Zerocalcare continua a perdere la sua vena comica, sostituendola con un attivismo politico che piacerà solo a chi segue ciecamente la stessa ideologia.
Il mondo dei fumetti italiani non ha visto particolari eccellenze emergere negli ultimi anni. Unica eccezione, le produzioni di Zerocalcare, partito con episodi pubblicati sul web e poi resi disponibili su raccolte cartacee. Zerocalcare si sta da tempo cimentando con l’animazione, e grazie allo studio di grafici che ha alle spalle è riuscito ad ottenere risultati assolutamente buoni. Eppure, Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo è un netto passo indietro rispetto ai suoi precedenti lavori; e per motivi ben precisi.
In Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo, ritroviamo Zerocalcare ed i personaggi che ne contornano la vita. Lo sfondo è sempre Rebibbia, quartiere popolare di Roma che come praticamente tutte le zone di periferia della capitale presenta un’ampia gamma di criticità sociali costantemente ignorate dalle istituzioni e dalla politica.
Zerocalcare è bravissimo ad affrontare temi delicati e personali, e lo fa anche in questa serie: al centro dei riflettori c’è ancora una volta l’amicizia, ma soprattutto i danni creati dall’uso di eroina. I temi vengono posti con naturalezza e semplicità, senza troppi giri di parole e senza voler enfatizzare nulla; il risultato è sicuramente positivo.
Rispetto ai lavori precedenti però si ride (o sorride) poco: uno dei tratti distintivi di Zerocalcare, la capacità di creare delle situazioni comiche in grado di causare risate dirompenti, qui è completamente assente; ci sono saltuari spunti, e alcuni momenti in cui c’è ilarità, ma sono delle piccolissime finestre. Di per sé questo non può essere fonte di critica, anche se è un peccato notare come la vena comica di Zerocalcare sia probabilmente terminata.
Quel che invece è assolutamente discutibile è l’approccio politico di Questo Mondo Non Ci Renderà Cattivo. Nel corso degli anni Zerocalcare si è estremizzato sempre di più (o meglio ha lasciato trasparire la sua natura), e in questa ultima produzione la cosa è palese ben oltre il fastidioso. Sembra di vedere una serie di propaganda da proiettare nei centri sociali, dove Zerocalcare attacca a testa bassa (in parte anche a ragione) l’avversario politico ma poi ipocritamente fa lo stesso in prima persona.
Zerocalcare non lascia spazio per il dialogo, o per ascoltare le ragioni altrui, o per mettersi in discussione; e quando qualche germe in tal senso sembra intravedersi, si tratta di fugaci apparizioni prontamente smentite. La divisione è netta: “noi” (l’autore e i suoi amici) siamo i buoni senza macchia e senza paura; “loro” (chi non fa parte del suo circolo) sono i cattivi. Una visione infantile ed immatura che non lascia giustificazioni.
In aggiunta, la serie è inutilmente scurrile, con parolacce continue che sembrano messe là per ammiccare ad un pubblico ben preciso; di certo non è gradevole ascoltare le forzature (e la bestemmia parzialmente nascosta) che Zerocalcare ci propone costantemente.
Le sei puntate da mezzora che compongono la serie scorrono veloci, con un’animazione tecnicamente fluida, semplice ma ineccepibile, e con una colonna sonora che i quarantenni apprezzeranno molto. Almeno dal punto di vista tecnico, la serie è ben realizzata.
Valutare Questo Mondo Non Ci Renderà Cattivo non è facile: da una parte ci sono sicuramente spunti e temi apprezzabilissimi per come vengono affrontati; ma il resto è un vero minestrone che esalta e santifica quel mondo di estremismo che si immedesima come il “bene assoluto” e che in realtà vuole imporre con la forza la sua visione, esattamente come fanno i “nazisti” che afferma di voler contrastare.
Questo Mondo Non Ci Renderà Cattivo è una produzione rivedibile, che nasconde la bravura del fumettista romano dietro l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di un certo mondo di estraniarsi da quelle dinamiche post-sessantottine che ancora oggi impediscono un dialogo politico costruttivo.