Point Break: la recensione

Non sono molti i film d’azione in grado di tenere il passo degli anni. Nonostante alcune rughe che mostrano impietosamente i segni del tempo, Point Break e’ ancora un film piacevolmente vedibile.

 

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Ambientato a Los Angeles, Point Break vede un giovane Keanu Reeves nei panni di un investigatore a caccia di una banda di rapinatori che, mascherati da ex-presidenti, svaligiano le banche locali riuscendo sempre a farla franca.

Ci troviamo di fronte ad un film frenetico, frizzante, dove il ritmo viene mantenuto costantemente alto dalla scenggiatura e dall’ottima regia di Kathryn Bigelow. Ad una prima fase di studio e di conoscenza del territorio, in cui comunque gli eventi non mancano, ne segue una ricca di colpi di scena tra sparatorie, inseguimenti e situazioni inattese…  proprio come un buon film d’azione dovrebbe essere.

 

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La mano della regista americana si sente marcatamente. Come nel successivo The Hurt Locker, la Bigelow preferisce puntare sull’adrenalina piuttosto che sull’accuratezza, tanto che alcuni passaggi sono un po’ forzati e non del tutto credibili; ma la storia e le varie situazioni che ci vengono proposte si dipanano in un modo talmente rapido che veniamo coinvolti in un turbine dal quale si resta positivamente storditi.

Le inquadrature sono gestite in modo superbo; le scene che suppongono una maggiore frenesia sono supportate da un movimento della camera che ci immerge nel pieno dell’azione, tra bruschi movimenti, campi stretti ed altre soluzioni adattissime allo scopo. La magia e’ tenuta insieme da dialoghi che fanno il loro lavoro, senza eccellere ma senza nemmeno scadere di tono.

 

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Il cast e’ di primo piano: oltre al gia’ citato Keanu Reeves troviamo Patrick Swayze, Gary Busey e Lori Petty, autori di un’ottima prova corale. Tutti i loro gesti sono credibili e perfettamente inseriti nel contesto del film, e da soli contribuiscono in modo consistente alla riuscita del film.

Abbiamo accennato a qualche ruga derivante dagli anni; rispetto alle sue opere piu’ recenti e mature qui la Bigelow manca di una certa consistenza sul finale, dove forse schiava della continua rincorsa al colpo di scena ci fornisce un epilogo un po’ troppo esagerato (la classica “americanata”), ed anche qua e la’ durante il film si notano alcuni buchetti di sceneggiatura che nei primi anni ’90 era tipico lasciar passare inosservati.

 

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Rispetto a K-19 e Zero Dark Thirty manca un briciolo di credibilita’, ma il risultato complessivo e’ piu’ che buono mettendo Point Break nel suo contesto: un film d’azione che riesce a non scendere mai di tono per tutte le due ore di proiezione. Un risultato non certo all’altezza di tutti i film di questo genere.

 

Point Break, 1991
Voto: 7.5
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