The Smiths: un tuffo nel passato


Facciamo un bel tuffo nel passato, ma per approcciarsi meglio al tutto: “Passami una Tuborg che metto su gli Smiths…”

 

Sono ormai diversi anni che la pubblicità ci permette di scoprire gruppi musicali o canzoni che, se non fossero state accoppiate a quel particolare spot, sarebbero rimasti molto probabilmente nell’ombra per sempre. È successo per canzoni adesso stra-famose come Breathe di Midge Ure (spot Swatch) e per successi meno eclatanti come Inside degli Stiltskin (spot Levis); ed è successo anche che, così, per caso, un giorno, mentre guardava la televisione, il sottoscritto abbia scoperto gli Smiths. Quella canzoncina che si sente nello spot Tuborg (il titolo è Please, please, please, let me get what I want) mi ha colpito come credo abbia fatto con la maggior parte di coloro che hanno visto lo spot in questione, e solo dopo assidue ricerche sono riuscito a scoprire di chi fosse.

In effetti gli Smiths non sono molto famosi in Italia, anche perché la loro produzione musicale si è limitata a 5 album, e la loro vita discografica si riduce a soli 4 anni: dall’83 all’87. Tuttavia sono riuscito a trovare delle raccolte e ad ascoltare circa una trentina di loro pezzi, e devo dire che sono rimasto veramente impressionato. La sonorità del gruppo, anche se molto acustica, risulta sempre incisiva, grazie soprattutto all’abilità del chitarrista Johnny Marr, che è anche autore delle musiche.

Marr è in grado di fondere accompagnamenti ritmici molto semplici con riff di chitarra non troppo complessi ma molto elaborati, mescolando il tutto in modo da non far risaltare eccessivamente nessuna delle chitarre in gioco. Il risultato è un sound delicato ma allo stesso tempo molto ritmato ed accattivante, dal quale tutte le canzoni escono piacevolmente movimentate, anche quando la chitarra che suona è una sola.

Anche il basso dà un contributo importante al prodotto finale: gioca con le note e a volte si destreggia in giri complessi e sincopati, e non viene mai utilizzato soltanto come un sostegno per l’accordo in corso o come semplice tappeto musicale.

 

 

Tuttavia, la caratteristica che probabilmente spicca più di tutte nella musica degli Smiths è la voce del cantante, Steven Morrissey.

La particolarità del suo timbro colpisce immediatamente l’ascoltatore, e nonostante egli non faccia sfoggio di una notevole estensione vocale, il suo modo di cantare è unico e di conseguenza molto caratteristico. Autore anche dei testi delle canzoni, che a dire la verità a volte sono veramente stravaganti, Morrissey è sicuramente un artista di notevole valore, ed è sempre stato considerato il “front man” del gruppo.

Dopo il 1987, ha cominciato una carriera solista sulla quale onestamente non saprei dare informazioni (in fondo sono un neofita anche io), ma mi riprometto di fare ricerche in futuro.

Tornando agli Smiths come gruppo, diverse raccolte sono state pubblicate dopo il loro scioglimento definitivo: a chiunque si volesse avvicinare al gruppo inglese consiglio sicuramente Louder than bombs, raccolta di 24 pezzi tra cui naturalmente anche la canzone dello spot Tuborg, disponibile come “special price” (che non fa mai male); anche se bisogna ammettere che nella raccolta mancano canzoni di rilievo come This charming man e Stop me if you think that you’ve heard this one before, presenti invece nel CD The Smiths best… I (14 brani). Io personalmente consiglio di ascoltare qualche canzone a tutti coloro che gradiscono le sonorità inglesi anni ’80 e la musica abbastanza impegnata ma non difficile da comprendere. Non dimenticate che chi vi parla è un grande fan dei Cure!

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