate contribuiscono solo in parte alla fortuna di questo lavoro. La società Cronos, che si dirama in tutti gli ambiti ed a tutti i livelli, punta a conquistare il mondo velocemente e con un’azione mirata. La pianificazione della strategia, la manipolazione delle informazioni, il controllo dell’opinione pubblica e della politica prendono spunto dalla realtà. I famosi “poteri forti”, che spesso vengono citati dai complottisti, sono realtà nel lavoro di Takaya Yoshiki e ci regalano la visione di un futuro in cui il mondo è controllato da una sola ed unica struttura piramidale.

La storia di Guyver gioca con molti argomenti che sicuramente abbiamo sentito almeno una volta nella nostra vita e ci rapisce con azioni e combattimenti fantastici. La componente fantastica del racconto, che lega insieme mostri, alieni e uomo in un unico filo conduttore che collega tutto dalla preistoria ai tempi d’oggi, è un colpo di genio assoluto! Tutto questo è molto coinvolgente e sapere di dover aspettare tempi infiniti prima di poter leggere un nuovo passo di questo racconto è frustrante!

 

 

La trama è ricca di sfumature e misteri, ma la parte grafica non è da meno! Il nostro autore ha un tratto molto efficace. In trentasette anni di lavoro, lo stile di Takaya è indubbiamente migliorato moltissimo da quell’iniziale disegno meno dettagliato, ma di grande efficacia, all’attuale tratto maturo e più ricco di particolari. Le sue tavole sono sature di chiaroscuri, ma i personaggi e gli ambienti sono sempre ben riconoscibili. Adoro gli autori che sanno gestire sapientemente l’ombreggiatura regalando alle tavole molta dinamicità ed anche una bellezza a tratti grottesca. Mi sono ritrovato ad ammirare la mostruosa anatomia delle creature che sono così ben realizzate da mettere paura al solo sguardo. Non mi stanco mai di vedere questo caleidoscopio dissonante tra l’eterea bellezza di alcuni personaggi e la malformata bruttezza di altri.

Takaya Yoshiki è un autore estremamente discontinuo e le case editrici italiane hanno spesso ritardato o suddiviso le uscite di Guyver per mantenere l’interesse su questo infinito progetto. L’ultimo volume italiano risale al 2017; sono cinque anni che non abbiamo più notizie di quest’opera e questo avvilisce ancora di più noi lettori. Purtroppo questa lunghissima pausa non promette niente di buono. L’autore compie oggi, il 21 febbraio, sessantadue anni e non pare abbia intenzione di rilasciare a breve un nuovo capitolo di questa storia che ormai è iniziata trentasette anni fa.

Le trame che sono ancora in piedi sono tante, troppe per poter pensare che possano essere chiuse tutte nel giro di pochi volumi. Il tempo passa e la speranza di poter avere un finale decente di questa magnifica opera è decisamente scarso. Dopo la morte di Kentarō Miura, e l’incertezza sul futuro della sua opera, è quasi lecito chiedersi: Takaya Yoshiki ha mai ipotizzato di far completare a qualcun altro il suo Guyver? Questa è una domanda che non avrà sicuramente una risposta nel breve tempo. Noi possiamo solo accompagnarci con l’attesa, che è ormai diventata un’amica di vecchia data, e vedere la candela delle nostre speranze affievolirsi giorno dopo giorno.

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