Evangelion è un’operazione commerciale studiata per essere innanzitutto un grosso successo, ma tradisce il fatto di essere un po’ troppo “studiato a tavolino”.
Evangelion è sicuramente un successo eccezionale, ovunque vengano pubblicati video e manga questi raccolgono consensi unanimi, mentre il tormentone sulla polemica fra Anno e gli eva-fans fa da contorno allo stupore suscitato dall’intreccio della trama e dall’originalità del mecha design. Non c’è dubbio che Eva abbia molte frecce al suo arco, non ultima quella dell’ innovazione concettuale, ma, nonostante gli innumerevoli pregi ed i giusti onori tributati allo studio Gainax, difetta di una certa genuinità e tradisce le sue origini: un’operazione commerciale studiata per essere innanzitutto un grosso successo economico. Nulla di scandaloso; tuttavia spesso, agli occhi dell’autentico intenditore, Eva tradisce il fatto di essere un po’ troppo “studiato a tavolino”. Ciò non toglie che personalmente lo apprezzi moltissimo e che abbia sostituito nel mio cuore il mitico Gundam.
Eppure credo che Fushigi Umi No Nadia (Nadia Del Mare Meraviglioso) fosse nettamente più genuino, nel senso prima inteso. In ogni caso la creatività dello studio Gainax non si discute, in entrambe le serie l’inventiva sia narrativa che grafica è sempre ai massimi livelli. Nadia conquista lo spettatore con una trama che si svela progressivamente, senza mai annoiare; Evangelion, invece, è a dir poco pirotecnico: dai meccanismi verniani e un po’ steampunk di Nadia, al disegno asettico e al contempo irregolare degli Eva. Il character design è sempre ottimo, ed anche se alcuni stereotipi si ritrovano in entrambe le serie, specie nei personaggi femminili, il mio giudizio non può che essere positivo (e ci mancherebbe altro!).
Occorre puntualizzare sulla versione italiana di Eva. Quest’ ultima è curata da Dynamic Italia col rispetto che si deve ai mostri sacri, ma pecca in alcuni aspetti. Se da un lato l’edizione VHS è accompagnata da alcuni simpatici gadget e da una intelligente guida di riferimento che consente alcuni chiarimenti sulla trama (e qui potremmo aprire un dibattito infinito sul fatto che la necessità di aiuti per la comprensione di una trama sia o meno un difetto…), dall’altro soffre di una formula editoriale che, a fronte dei soli due episodi per cassetta al prezzo canonico di 39900 lire, sconta dei ritardi di uscita atroci, tenendo conto che già gli intervalli programmati sarebbero stati un attentato al buon godimento di una serie che, per sua natura, avrebbe dovuto essere pubblicata con maggiore frequenza e continuità. Il mito avvolge ormai il ritardo infinito che gli appassionati hanno dovuto subire per l’uscita del primo video: dai master perduti o rovinati nel trasporto (!) alle continue richieste fatte dallo studio Gainax di ritoccare la traduzione dei dialoghi per l’Italia (!!!).
Il doppiaggio, affidato alle sapienti mani del buon Fabrizio Mazzotta (doppiatore di una serie INFINITA di personaggi di anime e non), è doverosamente ben curato; magari non il migliore in assoluto, ma senz’ altro molto buono. Spiccano fra gli altri interpreti Stella Musy (Misato), Liliana Sorrentino (Ritsuko), Massimo Corvo (che interpreta, discretamente, il glaciale Gendou Ikari), e Valentina Mari (che affronta con qualche difficoltà il complesso personaggio di Rei Ayanami).