Tenebre e Ossa – Stagione 1: la recensione

Tenebre e Ossa è una serie a metà tra il fantasy ed una campagna militare in terra russa. Un connubio particolare, ma sarà vincente?

 

 

L’impero di Ravka, che richiama alla mente l’impero russo, è una terra divisa da un muro di tenebra alto fin oltre le nuvole. La “Faglia”, così è chiamato l’oscuro muro, è abitata da sanguinose creature volanti che rendono quasi impossibile spostarsi da una parte all’altra del paese. Il muro di tenebra fu eretto dall’Eretico Nero il più potente grisha (umani capaci di usare la magia degli elementi) che si ricordi. La leggenda vuole che l’Evocaluce, un grisha capace di manipolare la luce, nascerà per distruggere il muro e riunire l’impero di Ravka.

Il canovaccio iniziale è piuttosto interessante soprattutto se aggiungiamo una guerra che coinvolge Ravka e le nazioni circostanti che vogliono approfittare della debolezza creata dalla Faglia. Ecco che proiettili di piombo e magia si uniscono in una danza mortale. In questo contesto appare finalmente il mitico Evocaluce che dovrebbe cambiare la storia della nazione. L’idea è interessante, ma sarà sviluppata adeguatamente bene?

Per la popolazione di Ravka i grisha sono una risorsa, ma sono anche temuti e visti con sospetto. Sin dalla tenera età le persone con poteri vengono selezionate per essere addestrate nel complesso del Piccolo Palazzo; vivono una vita agiata, ma sono allo stesso tempo utilizzati come soldati per le missioni più rischiose. Sono isolati dal resto del mondo, guardati a vista dalle guardie dell’imperatore e spesso usati come divertente intrattenimento per i nobili. I grisha vivono una vita a metà, ma perlomeno sono al sicuro da folle inferocite che potrebbero arderli vivi perché sono diversi e visti con sospetto.

Il temuto Generale Nero, un grisha capace di manipolare le tenebre, è a capo di una parte dell’esercito e ha una grande influenza sull’Imperatore. Kirigan, questo è il nome del generale, è un diretto discendente dell’Eretico Nero. Egli dichiara di voler espiare la colpa del suo avo e sembra avere a cuore il destino dei suoi simili. Quanti di voi hanno pensato subito che un manipolatore delle tenebre buono puzzi di marcio lontano un miglio? Se l’avete pensato, siete stati bravi! Il personaggio del Generale Nero è banale e privo di originalità così come l’Evocaluce. La semplicistica contrapposizione tra bene e male, unita agli opposti di luce e oscurità, è così palese che fa cadere le braccia. Molto più interessanti sono invece le altre trame.

 

 

Le storie sul campo di battaglia ci donano la sensazione di quella campagna militare russa tra boschi innevati e colbacchi pelosi; poche scaramucce fatte bene che accompagnano la trama del soldato Oretsev, uno dei protagonisti della storia. Nulla di eccezionale, sia chiaro, ma perlomeno la storia ha qualche sussulto in più rispetto alla banale contrapposizione tra luce ed ombra.

La parte più succosa delle trame viene riservata al gruppo chiamato i Corvi: a loro spettano il compito di movimentare la serie con intrighi, le macchinazioni, l’azione e le battute irriverenti. I Corvi sono una banda di ladri che s’imbarcheranno in una missione assurda per catturare l’Evocaluce e guadagnare i soldi necessari a svoltare una vita che ha riservato loro solo rischi e pericoli.

Pochi colpi di scena abbastanza prevedibili provano ad increspare la superficie di una trama fatta bene, ma che non regala particolari emozioni. L’idea carina è quella di unire il mondo della magia all’idea dell’Impero degli Zar di Russia, così come quella di usare come riferimento il russo Rasputin per dar vita al Generale Kirigan.

 

 

Di tutto il cast impiegato segnalo solo Ben Barnes, che è comparso come antagonista nella serie Marvel/Netflix The Punisher dall’alterno successo. L’attore, che in questa serie interpreta il Generale Kirigan, sembra quasi non credere in quello che sta facendo: risulta essere un po’ troppo distaccato anche nei momenti in cui dovrebbe metterci molto più trasporto emotivo. Il resto del cast è in linea con le aspettative di una serie che non ambisce a ritagliarsi un posto nel gotha delle produzioni di grande successo.

Gli effetti speciali non sono per niente male, non stiamo parlando di effetti speciali estremi, ma diamo a Cesare quel che è di Cesare: forse è la parte che maggiormente ho gradito. Interni, arredi e costumi sono fatti bene; gli ambienti esterni sono apprezzabili, soprattutto quelli militari che ti trasportano subito nei boschi del nord. Non saprei dirvi se assomigliano davvero alle foreste russe, ma l’idea è convincente.

Il prodotto è simpatico, niente di eccezionale, ma si lascia guardare se in TV non c’è niente di meglio. È chiaro che la storia non si conclude con questa prima stagione e che sicuramente ci sarà un seguito già confermato da Netflix, ma a data da destinarsi.

Nel complesso del momento storico in cui viviamo, alcune serie fantasy si sono affacciate alla ribalta e non perché siano per forza dei capolavori. Io credo che il successo di Tenebre e Ossa sia probabilmente dovuto alla mancanza di valida concorrenza. In tempi di magra questo prodotto è sufficientemente godibile anche se, in alcune trame, un po’ banale.

 

Tenebre e Ossa – Stagione 1, 2021
Voto: 6

 

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