Akuma-Kun: la recensione

Akuma-Kun è una storia sull’occulto: stravagante, surreale e quasi nostalgica, essendo figlia di un’opera creata da un autore nato nel 1922.

 

 

Netflix centra nuovamente il bersaglio e lo fa distribuendo la serie animata prodotta dallo Studio Encourage intitolata Akuma-Kun. Il prodotto è ispirato all’omonimo manga del maestro Shigeru Mizuki uscito addirittura nel 1963.

La storia che ci troviamo davanti è una sorta di sequel/omaggio al lavoro dell’autore che purtroppo è venuto a mancare nel 2015 alla veneranda età di 93 anni, ed ha come protagonista Ichiro Umoregi, un ragazzino umano cresciuto dai demoni e poi adottato dallo stregone millenario dall’aspetto di bambino Shingo. Il potente stregone ha protetto l’umanità dal male per secoli grazie anche all’aiuto del demone Mephisto. Ichiro è chiamato, quasi costretto, a seguire le orme del padre adottivo, e con il figlio del demone Mephisto dovrà affrontare diversi casi occulti che lo condurranno verso i misteri nascosti nella sua infanzia.

Bizzarro, strano e surreale sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente per definire quest’opera, la cui storia è ricca di richiami al folklore giapponese, ma anche alla cultura occidentale, con chiari riferimenti a demoni e diavoli degli inferni danteschi. Ho molto apprezzato il fatto che Junichi Sato, il regista di questa serie, ha voluto mantenere tutta una serie di elementi provenienti direttamente dall’opera del 1963; guardando Akuma-Kun infatti si ha un po’ la sensazione di trovarsi a metà tra un lavoro giapponese degli anni sessanta-settanta ed uno più contemporaneo.

 

 

Rispettando quella che era l’idea iniziale dell’autore Shigeru Mizuki, lo Studio Encourage realizza un prodotto in cui è molto interessante notare come non ci sia una netta distinzione tra l’oscurità dei demoni e i biechi impulsi umani. Il maestro infatti, nato nel 1922, ha partecipato attivamente alla seconda guerra mondiale ed è rimasto profondamente turbato dalla follia che in quel periodo dilagava tra gli uomini, riversando la sua esperienza personale a più riprese nelle sue opere.

Akuma-Kun è quindi un thriller soprannaturale con qualche accenno di horror, ma ci si può tranquillamente identificare anche un chiaro ritratto dell’oscura natura umana. La malvagità diventa così la forza scatenante del potere occulto che distorce la realtà ed i vizi capitali, la sofferenza, la solitudine e la paura ne sono il carburante. Purtroppo ogni tanto ci può essere un pizzico di difficoltà nel seguire il complesso e stravagante modo di rappresentare queste folli idee, ma questo non compromette la sensazione generale che l’opera cuce addosso allo spettatore.

Il nostro protagonista è un ragazzo geniale, esile, emaciato, sempre immerso nei libri e con pochissima predisposizione nei rapporti interpersonali; una figura dall’indubbia mente superiore, ma quasi totalmente privo di slanci emotivi. Ichiro risulta quindi sempre molto calmo, riflessivo e glaciale in ogni suo atteggiamento quasi spietato, ma nel profondo della sua anima si agita un dubbio che lo tormenta da sempre. Accanto a lui c’è la simpatica figura di Mephisto, un mezzo demone dal viso rotondo che media la costante scortesia del suo collega con uno spirito cordiale, gentile e predisposto ad aiutare il prossimo. I due sono una stranissima coppia, spesso anche poco affiatata, ma che funziona alla grande.

 

 

La serie è composta da dodici episodi che porteranno alla maturazione di Ichiro; non tanto perché costretto ad affrontare demoni e mostri reali, ma principalmente perché dovrà risolvere i propri turbamenti interiori e trovare il coraggio di aprirsi verso il prossimo. Un cammino interiore che più attuale non può essere, viste le sempre più crescenti difficoltà di comunicazione e di relazione che colpiscono le nuove generazioni.

La musica che accompagna la serie è molto particolare, di primo impatto sembra essere del tutto fuori luogo per un thriller horror, ma in realtà funziona e riesce a stregare lo spettatore. Le note della musica di apertura, in particolare, mi hanno riportato alla mente la sigla di Lupin Zero, anch’esso ambientato nello stesso periodo storico e con un giovanissimo Arsenio alle prime armi.

La qualità del disegno è distante anni luce dal manga del 1963, ma le caratteristiche dei vari personaggi sono state rispettate ampiamente creando quindi un prodotto di ottima fattura; in particolare lo spettatore viene rapito dagli infiniti dettagli di cui gli ambienti legati all’occulto sono ricchissimi. L’animazione giova delle caratteristiche della storia che alterna momenti più frenetici a semplici spezzoni di vita quotidiana o di lunghi momenti di riflessione durante le indagini; grazie a questa alternanza lo Studio Encourage riesce a garantire una buona qualità nelle scene più febbrili.

Akuma-Kun non è un prodotto adatto a tutti. Lo consiglierei principalmente per un pubblico un pochino più maturo; non tanto per le scene più paurose o violente, ma proprio per via dei contenuti più complessi da digerire.

 

Akuma-Kun, 2023
Voto: 7.5
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