Star Trek: Picard – Stagione 1: la recensione

Alla soglia degli ottant’anni Patrick Stewart torna a vestire i panni di Jean-Luc Picard in una storia decisamente diversa dalle solite proposte di Star Trek.

 

 

Il franchising di Star Trek è conosciuto in tutto il mondo e continua ad espandersi con nuove storie e nuovi progetti. Star Trek: Picard è una serie televisiva pensata per sfruttare nuovamente Jean-Luc Picard, il personaggio interpretato dallo straordinario Patrick Stewart. Sono passati quasi trent’anni dall’uscita della serie Star Trek: The Next Generation, nella quale il capitano Picard guidava il coraggioso equipaggio della nave stellare Enterprise, ed ovviamente la fama del personaggio non si è affievolita con il tempo. Patrick inizia questa sua nuova avventura alle soglie degli ottant’anni: riuscirà a cavarsela?

La storia inizia venti anni dopo la morte di Data, il simpatico androide di The Next Generation. Picard, salito al grado di Ammiraglio, si è ritirato a vita privata e produce vino in una tenuta in Francia. Due sono stati i motivi del ritiro di Picard: il primo è legato alla decisione della Federazione dei Pianeti Uniti di non aiutare i profughi romulani dopo la distruzione del loro pianeta ed il secondo matura all’annuncio del bando delle forme di vita artificiali all’interno della Federazione. Proprio questi due motivi saranno il fulcro trainante di questa nuova serie televisiva: Picard avrà a che fare con il lascito segreto di Data e con preoccupanti movimenti di estremisti romulani.

In Star Trek: Picard non abbiamo il solito canovaccio narrativo con un comandante a capo della sua nave spaziale, ma ci troviamo a seguire le imprese di un uomo alla ricerca di risposte. La Federazione dei Pianeti considera Picard un personaggio scomodo e non ha intenzione di supportare gli strani vaneggiamenti di un vecchio, così il nostro ex ammiraglio è costretto a chiedere aiuto a tutta una serie di personaggi che non si possono definire del tutto amichevoli. Ecco quindi nascere il gruppo male assortito che s’imbarcherà sulla piccola astronave chiamata La Sirena.

 

 

Patrick Stewart sembra tenere botta anche con i suoi quasi ottant’anni; non è più agile come un tempo, ma questo non lo ferma nel regalarci una buonissima interpretazione. Rimettere i panni di Jean-Luc Picard potrebbe sembrare facile, ma questo personaggio non è più lo stesso di un tempo: le fragilità di un uomo rimasto solo, la vecchiaia e i rimpianti di scelte sbagliate si aggiungono alla fiera figura di un Capitano di Vascello. Il mix che ne esce è davvero interessante e Patrick riesce a regalarci tutto questo con una certa disinvoltura.

Insieme al nostro Picard ci sono altri personaggi che arrivano da un passato lontano. Questo è il caso di Sette Di Nove, interpretata da Jeri Ryan, che proviene direttamente dalla serie Star Trek: Voyager. L’attrice statunitense ha una lunga carriera televisiva, ma è principalmente conosciuta proprio per aver vestito i panni della prima Borg ad entrare nell’equipaggio di una nave stellare della Federazione dei Pianeti. Jeri rimette quindi i panni di un personaggio quasi dimenticato, ma lo fa con tutt’altra esperienza, dando una nuova dimensione al personaggio che riesce decisamente bene.

 

 

Se gli attori, anche quelli meno noti, danno una buona prova collettiva, la regia di alcuni episodi non è particolarmente ispirata. È naturale che la ricerca della verità sia uno processo lento e riflessivo, ma non deve mai essere un peso per la narrazione o un ostacolo per chi tenta di raccontare la storia. Purtroppo ci sono alcuni lunghi momenti in cui si avverte la necessità di un’accelerazione, cosa che alla fine avviene, ma con uno stancante momento di ritardo.

Da evidenziare la bella pensata di gestire una piccola nave stellare tramite una AI che si palesa con un ologramma. Un po’ di confusione invece viene generata dal fatto che le sembianze dell’ologramma sono le stesse del capitano della nave, quindi solo il fatto che uno parli lo spagnolo e l’altro l’inglese permette di distinguerli.

La storia è però affascinante nella sua complessa spirale di eventi ed è una proposta ben differente dalle saghe in groppa all’Enterprise. Vi consiglio Star Trek: Picard? Molti appassionati potrebbero anche storcere il naso, ma narrare qualcosa di diverso dal solito è sempre un passo importante per dare nuova vita ad un franchising che si è forse troppo fossilizzato su alcune meccaniche ricorrenti, come è successo anche per Star Trek: Discovery.

 

Star Trek: Picard – Stagione 1, 2020
Voto: 6.5
Per condividere questo articolo: