Ma l’equipaggio dei “ponti inferiori” non era composto solo dai figuranti che muoiono durante le missioni del capitano Kirk?
Attratto come le api dal miele, mi sono tuffato nella visione di questa serie animata ambientata nel mondo di Star Trek sperando di trovare qualcosa di nuovo e fresco, visto il presupposto interessante che s’impegna a seguire le vicende dell’equipaggio dei ponti inferiori. Sono rimasto soddisfatto? Si, molto di più di quello che mi aspettavo!
Grazie alle tecniche di animazione si possono elaborare facilmente infinite possibilità che sarebbero più complicate da realizzare con una attori veri. Questo permette agli autori di sbizzarrirsi e di poter offrire facilmente al pubblico di Star Trek un vastissimo repertorio di situazioni, pur ancorando l’opera alle strutture portanti che la serie fantascientifica ha creato come simbolo distintivo dei suoi lavori: i viaggi interstellari, l’esplorazione, le razze aliene e le direttive della federazione. L’animazione grafica ricorda alla lontana Futurama, ma è stilisticamente più pulito e sicuramente più curato; ovviamente questa scelta è stata pensata per aiutare lo spettatore ad ambientarsi velocemente e ad apprezzare la serie.
La trama va invece in controtendenza con le serie di Star Trek proposte fino ad ora. I personaggi principali non sono il capitano e la sua cricca, bensì semplici guardiamarina che risiedono e lavorano nei ponti inferiori: in pratica tutta quella marmaglia che moriva in modo sfigato accanto al capitano James T. Kirk. Seguiremo quindi uno spaccato in chiave comica della vita di bordo dell’astronave USS Cerritos, dove l’equipaggio dei piani inferiori dorme in nicchie ricavate nei corridoi, con mansioni giustamente basilari, come: riordinare la sala tattica dopo una riunione dei graduati, o pulire le famose bobine di fase nelle gondole a curvatura; lavori umili che qualcuno deve pur fare. Ovviamente, oltre alle missioni di routine, ci sono i clamorosi imprevisti che accadono nello spazio profondo. Come potete bene immaginare, visto che i protagonisti sono dei semplici guardiamarina, saranno loro stessi a trainare la risoluzione degli eventi più complicati, ma prendendo in giro o sbugiardando lo standard che le serie tv ci hanno sempre proposto.
La protagonista principale della serie è il guardiamarina Beckett Mariner, figlia del capitano della USS Cerritos, una scapestrata che non sta alle regole della flotta; rispetto ai suoi colleghi non mira a salire di grado ed è felice di lavorare nei ponti inferiori. Un personaggio ben bilanciato, con diversi scheletri nell’armadio, che trascina i suoi compagni in tanti casini e situazioni al limite. La sua spalla comica è il guardiamarina Brad Boimler: un modello da seguire, attento e preciso nello svolgere i suoi compiti, mira a salire di grado per raggiungere la plancia, ottenendo però spesso l’effetto contrario. La guardiamarina orioniania D’Vana Tendi è l’ultima arrivata: estremamente entusiasta di tutto e di tutti, cercherà di rendersi sempre utile creando situazioni spesso imbarazzanti. L’ultimo, ma non per importanza, è il guardiamarina Samanthan Rutherford che, felice del suo lavoro di meccanico, sarà però perseguitato dai continui malfunzionamenti dei suoi impianti vulcaniani.
Ogni protagonista di questa serie racchiude in sé le caratteristiche di svariati personaggi noti del mondo Star Trek e, in questo modo, un singolo personaggio può essere impiegato per esaltare o deridere svariate figure a seconda del momento e della situazione in cui vengono a trovarsi; è quindi facile esclamare: “Ma questo personaggio ha l’emotività di Data, le paturnie di McCoy ed ogni tanto usa la logica di Spock!”. Un guazzabuglio irriverente che permette allo spettatore di familiarizzare velocemente con i personaggi ed amarli per le battute e le osservazioni irriverenti.
Star Trek: Lower Decks è bello, simpatico, di buon impatto e decisamente efficace, con il giusto equilibrio tra commedia divertente e demenziale. Prende in giro l’universo Star Trek senza però sminuirlo, smussando alcuni spigoli che ho sempre trovato eccessivamente stereotipati. Se avete Amazon Prime, ma anche se non lo avete, ve lo consiglio vivamente!