Come ogni estate le zone verdi di Roma vanno a fuoco, ma nessuno si chiede come mai.
Per quasi dieci anni ho passato i miei fine settimana a prestare servizio come volontario, e mentre la gente normale d’estate andava al mare a prendere il sole, io spegnevo incendi. In mezzo alla strada, su campi coltivati, dietro gli accampamenti degli zingari a Tor di Quinto, sotto i palazzi dei quartieri di Roma sud.
Qualcosina ne so.
Non esistono incendi innescati dalla tanto citata autocombustione (il raggio di sole sulla bottiglia di vetro lasciata a terra, per intenderci). Non esistono, punto e basta. L’unico modo per innescare un incendio in natura e’ un fulmine che colpisce un albero, ma di fulmini d’estate non e’ che se ne vedano tanti. Gli incendi sono tutti innescati dall’opera dell‘uomo; talvolta per casualita’, altre con dolo, il piu’ delle volte per stupidita’.
Sicuramente una percentuale di incendi e’ appiccata con precise finalita’: la distruzione di aree boschive per renderle terreno edificabile, o forzare la piantumazione di nuove piante a favore di chi cura la manutenzione, o la “pulizia” dei terreni in assenza dello stato o seguendo tradizioni agricole vecchie di centinaia di anni.
Ci sono incendi causati da problemi tecnici, corti circuiti o motori che si rompono, ma sono pochi casi; molti di piu’ quelli in cui gli incendi vengono appiccati per il gusto di vedere la distruzione e le fiamme, e le squadre di intervento accorrere sul posto; purtroppo succede anche questo.
E come non menzionare infine gli incendi causati da zingari o baraccati ancora una volta per ripicca, disattenzione o semplice divertimento?
Eppure, la stragrande maggioranza degli incendi nelle nostre citta’, ed a Roma in particolare, iniziano da bordo strada. Il motivo? L’assoluta ignoranza, stupidita’ ed incivilta’ di molti fumatori di sigarette, che preferiscono tirare dove capita il proprio mozzicone piuttosto che spegnerlo e gettarlo negli appositi contenitori.
Fateci caso. Lo spartitraffico della Cristoforo Colombo, oltre il raccordo in direzione Ostia, brucia ogni anno durante il giorno. C’e’ forse qualche maniaco che si diverte a sfidare le auto in corsa per gettare benzina e dare fuoco?
Le sigarette, gettate dove capita, finiscono prima o poi a contatto con erba secca, o aghi di pino secchi, e altri materiali che sono inneschi perfetti. La brace del mozzicone, alimentata dallo spostamento d’aria causato dalle macchine in movimento e dalla striscia interna della sigaretta, progettata per far continuare a bruciare il tabacco, presto attecchisce su questi inneschi, innescando l’incendio. E’ solo questione di tempo.
Se ci fate l’occhio, per strada e’ un continuo di gente che butta sigarette accese dal finestrino. Lo vedete quando siete nel traffico, fermi in mezzo alle auto, e lo vedete di sera con le braci che schizzano sulle strade ad alto scorrimento. Sul raccordo anulare basta fare attenzione, e vedrete sicuramente mozziconi di sigarette a terra sulle carreggiate o rimbalzare perche’ appena gettati. Bastano cinque minuti per vederne almeno una decina.
Per strada, a piedi, l’inquietante scenario non e’ diverso; guardate a terra e contate le cicche di sigarette che trovate nei parchi o lungo i marciapiedi. La pigrizia e la poca intelligenza, oltre a sporcare, rende concreto il rischio di scatenare un incendio. E pensare che basterebbe portarsi appresso un piccolo contenitore per spegnere e conservare i mozziconi in attesa di trovare un bidone!!!
E’ un sintomo della miopia della nostra’ societa’; una societa’ dove si vive tenendo il cervello spento e non pensando alle conseguenze. Oltre alla distruzione di un bene comune come puo’ essere un bosco o un parco, degradando l’ambiente in cui viviamo e rendendo la vita meno bella, ce ne sono molte altre.
La prima e’ il rischio di erosione del terreno; reso friabile, e senza la presenza delle radici degli alberi a tenerlo compatto, il terreno viene trascinato via dalla pioggia, rendendo pericolose le zone collinari. La desertificazione e’ il secondo danno diretto, perche’ un terreno cotto ripetutamente nel tempo muore. Il tutto senza parlare delle sostanze a volte tossiche sprigionate durante un incendio (dipende da cosa brucia e come); dei possibili danni causati a terzi (strade, case, strutture industriali); dello spreco delle risorse necessarie a spegnere l’incendio (carburante per i veicoli di terra e di aria, quantita’ d’acqua prelevata da varie fonti di approvvigionamento); ed infine i gas immessi in atmosfera, che contribuiscono ad aumentare l’inquinamento ed il riscaldamento globale. Il tutto, oltre alla morte di piante ed animali (ma la natura, anche se con lentezza, sa come rigenerarsi).
Da motociclista, ho la fortuna di poter sgattaiolare fra le auto. Quando posso, mi accosto e faccio presente che buttare le cose per terra e’ maleducazione e le sigarette lanciate dove capita causano gli incendi. A volte vengo insultato, ma il piu’ delle volte l’automobilista chiede scusa. Del rendersi conto di cosa abbia fatto, e se cambiera’ le proprie abitudini, questo e’ un altro discorso; ma almeno il mio l’ho fatto, provo a cambiare le cose nel mio piccolo.
E’ qualcosa che dovremmo fare tutti (e non solo su questo tema), parlare col nostro prossimo e spiegare le conseguenze del suo gesto; nel lungo periodo otterremmo risultati concreti. E’ l’unico modo per invertire una devastante tendenza, che oltre ad isolarci come esseri umani, distrugge la natura e l’ambiente in cui viviamo.