UFO: Enemy Unknown – la recensione

Può un gioco, a quasi trent’anni dalla sua pubblicazione, essere ancora un imbattibile rivale nel suo genere? Nel caso di UFO, la risposta è ASSOLUTAMENTE!

 

 

Quando uscì nel 1993, UFO: Enemy Unknown (conosciuto anche come XCom: Ufo Defense) costituì uno spartiacque fra due periodi storici: il mondo dei videogame infatti non sarebbe più stato lo stesso da quel momento in poi. Il capolavoro concepito da Julian Gollop avrebbe cambiato il modo di concepire i giochi tattici a turni, avrebbe ispirato una serie incredibile di cloni, riadattamenti e giochi analoghi, e scaturito una saga tuttora viva anche se spesso non all’altezza.
Ad UFO: Enemy Unknown abbiamo dedicato uno speciale una decina di anni fa, raccontandone la storia e raccontando quali giochi siano arrivati in seguito. Ma esattamente, il gioco com’è?

UFO: Enemy Unknown ha introdotto la doppia fase, quella strategica/gestionale e l’altra tattica, nei giochi di questo tipo. Nella prima dovremo gestire le nostre finanze cercando di espandere le strutture delle nostre basi, aumentare la flotta di intercettori sparsi per il mondo, stipendiare soldati e specialisti, pagare le infrastrutture e le armi e, se avanzano soldi, proseguire nelle ricerche sugli alieni (che sono l’unica cosa che ci permette di non essere annientati).

 

 

Questa fase è molto rilevante, perché avendo accesso al globo terracqueo potremo monitorare lo spostamento degli Ufo tracciati dai nostri radar e gestire l’intercettazione aerea, che viene mostrata in modo stilizzato ma estremamente efficace e che andando avanti nel gioco si dimostrerà essere una situazione tutt’altro che semplice da gestire.
Le infiltrazioni aliene, le sconfitte sul campo o i troppi danni portano le nazioni finanziatrici a ridurre fino a sospendere le loro contribuzioni, e visto che fin dall’inizio del gioco ci si rende conto di come i soldi non bastino mai, ogni volta che si nota una diminuzione di introiti prende un colpo al cuore.

Importantissima la già citata fase di ricerca che, come del resto tutta l’ambientazione del gioco, prende ampio spunto dalla casistica ufologica, evitando di fare sensazionalismo, ingigantire o irridere fatti e teorie; uno dei principali punti di forza di UFO: Enemy Unknown è proprio l’approccio maturo e serioso che utilizza per raccontare la sua storia. Tutta l’atmosfera, dai momenti passati sulla mappa strategica a quelli spesi sulla pianificazione di una nuova base, a quelli necessari per leggere i risultati delle ricerche, per non parlare di quanto si prova in combattimento è qualcosa di magnifico, perfettamente realizzato e assolutamente coinvolgente.

Ed ecco quindi naturale parlare della seconda fase, quella tattica: qui schieriamo i nostri soldati sul campo, dotandoli del meglio che la tecnologia ci offre – ed è quasi sempre un meglio non all’altezza. La fase tattica di UFO: Enemy Unknown lo rende uno dei migliori wargame tattici che sia mai stato realizzato, se non il migliore in assoluto. Il suo gameplay a turni basato sui punti azione disponibili e sul concetto di fuoco di reazione (se entri nel cono visivo di un nemico che ha risparmiato abbastanza punti azione nel turno precedente può spararti), unito ad una possibilità di gestire perfettamente i nostri uomini ed un’IA assolutamente competente ed in grado di spazzare via la nostra squadra se dovessimo compiere movimenti avventati è una delle esperienze migliori che qualunque amante dei giochi un minimo ragionati possa provare.
Per la prima volta si veniva messi in condizione di personalizzare l’equipaggiamento di ogni singolo soldato, creando quindi specialisti delle azioni d’assalto, o cecchini, o medici e così via non basandosi sulle classi ed eventuali abilità speciali ma unicamente in base all’esperienza che permettevamo loro di avere sul campo, in base alle azioni compiute e alla capacità di sopravvivere. UFO: Enemy Unknown permetteva di utilizzare vere tattiche di combattimento che prima erano soltanto un desiderio nella mente dei più e che in seguito abbiamo visto, parzialmente, soltanto in giochi dedicati; l’utilizzo del fuoco incrociato, delle cortine fumogene utili a nascondere fiancheggiamenti o estrazioni, degli esplosivi per permettere di passare di casa in casa ed arrivare alle spalle dei nemici sono cose che ancora oggi difficilmente trovano riscontro in giochi anche di alto livello.

 

 

Al di là delle memorabili esperienze personali che ho avuto in UFO: Enemy Unknown e che mi hanno portato in passato anche a scrivere brevi racconti basandomi su situazioni di gioco, come vivere un sanguinosissimo assedio ad una nostra base secondaria, una fuga rocambolesca verso la nostra navetta dopo un aspro combattimento durante una missione nemica ed un assalto ad un Ufo abbattuto dove gli occupanti difendevano ogni metro a suon di lanciamissili, è innegabile come UFO: Enemy Unknown sia un gioco che ha segnato un’epoca ed ha dettato la strada ad un intero genere. Ma non solo: a distanza di quasi trent’anni dalla sua uscita, il gioco è ancora godibilissimo. Se il gioco ha una pecca è forse la presenza di troppe missioni da compiere sul finire del gioco in attesa che si sblocchino le ricerche necessarie per arrivare allo scontro finale.

Ovviamente un gioco pressoché perfetto non poteva non avere seguiti ed imitazioni; gli unici che mi sento di menzionare sono il terzo capitolo della saga, X-Com: Apocalypse, ambientato in un futuro distopico e dotato per la prima volta di un interessantissimo sistema di combattimento in tempo reale (ancora una volta, una radicale innovazione all’epoca) e OpenXcom, la versione open source e liberamente accessibile di UFO: Enemy Unknown. Lo stesso reboot  del 2012, il famoso XCOM, ha tradito le aspettative sacrificando sull’altare delle vendite una profondità tattica assolutamente carente ed una linearità nella storia che non rende omaggio al titolo padre.

UFO: Enemy Unknown è un capolavoro assoluto che merita ancora oggi di essere rigiocato da chi lo ha divorato e di essere scoperto da chi non lo ha mai avvicinato. È un gioco vecchia scuola e come tale richiede impegno e costanza, ma in cambio è in grado di trasportarvi in un’esperienza di gioco clamorosa e praticamente irripetibile.

 

UFO: Enemy Unknown, 1993
Voto: 10
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