Star Trek: Picard – Stagione 2: la recensione

Gli autori avevano potenzialmente tante belle trame da poter sviluppare e tanti modi per sorprendere gli spettatori, ma incredibilmente è andato tutto sprecato.

 

 

La seconda stagione di Star Trek: Picard si presenta ai blocchi di partenza con un discreto spunto iniziale: si torna in seno alla federazione e si parte spediti verso una nuova ed avvincente avventura spaziale. Poi tutto si scioglie come il gelato lasciato al sole il quindici di agosto.

La vecchia minaccia dei Borg sembra un’ottima proposta con cui partire; purtroppo l’improvvisa scelta di introdurre quella vecchia conoscenza di Q, il leggendario essere che piega al suo volere lo spazio ed il tempo per alterare la realtà, è faticosa da apprezzare. Indubbiamente è carina la proposta d’immaginare Picard in chiave tirannica e spietata ed è anche interessante vedere la sua reazione al mondo terrestre deviato dalle azioni di Q, ma dura poco ed è pure male gestito.

Per rimettere in ordine il futuro Picard, insieme ad amici e nemici, deve affrontare un viaggio nel tempo fino ai giorni nostri; anche questa è una meccanica ormai parecchio abusata nel mondo di Star Trek tanto da risultare ormai quasi arida. Aggiungiamo anche che il problema da sbrogliare è purtroppo dei più banali; non c’è molto da dover fare se non provare a convincere una lontana antenata di Jean-Luc ad andare nello spazio e sbarcare su Marte.

 

 

Sembra una missione basata principalmente su coinvolgimento sentimentale, ma ad animare la storia stantia arriva l’intervento di Q e quello della Regina dei Borg; due fattori che agitano forse troppo la scena e purtroppo non aiutano l’ottantenne Patrick Stewart.

Di fatti le scene d’azione vedono il povero Picard camminare lento e mezzo ingobbito tra colpi di phaser e proiettili di piombo; in questo caso non si è voluto bene all’attore che ha provato a dare il fritto, ma è risultato ampiamente inadatto, causa età, ad interpretare questo tipo di scene. La figura fragile e malferma che purtroppo rimane impressa nelle nostre pupille è in netta contrapposizione con la carismatica figura dell’ammiraglio in plancia che si è vista non più tardi del primo episodio.

Come condimento di questo spezzatino fatto di nostalgici incontri e sparatorie imbarazzanti, c’è anche un forzato viaggio introspettivo nella vita e nelle scelte di Picard: il ricordo della madre malata, la scelta di non legarsi emotivamente a nessuno, puntare sulla carriera sempre e comunque, sono i cardini di questo viaggio introspettivo che però poteva essere ampiamente gestito meglio, più chiaramente, e soprattutto in maniera più concisa. Si perde tanto tempo rivivendo spesso gli stessi identici momenti; probabilmente si voleva creare suspance, ma si è arrivati invece a generare noia.

Oltre a Picard, tutti i personaggi sembrano avere un demone interiore da affrontare. La gestione di queste sotto trame purtroppo è deludente e poco approfondita. Eppure di spunti buoni ce ne sono: basti pensare alla mancata interazione tra la Regina Borg e Sette di Nove, l’umana con innesti che si è sottratta al controllo della coscienza comune insieme a Picard.

 

 

Sarebbe stata perfetta una trama che avesse portato ad un confronto aperto tra i due personaggi, eppure tutto si limita a qualche piccolo accenno di ansia, due o tre avvertimenti e poco altro. Si è preferito dare forse più spazio al rapporto amoroso, ed alquanto instabile, tra Sette di Nove e Raffi? Inizialmente l’idea doveva essere quella, ma anche in questo caso c’è stata un’evoluzione che ha portato però a poco approfondimento ed a concludere tutto in modo frettoloso.

Per la gioia di tutti mi sono limitato ad analizzare una sola figura delle tante presentate, forse addirittura quella che è risultata tra le migliori in questa seconda stagione; questo per spiegare come siano state sprecate potenziali ottime occasioni. Il resto dei personaggi è stato più o meno trattato allo stesso modo.

Star Trek: Picard è una serie che non stento a definire sprecata: gli autori si perdono nei problemi emotivi che poi vengono risolti in maniera troppo semplicistica; la trama indugia troppo sui traumi e sui i dolori del passato di Picard allungando troppo la narrazione e chiudendo con una banalissima presa di coscienza che di certo non aiuta a migliorare la storia. In conclusione la serie non è particolarmente bella, è gestita in modo mediocre, ed è anche un filo noiosa.

 

Star Trek: Picard – Stagione 2, 2022
Voto: 5
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