E quindi, siamo giunti al momento che ormai da tempo ci si aspettava, con ansia o con delusione poco importa: Berlusconi si è dimesso da Presidente del Consiglio. Quello che importa, piuttosto, sono i tempi, le conseguenze, ed il fatto che nonostante il momento di forte crisi a livello internazionale, gli Italiani continuano a fare tifo da stadio. Il tutto, mentre le banche si preparano a banchettare sui nostri cadaveri.
Si, perchè questa non è una crisi di governo come tante ne abbiamo viste. Qui non si tratta di intrighi politici, voltafaccia, richieste di poltrone. No, signori miei: per la prima volta da che io abbia memoria, un governo si è dimesso per la pressione dei mercati economici, per le lobby della finanza.
Oh, capiamoci: il governo Berlusconi era ormai impresentabile da tempo, ormai sfacciatamente ed esclusivamente dedicato a varare leggi di comodo e non ad amministrare la Res Publica, ed ampiamente screditato a livello internazionale da tutta una serie di eventi; se l’affaire donnine e le gaffes sono quelli più noti, sicuramente più gravi (molto gravi) sono le colpe legate ad una finanziaria tentennante e giornalmente modificata durante il periodo estivo, tanto da suscitare l’ilarità di una Merkel e di un Sarkozy tutt’altro che scevri di responsabilità per la situazione in cui l’Eurozona è piombata.
Però su qualcosa Berlusconi (imbeccato da Giuliano Ferrara) non ha affatto torto: questa crisi non è iniziata in Italia, non è iniziata in Europa; è iniziata negli USA e per colpa dell’ingordigia e dell’avidità dei banchieri d’oltreoceano.
2008, la valanga inizia a prendere forma
Chi si ricorda del crack finanziario causato dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008, seguito dello scoppio della bolla dei mutui sub-prime nel 2007? Chi si ricorda dei derivati, definiti prodotti “tossici” e venduti con disinvoltura a privati, aziende e amministrazioni pubbliche (comprese quelle italiane)? Ecco, tutto da qui parte. Parte dalle banche che succhiano, spremono, fagocitano. E quando poi queste banche statunitensi, ma anche inglesi, tedesche e francesi sono finite sul lastrico, sono state salvate dai governi nazionali, anche per motivi sociali ma principalmente perchè così vogliono le lobby, le forze di interesse strategico, gli accordi stretti nelle salette riservate, veri centri di controllo della politica socio-economica internazionale.
E qui veniamo ad un punto che ho già trattato, parzialmente, in un mio vecchio articolo, nel quale manifestavo la mia idea che l’Eurozona serva esclusivamente per tutelare gli interessi economici di privati. Si, perchè la parte del gigante in tutta questa storia, la fanno gli speculatori, pescecani che esistono da quando esiste la Borsa, l’inutilità dell’apparato dell’Unione Europea (che sempre più si può identificare con l’asse Francia-Germania), e l’intettitudine dei politici nostrani, affaccendati da anni a farsi la guerra l’un l’altro dimenticandosi di curare gli interessi dei cittadini e della Nazione tutta.
I paesi più colpiti da questa crisi sono stati, inizialmente, Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e solo poi l’Italia. E se qualcuno è riuscito, in qualche modo, a barcamenarsi e ad attuare cambi radicali, gli unici due paesi in cui i governi non hanno ceduto il passo si trovano oggi con l’acqua alla gola (Grecia e Italia, appunto). E qui accade una cosa curiosa: in entrambe i casi nell’arco di pochissimi giorni i due governi cadono e al loro posto viene messo un gruppo di tecnici a guidare i rispettivi paesi. Qualcosa di sbagliato? Assolutamente; di mio, ho sempre pensato che paradossalmente nei posti decisionali ci dovrebbero essere non politici o manager, ma tecnici. Eppure qualcosa non quadra.
