Il Buio Si Avvicina: la recensione

Il tentativo di Kathryn Bigelow di dare un tocco moderno alla classica storia di vampiri non sortisce pienamente l’effetto sperato.

 

 

Sulla fine degli anni ’80, i film fantahorror vivevano un momento di stasi. Dopo l’abbuffata avvenuta nel corso del decennio, durante il quale avevano visto la luce capolavori come La Cosa, Un Lupo Mannaro Americano A Londra e La Mosca, le sale erano state invase da produzioni di basso livello come, ad esempio i seguiti di Nightmare.

Uscito nel 1987, Il Buio Si Avvicina si differenziava dai film di quegli anni per un approccio più realistico e meno fracassone. Si racconta la storia di Caleb, un giovane fattore che una sera incontra una bella e solitaria ragazza in un bar della campagna statunitense. Il loro incontro fa scattare subito la scintilla, ma durante un bacio appassionato la ragazza lo morde a sangue sul collo, per poi scappare nella notte. Da quel momento la vita di Caleb cambia radicalmente, venendo trascinato in un incubo del quale non ha controllo.

 

 

Il Buio Si Avvicina è girato in modo piuttosto asettico e freddo, quasi distaccato. Le scene si susseguono in modo logico ma non sono supportate dalle tipiche tecniche utilizzate per enfatizzare particolari momenti narrativi. Questo non è necessariamente un male, ed infatti definisce uno stile atipico che Kathryn Bigelow, alla sua prima prova importante come regista e che ritroveremo in Point Break, Strange Days, K-19 The Widowmaker, The Hurt Locker e Zero Dark Thirty, impiega in modo interessante; è pur vero che, come spesso capita in questi casi, il risultato è quello di non permettere allo spettatore di immergersi completamente nella storia.

Vi è un intenso utilizzo di filtri bluastri e di girato in orario notturno, dove a squarciare il buio sono solo quei pochi aloni di luce fredda generati dai neon delle insegne e dei lampioni. Anche questo elemento aiuta, e non poco, a creare un’atmosfera cupa, algida, decisamente sui generis e ottimamente realizzata.

 

 

Quello che convince meno è una trama che da un certo momento in poi tende a rimuovere quel pathos che si prova nella prima parte de Il Buio Si Avvicina, inserendo momenti di azione che snaturano quanto visto in precedenza e danno un doppio taglio stilistico al film. Se in Point Break la cosa funziona, qui la Bigelow denota ancora un pizzico di inesperienza, confezionando un risultato un pelo acerbo.

Non aiuta la recitazione del cast: passabile il protagonista Adrian Pasdar, un pelo meno Jenny Wright nei panni della ragazza misteriosa. Intorno alla loro storia, dai toni tutto sommato sentimentali, si sviluppa un film che come detto aggiunge elementi d’azione ed horror creando una formula che vedremo vent’anni più tardi in Twilight. La recitazione dei protagonisti è complessivamente sufficiente, come quella di buona parte dei comprimari, ma non c’è nessuna spinta da parte del cast ad impreziosire una pellicola tutto sommato appena sotto la sufficienza.

 

 

Quello che ha di buono Il Buio Si Avvicina è sicuramente l’aver cercato di svecchiare un genere che in quegli anni soffriva di poca credibilità a causa delle numerose pellicole dozzinali uscite poco prima. Rivedere oggi Il Buio Si Avvicina può aver senso se si vuole completare la conoscenza dei film diretti da Kathryn Bigelow, ma senza aspettarsi di assistere ad un film graffiante o in grado di catturare in pieno lo spettatore. Il Buio Si Avvicina è uno di quei film invecchiati male e ai quali, nonostante gli si possano riconoscere diversi meriti, complessivamente oggi si fatica a consigliare.

 

Il Buio Si Avvicina, 1987
Voto: 5.5
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