Lawgivers: la recensione

Il panorama dei videogiochi politici è stranamente abbastanza scarno; Lawgivers si presenta come un gioco senza troppe pretese per sopperire a questa carenza.

 

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È veramente strano: la politica è uno degli aspetti principali della nostra vita, eppure di videogiochi che ne simulino le dinamiche ce ne sono veramente pochi. Uno dei primi che ricordo ne abbia trattato con una certa attenzione è stato il meraviglioso Europa Universalis (di cui La Tana Del Cobra è stato il fan-site italiano ufficiale per qualche anno), che andava molto oltre il semplice concetto di guerra-pace-alleanza fra nazioni, ma oltre a qualche settaggio per la spesa del budget non c’era molto per la politica interna. I successivi giochi Paradox non hanno fatto molto meglio; passando ad altri produttori sicuramente uno di quelli che si è avvicinato di più alla gestione completa della politica interna è stato il buggatissimo Geo Political Simulator, che nonostante le sue lacune nelle sue varie incarnazioni ha sempre tenuto conto delle fragili interazioni tra leggi, bilancio e pensiero dell’elettorato.

Lawgivers è un gioco che non si pone eccezionali obiettivi: nato come gioco per cellulari, è stato poi portato su PC e della struttura originale mantiene sia la snellezza che i limiti.

La fase iniziale, non obbligatoria ma che vi raccomando, è quella di configurazione: possiamo selezionare uno fra i numerosi paesi presenti (c’è anche l’Italia) e cambiare nome e caratteristiche dei partiti, per renderli più attinenti possibili alla realtà o per creare situazioni di fantasia; non si possono però configurare le nazioni in termine di elettorato o media disponibili, e comunque non tutti i parametri sono chiaramente comprensibili – a volte è necessaria una partita di prova e un giro sui forum per capirli tutti (o quasi).

 

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Similarmente non ci sono tooltip o istruzioni che spieghino chiaramente a cosa corrispondano i vari simboli all’interno del gioco, importantissimi per capire come stiamo andando ad influenzare l’elettorato; e se qualcosa è facilmente intuibile, il resto lo scopriremo solo a partita avviata, una mancanza facilmente evitabile e che ci farà inutilmente perder tempo. La stessa mancanza appare poi in altre sezioni del gioco, e la poca chiarezza di alcune icone non è giustificabile col fatto che tanto prima o capiremo come interpretarle.

La dinamica di gioco si basa sul passare delle settimane; c’è la possibilità per noi, o per un altro partito, di provare a varare o abrogare una legge, o di cambiare qualche legge costituzionale; si possono fare interviste con giornali e televisioni o provare a corrompere gli avversari. Interessante il fatto che possiamo vedere in linea di massima come voteranno i partiti in merito ad una determinata proposta per valutarne gli effetti, tenendo poi conto che i deputati non si atterranno necessariamente alle linee di partito.

 

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La vittoria si ottiene portando il nostro paese ad ottenere per primo un tot di punti prima degli altri stati; quindi teoricamente i nostri biechi scopi politici dovrebbero essere messi in secondo piano, cosa che leva oggettivamente parecchio mordente dal gioco.
Per riuscire comunque a prendere più voti possibile dobbiamo blandire gli elettori, varare leggi che soddisfino quelli a noi più vicini (ma anche elettori di altre aree di appartenenza, non è che si vedano tutte queste differenze) e arrivare alle elezioni col carico di consensi. Tutto molto semplice, forse troppo: mancano dinamiche più elaborate dove occorra dialogare con gli altri partiti, mentre eventi, scandali e quant’altro sono appena accennati e non sviluppati in modo soddisfacente.

Purtroppo come detto manca il mordente; le cose da fare sono sempre le stesse e dopo poco purtroppo ci si stufa. Riuscire ad eleggere il Presidente del Consiglio non porta nessun beneficio (almeno nessun beneficio tangibile) e, cosa grave, non esiste il governo di per sé: dovrebbe essere necessario formare una maggioranza, quindi venire a patti con altri partiti, gestire i ribaltoni, tenere magari compatto un fronte per evitare di andare all’opposizione, mentre questo non esiste; in pratica il governo non cade mai perché non c’è alcuna differenza fra governo e opposizione. Sui sistemi basati su 2-3 partiti magari questo problema si nota poco, ma in sistemi pluripartitici (l’Italia è un esempio perfetto) questo è un problema.
Mancano anche i vari ministeri con annessi ministri dalle diverse personalità e inclinazioni, ma soprattutto non c’è alcun dettaglio sulle tasse (ci si ferma a varare la legge, ma l’imposta non è un parametro variabile). La gestione delle casse statali è molto lineare, fin troppo, e non si percepisce affatto il pathos della vita politica; anche gli eventi casuali sono rari e non hanno quasi nessun impatto reale sul gioco. Se poi abilitate la ricerca, che dovrebbe obbliga ad attendere di sbloccare determinate leggi solo dopo che un canale tematico è stato ricercato (ecologia, sicurezza e così via), le cose da fare diminuiscono ancora di più e ci si trova a far passare il tempo in attesa che accada qualcosa.
A Lawgivers va comunque riconosciuto che ci sono simpatiche intuizioni, che è possibile in qualche modo influenzare le norme del proprio paese (chi non vuole creare la nazione dei propri sogni?) e la curiosità di vedere i prossimi risultati elettorali è forte.

 

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Tecnicamente il gioco è fluido e va senza problemi. I colori pastello sono molto accattivanti e la grafica cartoonesca è molto carina. Unico appunto è che nei casi in cui c’è parecchio testo la parte in basso viene coperta dalla barra delle settimane, cosa che rende impossibile leggere tutti i dettagli (a volte anche i risultati percentuali dei partiti minori) fino a che scoprirete che la schermata è scrollabile (ma non c’è la barra ad indicarlo…).

Lawgivers è un gioco dal ricco potenziale, ed infatti di tanto in tanto ci si torna per una partitina ma è oggettivamente monco e sembra più una bozza per qualcosa che verrà poi; ed infatti Lawgivers 2 è già in fase di progettazione. Spero vivamente che risolva i punti menzionati in questa recensione e che sia molto più sostanzioso, altrimenti si rivelerà un buco nell’acqua. La buona volontà dello sviluppatore c’è e si vede, ma oggettivamente manca troppo per poter raggiungere la sufficienza e sul mercato, seppur striminzito, forse (e dico forse) qualcosa di meglio si può trovare.

 

Lawgivers, 2020
Voto: 5.5
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