Avete mai pensato a come sia gestire una città con tutti suoi problemi e al tempo stesso affrontare gazziglioni di zombie? Beh, ora potete!
They Are Billions è un gioco steampunk di strategia e sopravvivenza ambientato in un mondo post-apocalittico infestato da una marea di zombie. Il gioco ci pone al comando di una piccola città di sopravvissuti e il nostro compito principale è quello di far sopravvivere quanto più a lungo possibile il nostro accampamento e i nostri cittadini, affrontando orde di non morti che insidieranno i nostri possedimenti. Il gioco ci costringe ad affinare continuamente le nostre strategie e svilupparne delle nuove per gestire le diverse minacce dovute alle continue ondate di non morti.
Il sistema di costruzione è piuttosto ampio. All’inizio sarà possibile accedere a strutture piuttosto elementari: da semplici tende per accogliere la popolazione, a fragili palizzate in legno per arrestare l’avanzata dell’orda. Le strutture potranno man mano essere potenziate e migliorate: non a caso la falegnameria sarà uno degli edifici più importanti da dover edificare, permettendoci di far evolvere una semplice postazione di guardia in un’efficientissima torre di avvistamento.
Il sistema di gestione delle risorse è piuttosto interessante: le suddette si dividono in risorse cumulabili e risorse fisse. Legname, pietra e ferro rientrano tra le risorse cumulabili e vengono prodotte costantemente dalle rispettive strutture. Cibo, lavoratori e coloni invece sono le risorse fisse e vivono di un sistema completamente diverso: nonostante esistano strutture preposte alla loro produzione, i parametri che le gestiscono non aumenteranno mai con il tempo; bisognerà invece creare nuovi edifici che ne incrementino il valore.
Interessante è la necessità di trovare un’area specifica per la struttura che raccoglie le risorse: più la zona sarà ricca di materie prime e maggiore sarà il ricavato; in questo modo, costruire diventa una ricerca minuziosa dell’angolo esatto in cui la produzione sarà più vantaggiosa.
All’inizio di ogni nuova partita decidiamo il livello di sfida che vogliamo affrontare e su quale tipologia di mappa. Potremo decidere la quantità di popolazione globale e quindi la numerosità degli infetti sparsi a destra e a manca, il numero di giorni totali durante i quali dovremo cercare di resistere.
Più i giorni passeranno e più gli infetti saranno aggressivi nei nostri confronti. Pertanto si rivelerà fondamentale il saper sfruttare fin dall’inizio al meglio le varie possibilità offerte, costruendo il minimo necessario e magari difendendolo con palizzate e torri di guardia.
Visto che parliamo di un real time strategy conoscere le possibilità di ogni nostra unità e struttura sarà sempre più prezioso.
Esplorare vi renderà coscienti delle possibilità offerte dalla mappa e in quale direzione espandere il villaggio, tenendo bene a mente la conformazione del terreno e valutando le possibili difese naturali. Inoltre sarà possibile identificare gli alveari e magari pianificarne l’eliminazione, preferibilmente prima dell’orda finale.
Oltre alla semplice modalità di sopravvivenza, il gioco prevede anche una campagna caratterizzata da una lore di base, diversi livelli in cui dobbiamo cimentarci con difficoltà crescenti, articoli di giornale che abbelliscono il quadro generale del mondo che stiamo affrontando e, infine, un albero delle ricerche utile a migliorare strutture cittadine e militari.
Le conclusioni riguardanti questo titolo sono piuttosto positive. They Are Billions rimane un gioco strategico avvincente: la consapevolezza di essere sempre ad un passo dal game over crea un’atmosfera di continua tensione, insolita per il genere. È un gioco elegantemente progettato: lo stile grafico è molto curato e le animazioni sono ricche di dettagli. La musica di sottofondo, soprattutto quella dell’ultima missione della campagna, ti immerge in un’atmosfera cupa e angosciosa, adatta al gioco e alla costante paura di perdere tutto da un momento all’altro.
Una nota di demerito, a mio avviso, la si deve ai combattimenti, così come agli obiettivi che risultano essere eccessivamente lunghi, ripetitivi dando la sensazione di noia e lentezza spezzando inesorabilmente l’ottimo ritmo di gioco.