Sia Monti che Papademos, il nuovo leader greco, sono uomini di banca, che vengono entrambi da Goldman-Sachs, la più grande e tentacolare entità bancaria internazionale, responsabile di danni finanziari incalcolabili negli USA e in Europa. Guarda caso, anche Tremonti, che in rotta con Berlusconi ha contribuito alla crisi italiana sui mercati, e Draghi, neo Presidente della Banca Centrale Europea, sono uomini ex Goldman-Sachs. A casa mia una coincidenza è curiosa, due coincidenze sono improbabili, tre sono una prova inconfutabili. E qui di coincidenze ne abbiamo almeno 4. Ma allora, non è forse plausibile che ci sia un gioco sotterraneo mirato a prendere il controllo degli stati europei, uno dopo l’altro, sfruttando le debolezze interne dei loro governi e delle loro economie?
Mario Monti, neo primo ministro
Non dimentichiamo che il governo Berlusconi non è caduto per motivi politici, per gli scandali personali o per motivi giudiziari. E’ caduto perchè i mercati hanno mandato messaggi talmente espliciti, talmente chiari e definitivi che se Berlusconi non avesse ceduto lo scettro, nell’arco di pochi giorni avremmo probabilmente visto uno scenario difficile da immaginare solo pochi giorni fa, uno scenario dove QUALSIASI evento sarebbe stato possibile.
Alcuni analisti dicono in questi giorni che le guerre non si combattono più con i carri armati, ma con gli attacchi economici. Invece io credo che non si tratti di una guerra comunemente intesa; non una nazione contro un’altra, ma vere prese di potere da parte dei poteri economici, che si insinuano fra le pieghe dei sistemi democratici.
In effetti è tutto successo in modo così rapido, così immediato, da impedire qualsiasi tipo di risposta pianificata. Se l’idea di vedere una banca, o un mondo bancario se vogliamo, tentare la scalata a un governo nazionale, quale miglior scenario sarebbe stato quello italiano, almeno per effettuare una prima prova? Tremonti ministro dell’economia, Draghi presidente della BCE, un governo evanescente ed un parlamento privo di capacità politiche. Tutto perfetto, troppo perfetto per non provare.
Giuliano Amato, la mente che operò il prelievo bancario nottetempo nel 1992
E’ anche vero che il governo Monti non avrà potere totale sull’Italia; l’iter parlamentare rimane lo stesso, così come gli eletti. Questo significa che il potere delle banche dovrà giocoforza essere mediato dal potere politico, che sebbene sia rappresentato da personaggi di dubbio valore, potrebbe rappresentare un freno alla longa manus di Goldman-Sachs e amici. Rimane il fatto che in cabina di regia c’è ora qualcuno che si circonda di economisti dello stampo di Giuliano Amato, che, tanto per ricordarlo, è quello che nel ’92 decise di fare un prelievo fiscale dai conti bancari degli italiani durante la notte, una mannaia che colpì i risparmi di tante famiglie e di tante aziende medio-piccole. I grandi industriali, invece, avevano miracolosamente svuotato i loro conti e portato temporaneamente i loro averi su conti esteri. Quando si dicono le coincidenze.
Potrebbe anche darsi che in realtà le mie siano solo paranoie; magari non c’è nessun complotto e questo governo tecnico, nonostante le premesse, riuscirà dove i nostri politicanti falliscono regolamente (non ci vorrebbe poi molto). Magari si tratta davvero di persone interessate al bene del paese. Lo sapremo solo col passare del tempo; fra 6-12 mesi avremo la possibilità di analizzare le prime mosse del governo Monti. Resta il fatto che a risolvere la crisi causata dalle banche sono stati chiamati delle persone di fiducia delle banche.
Chiudo questo articolo suggerendovi questi interessanti 24 minuti di analisi, opera di Claudio Messora, blogger legato al mondo del Movimento 5 Stelle; la sua analisi andrebbe verificata, specialmente nelle citazioni (le fonti!! Mancano sempre le fonti!!), però fornisce interessanti spunti di riflessione.