Facciamo un tutto indietro nel tempo di oltre vent’anni per andare a riscoprire le sensazioni che regalava scoprire un nuovo gruppo epic.
Era una giornata qualunque di un mese qualunque di quasi tre anni fa quando il mio amico Fabrizio (si, e’ proprio lui, il nostro Tech-Priest preferito!) nel mostrarmi il suo Metal Hammer appena acquistato in edicola mi dice: “Guarda che fica la copertina del primo album di questi che si sono messi a fare epic sinfonico e so’ pure italiani…”. Al che fisso la copertina di questo album e penso: “certo e’ bella ma che mi posso aspettare da un gruppo italiano?”
Mai pensiero fu più blasfemo! Me ne accorsi sin dal primo ascolto di Legendary Tales; certo il pezzo introduttivo in latino era mooolto truzzo ma ciò non cambiò il mio giudizio a fine ascolto: STUPENDO! Non potevo credere che la società che ha prodotto Alex Britti potesse avere delle chance di mettere insieme qualche vero artista anche nel campo dell’epic. E invece eccomi smentito alla grande con uno stile coinvolgente e tecnicamente di buon livello unito a passaggi orchestrali davvero evocativi. Ho ascoltato a lungo quell’album e se i testi non erano proprio all’altezza della musica poco importava e si poteva anche cercare di passare sopra le sbavature linguistiche di Lione che si ostinava a pronunciare “sword” con la w… In definitiva quell’album era una promessa di qualcosa di più grande e ho atteso un seguito con esaltazione.
Quando finalmente quel seguito, Symphony of Enchanted Lands, è giunto non stavo più nella pelle e corsi a comperare quel CD per vedere se le mie speranze erano ben riposte. Questa volta ci misi di più a valutare quello che avevo ascoltato, non perché fosse molto più complesso del primo lavoro ma solo perché non sono riuscito a trovare quello che l’altro disco mi aveva dato: emozioni. La delusione fu cocente, questo nuovo disco riprendeva lo stile del primo ma era più caotico e terribile era il peso di testi troppo, come dire, “fiabeschi” che facevano sembrare la storia narrata più un cartone animato che un opera letteraria. Lo ascoltai molte volte ma poi decisi di tornare al primo lavoro della band e di mettere quel secondo, forse affrettato, album in soffitta…
Capita a tutti di regalare dei CD e proprio mentre stavo acquistando uno di questi regali noto un cofanetto dietro il bancone con tanto di immagine fantasy e marcato Rhapsody. Stupore! Era uscito il terzo loro album Dawn of Victory e io non ne ero a conoscenza. Acquisto il cofanetto affrontando la spesa non indifferente e corro a casa ad ascoltarlo quasi dimentico dell’altro regalo.
Incredibile, dopo soli due album fanno uscire un terzo con versione imbellettata e a tiratura limitata, pensavo, ma chi credono di essere? Avevo deciso di ascoltare la musica e solo in futuro di leggere i testi e devo ammettere che non l’ho ancora fatto forse per paura di rovinarmi un album, che dal punto di vista musicale e’ senza dubbio molto gradevole e coinvolgente ed esprime anche un certo miglioramento tecnico dei ragazzi del gruppo, forse dovuto all’esperienza del tour con gli Stratovarius. Perfino Lione sembra aver fatto un corso d’inglese!
In definitiva attendevo delle conferme da questo gruppo e musicalmente devo ritenermi soddisfatto, purtroppo devo ancora vedere miglioramenti dal punto di vista testuale e soprattutto, vi prego, se qualcuno di voi leggerà mai questo articolo, i video se dovete farli spendeteci 2 lire in più e ingaggiate un regista serio!