L’ennesima brutta notizia e’ arrivata dalla cronaca nera italiana. Per l’ennesima volta, operatori delle forze dell’ordine vengono fatti bersaglio di violenze inaudite, di pestaggi, fino a rischiare la vita. Non e’ la prima volta che accade; eppure sembra che tutto questo sia quasi normale.
Si, perche’ in Italia chi fa rispettare la legge e’ un fastidio da eliminare.
C’e’ un filo conduttore che lega le vicende di Placanica, il carabiniere che sparo’ a Carlo Giuliani durante gli scontri del famoso G8 di Genova, di Raciti, l’ispettore ucciso allo stadio di Catania da un lavandino lanciato dagli spalti, e il pestaggio quasi mortale (e speriamo che quel “quasi” resti tale) che hanno subito due carabinieri ieri notte.
E’ un filo conduttore che parte da lontano, da molto lontano: nasce, quasi invisibile, in quelle rivendicazioni fatte per fini personali ma mascherate da lotta sociale tipiche degli anni 70, con il garantismo, l’antiproibizionismo, la sistematica distruzione dei valori classici dello stato (etica e morale, per chi non se li ricordasse).
Viviamo in un paese dove e’ normale truffare, dove il delinquente non e’ perseguito, dove non esiste la certezza della pena; dove gli stadi sono porti franchi e dove e’ possibile fare qualsiasi cosa. Un paese dove la divisa non e’ rispettata ma vista come un impedimento, dove la legge va aggirata, e non rispettata; dove il buonsenso ha lasciato il posto all’egocentrismo della peggior fatta, quello che trasforma ogni limitazione in un nemico – fisico o morale – da eliminare.
Questi quattro ragazzi, queste bestie che a 16-18 hanno deciso di sballarsi e poi tentare di uccidere delle persone, sono figli non del caso, e diciamocelo chiaramente, nemmeno della fantomatica societa’. Sono figli di genitori che non sono stati in grado di trasmettere determinati valori (ormai sempre piu’ rari gia’ nelle generazioni adulte) e che si stupiscono dell’accaduto. Eppure, a volerli vedere, i segnali ci sono sempre; si puo’ invece scegliere di non vederli, di ignorarli, che e’ piu’ facile cosi’ piuttosto che affrontare un problema doloroso. Quanti sono i ragazzi i cui genitori mollano uno scappaccione quando portano una pessima pagella a scuola, e quanti invece quelli che hanno il loro appoggio perche’ gli insegnanti sono stupidi? Se si minano le basi dell’autorita’ si raggiunge ben presto l’anarchia, coi suoi frutti avvelenati.
Non e’ possibile giustificare in alcun modo chi sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti di abbandona ad atti di violenza; piuttosto e’ vero il contrario, e cioe’ che si tratta di aggravanti. Ma fino a che la marcia morale italiana sara’ quella del trovare il motivo, il perche’, la riabilitazione morbida, non ci sara’ alcun margine di miglioramento, tutt’altro. E se e’ vero che a chi sbaglia va data la possibilita’ di redimersi, e’ anche vero che la punizione deve essere rigida, forte, certa.
Purtroppo, quando la maggioranza di un popolo e’ marcio, le speranze che le sue azioni possano tendere al pratico, all’etico, al virtuoso sono assai scarse. Ed e’ per questo che, per quanto siano dolorose, queste notizie non mi lasciano piu’ spiazzato. Perche’ questo e’ il frutto di cio’ che e’ stato seminato da decenni.