Star Trek Discovery – Stagione 2: la recensione

Ok, il comandante Pike lo posso accettare, posso accettare anche i Klingon con un mascherone decisamente pesante, ma Spock giovane è troppo strano!

 

 

Futuro, data stellare da qualche parte nel 31 secolo. Questi sono i viaggi dell’astronave Discovery, mai vista ne nominata in tutte le serie di Star Trek. Un fantasma per i fan, una storia che non sta né in cielo né in terra, come sia mai possibile che una nave con un motore fantastico che si sposta saltando per vie di spore muffe e funghi, sia stata celata in tutti i resoconti storici della flotta stellare?

La prima giustificazione è stata proprio la segretezza, che ha costretto a celare un motore tanto strano e tanto particolare, capace di percorre le vie del micelio, una rete di spore che collegano infiniti punti nello spazio. Questa giustificazione trema di fronte al fatto che, alla fine della prima stagione, la Discovery si è resa protagonista di una missione impossibile, volta a fermare la guerra tra Klingon e Federazione.

Michael Burnham e compagni erano diventati famosi, tanto da far programmare agli sceneggiatori un temerario incontro con l’Enterprise ed il suo equipaggio. La serie si colloca in quel momento temporale in cui il capitano della più famosa nave della Federazione è Christopher Pike; quindi ci troviamo prima della serie classica. Questo incontro metterà le basi per un evento che nessuno ha mai descritto, quello tra la nostra protagonista Michael Burnham e suo fratello, il più famoso e conosciuto Spock.

 

 

I fan più accaniti della serie classica avvertiranno già i primi i conati di vomito, al solo pensiero di uno stravolgimento delle linee temporali. Vi pare che sia del tutto naturale che Spock non abbia mai fatto cenno ad una sorellastra umana? Giustificare una cosa del genere è davvero difficile, se non addirittura impossibile. Comunque ci hanno provato introducendo un giovane Spock nella serie di Star Trek Discovery.

Come nella prima stagione, anche nella seconda, si parte un po’ lenti; sembra quasi che sia una caratteristica degli sceneggiatori aggiungere un po’ più d’azione nel finale di stagione. La trama si sviluppa inseguendo prima un fantomatico segnale, poi un giovane Spock ed in fine un misterioso Angelo Rosso proveniente dal futuro. Misteri, su misteri, su misteri, si accavalleranno nelle storie di questa seconda stagione; la cosa mi è particolarmente piaciuta perché non sono riuscito a capire, fino alle ultime battute, dove le menti malate degli sceneggiatori, volevano portare la Discovery ed il suo equipaggio.

Il finale di stagione ci fornisce la seconda giustificazione che stavamo cercando; è spiegato, per filo e per segno, come mai non si parlerà della Discovery nei resoconti della Federazione. L’idea è stata vincente! Sono riusciti a garantire un futuro alla serie che avrebbe dovuto finire a causa del limitato spazio temporale che intercorre tra gli eventi narrati in Star Trek Discovery e la serie classica di Star Trek. Contemporaneamente, hanno rilanciato qualcosa che tutti i fan stavano aspettando; vedere cosa accade nel futuro, dopo le storie narrate nel film Star Trek Nemesis.

 

 

In definitiva la serie è stata più che positiva. L’unico rammarico è quello legato all’utilizzo di Spock, che non solo è stato utilizzato come pedina importante per il cambio strutturale della serie Discovery, ma anche per il lancio dello spin-off che vedrà il comandante Christopher Pike seduto sulla poltrona dell’Enterprise e proprio il giovane Spock al suo fianco.

Posso solo applaudire e sperare che riescano a dare una buona impronta alla prossima Stagione, che stravolgerà del tutto quello che abbiamo visto fino ad ora.

Star Trek Discovery – Stagione 2 (2018-2019)
Voto: 7
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