Tante pagine piene di metallo


Un tuffo nel passato e nei libri Metal di qualche anno fa.

 

 

Il metal è un genere bistrattato e snobbato dai più, e se qualche volta se ne sente parlare sui quotidiani o sui giornali musicali “per bene” è spesso per faccende extramusicali, quasi sempre negative, o per connivenze esoteriche o sataniche (ogni volta mi sbellico dalle risate nel vedere gente che cerca disperatamente messaggi satanici nei dischi più disparati; ma compratevi direttamente un cd degli Emperor e cambiate lavoro per favore…).

Tuttavia noi queste cose le abbiamo sentite e risentite e sinceramente ce ne freghiamo, forse frustrandoci solo un po’ nel vedere quanto la gente sia indifferente e refrattaria almeno nel riconoscere l’indiscutibile tecnica e spessore artistico di molti dei “nostri” gruppi.

Ma il metal, oltre che musica, è forse stile di vita e modo di pensare, e una spiegazione a tutto quello che nel metal non è solo voce e strumenti potrebbe essere utile e interessante. Per chi fa già parte dell’ ”esercito” può essere una buona lettura dove riconoscersi, ma soprattutto per chi del metal non sa niente, anzi “sa sbagliato”, è la via più accessibile per capire che il 90% di quello che sapeva su questo genere è totalmente errato.

E chi ci ha pensato a pubblicare dei libretti carini carini su quest’oscuro argomento??…

…Molti di voi forse già lo conoscono e conoscono pure le sue pubblicazioni, il suo nome è Luca Signorelli ed è uno dei redattori della rivista metal italiana (ma credo a diffusione anche europea) Metal Hammer.

Signorelli ha pubblicato dapprima un libricino a titolo L’estetica del metallaro nel 1997 e poi ha curato e diretto la pubblicazione di altri due volumi intitolati Heavy Metal – i Classici ed Heavy Metal – i Moderni. Ho trovato molto interessanti tutti e tre questi volumi e vado ora a mostrarvene le caratteristiche salienti.

 

 

L’estetica del metallaro è un libro che parla poco di gruppi o stili e molto di tutto l’universo della cultura metal. Anche se Signorelli in quarta di copertina lo consiglia ai metallari, io sono dell’idea che proprio chi non è metallaro dovrebbe leggerlo e assimilarne i concetti dato che è un buon affresco della parte “psicologica” del metal. Vengono trattati argomenti che la musica difficilmente riuscirebbe a spiegare, come ad esempio il perché della violenza dei testi delle canzoni o i motivi di certi atteggiamenti estremi. Viene spiegato il modo di pensare del metallaro (che è importante quanto la musica o forse anche di più) e viene rapportato a quello della “gente normale”, se una normalità davvero esiste. Inoltre, finalmente sono evidenziate tutte le altre forme di intrattenimento prettamente “metalliche”: altri libri, film, fumetti (Calvin & Hobbes), videogiochi (Doom naturalmente…), addirittura cartoni animati (Sailor Moon!!!!). Tutto questo può forse sembrarvi strano ma vi invito a leggere per convincervi del contrario.

Naturalmente ci sono anche i dovuti riferimenti ai vari gruppi che meglio possono rappresentare le peculiarità del genere ma il libro resta principalmente un viaggio approfondito nel mondo del metal che si nasconde dietro la facciata dei dischi, delle bands e della musica che spesso non riescono a sviscerare tutto. Bisogna dire che alcuni paragrafi sono molto strani e poco comprensibili e anche io non sono ancora riuscito a capire cosa vuole dire l’autore con certe citazioni (provateci voi), ma ritengo questo volume un manuale comunque utile ai metallici e ai non metallici che vogliono saperne di più.

Molto sfiziosa, per concludere, è la lista di dischi posta in fondo al libro: poche righe per alcuni degli album fondamentali della storia del metal.

Con Heavy Metal Classici e Moderni, si cambia storia. Qui ci troviamo di fronte a due raccolte di recensioni e descrizioni dei principali gruppi metal e hard rock.

Naturalmente, come anche Signorelli evidenzia nell’introduzione, ci sono alcune omissioni e alcuni voti possono andare incontro al disaccordo di molti, ma sono cose che ci possono stare, per questioni di spazio e per il fatto che la musica è quanto di più soggettivo ci può essere.

Nel primo volume (I Classici) c’è una piccola panoramica sui concetti fondamentali e una sorta di storia del genere. Poi ci si tuffa nei gruppi e parliamo di tutto ciò che è vissuto dagli anni sessanta al fatidico 1986, quindi troviamo Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Iron Maiden e via dicendo. Per ogni gruppo c’è un paragrafo di storia e descrizione e la recensione di uno o più dischi con relativo voto da 1 a 5. Di seguito, i dischi non recensiti sono comunque tutti citati con il voto.

Nel volume dedicato ai moderni, troviamo in apertura degli approfondimenti sui vari argomenti dei testi delle canzoni metal che, scaturiti dalla rivoluzione del 1986, hanno tenuto banco e continuano a farlo ancora oggi: morte, inferno, angosce… Per quanto riguarda gli interpreti, la panoramica va dall’ondata thrash fino ai giorni nostri e in proposito c’è da dire che, essendo i volumi usciti a metà di quest’anno, si trovano gruppi e dischi anche molto recenti.

In definitiva, questi due manuali risultano molto chiari e ben strutturati e sono un’ottima fonte di sapere anche per chi già si intende di metal, a meno che non siate del tutto onniscienti nel campo! Con le recensioni ci si può fare un’idea abbastanza nitida e affidabile se ci si vuole avventurare in nuovi ascolti e magari potrete scoprire vecchi gruppi che hanno fatto la storia senza però balzare alla vostra attenzione. Ad esempio se siete pazzi dei Dream Theater non possono non incuriosirvi i vecchi Rush, principale ispirazione di Portnoy & Co.

Non resta molto altro da dire, i tre libricini sono, come avrete capito, semplici ed efficaci e volendo essere materiali, non costano neanche molto, quindi se volete documentarvi andate pure sul sicuro. Se poi riuscite a far leggere qualcosa anche a qualche vostro amico convinto che il metal sia solo sbrang sbrang con la chitarra, allora tanto meglio, avrete la soddisfazione di fare, forse, un nuovo adepto!

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