Perchè un gioco dove devi semplicemente ammassare truppe è definito strategico? C’è qualcosa di divertente nell’essere semplicemente più veloci a cliccare dell’avversario?
Non esito a definire gli RTS (real time strategy) come i battle royale degli anni 2000: giochi in cui si spaccia per strategia la velocità di esecuzione ed in cui la strategia è completamente assente. Al massimo si parla di tattica su dove costruire la base, quali difese mettere e dove, e basta. Negli RTS si costruiscono truppe il più velocemente possibile e le si manda senza una reale strategia contro l’avversario; chi produce di più vince.
In questo triste scenario, Company Of Heroes ha avuto il merito di aver aggiunto qualcosa di nuovo nel suo genere, e per questo ha fatto storia. Uscito nel 2006, presentava dinamiche “drammaticamente” diverse dal solito: non si trattava più di costruire una base nel minor tempo possibile e mandare più truppe possibili verso l’avversario, ma di conquistare territori più rapidamente possibile per inviare un confuso flusso costante di truppe contro l’avversario.
Si, come avrete notato sono molto caustico nei confronti degli RTS: i cosiddetti strategici in tempo reale di strategico non hanno nulla, essendo un puro click-fest senza ragionamento (tant’è vero che i migliori giocatori di RTS si valutano con i CPM: click per minute). Ecco, ho provato ad avvicinarmici di nuovo, lasciando da parte la mia prevenzione e le mie esperienze passate… ma il risultato è quello che è. Anni fa provai Cossacks, rimanendone perplesso; e quando ora ho giocato CoH non è che sia andata molto meglio.
La campagna base è incentrata sull’invasione alleata in Normandia; e se è vero che di un gioco stupidotto si tratta, per lo meno gli va dato atto che un minimo di carisma, anche per chi il genere proprio non lo digerisce, ce l’ha.
Dovremo muovere le nostre truppe attraverso un territorio, conquistando punti di interesse e così aumentando le capacità produttive della nostra base (avevo detto che non c’è una base? Mentivo). Potremo costruire nuove unità di fanteria, veicoli, carri e potenziarli in qualche modo, con abilità utili in combattimento.
Il sistema di per se regge, almeno fino a quando le nostre truppe non sono sparse per la mappa. Lo zoom out non permette di vedere una parte consistente di mappa, e se si prova a fare qualche aggiramento da due fronti ci si perde le unità per strada: occorre spostare la schermata continuamente e il sistema di raggruppamento delle unità non è proprio comodissimo. Le unità non prendono copertura in automatico e per fare le cose per bene occorre una microgestione eccessiva. In alcuni punti addirittura la campagna principale ci ostegga, cercando di farci seguire un canovaccio ben preciso.
Il risultato è che ben presto ci troveremo a stufarci e mandare tutte le truppe allo sbaraglio, puntando esclusivamente sul fattore numerico e concentrandoci a stare attenti che i nostri tank non vengano distrutti. Fine.
Non è una gran dinamica, vero? Eppure 15 anni fa andava alla grande un pò come oggi vanno di moda i battle royale, e come per i battle royale non c’è molta strategia e molta materia grigia da usare.
Ad essere onesti fino in fondo, la campagna principale offre anche diversi momenti di tensione e di epicità; nel proprio contesto le missioni non sono strutturate male e momenti di soddisfazione si trovano anche per chi come me non riesce ad avere una buona opinione degli RTS. Mi sono trovato nella posizione di voler portare a termine una missione dopo l’altra, tenendo conto del tipo di gioco, per lo meno per vedere cosa c’era in serbo; e non posso negare che il divertimento ci sia stato, in qualche modo; forse perchè è possibile mettere in pausa e dare ordini, o avere il tempo di rifiatare e prendere azioni una volta riorganizzate le truppe nonostante il dover costantemente passare ad un’altra unità per poi tornare alla precedente.
In compenso l’espansione Opposing Front è uno stillicidio di decisioni necessariamente prese di fretta per via degli eventi scriptati che dovrebbero creare una artificiosa adrenalina, ma che in realtà rendono semplicemente irritante giocare anche per via di colpi di artiglieria che in diverse mappe ci bersagliano se rimaniamo fermi per qualche secondo, anche se ci troviamo nel nostro territorio e i nemici non hanno modo di sapere dove siamo. L’intera campagna è orribile e vi farà venir voglia di disinstallare il gioco.
Ci sono anche altre espansioni, alcune gratuite, che però non ho provato dopo lo scotto di Opposing Front.
Va anche detto che il gioco è stato pianificato per spingere molto sul multiplayer (ovviamente ormai i server sono deserti), visto che molto conta il tagliar fuori i territori dalle linee di rifornimento del nemico. Un’idea sicuramente validissima, ma se il gioco poi si risolve a spostarsi freneticamente da una parte all’altra della mappa cliccando sulle proprie unità e sulle strutture in modo non dico confuso ma sicuramente che non ha alcuna valenza strategica, tutto questo perde di valore.
Ok, sarò di parte, ma Company Of Heroes non mi ha ammaliato. Se un gioco non ha altro da offire che cliccare rapidamente da una parte all’altra e non richiede un abilità aggiunta da parte del giocatore, sia di ragionamento, o di intuizione, o di precisione, lo ritengo un gioco privo di spessore. Sarà pure stato un titolo di riferimento della sua epoca, ma Company Of Heroes non esce dal solito canovaccio degli RTS, pur riuscendo in qualche modo a divertire anche chi non apprezza il genere. Il voto finale considera proprio questo; che il gioco ha quindici anni di età e che comunque è fondamentalmente un gioco più d’azione che di ragionamento. In tal senso, fra gli RTS un suo perchè ce l’ha ancora oggi.