Old World: la recensione

Mohawk Games centra l’obiettivo con Old World, un 4X di stampo storico che include un’interessante componente legata all’evoluzione della nostra stirpe.

 

 

Nel mio personalissimo podio dei giochi migliori di sempre, due titoli su tre sono strategici a turni: Ufo Enemy Unknown (quello del 1994) e Civilization IV; il terzo, per chi se lo chiedesse, è Stalker: Shadows Of Chernobyl. Old World deve moltissimo a Civilization IV, se non altro perché lo studio che lo ha realizzato è capitanato da quel Soren Johnson dietro la realizzazione del miglior 4X di sempre.

Old World ha un’ambientazione legata al mondo classico: gli imperi che cercheranno di primeggiare sono quelli dell’antichità (Romani, Greci, Cartaginesi e così via) e tutta la storia del mondo che andremo a riprodurre durante una partita sarà contestualizzata in quel periodo storico.
Il primo approccio con Old World non è semplicissimo; non facciamo fatica ad ammettere che per regalarvi questa nostra recensione abbiamo dovuto sudare non poco per entrare nelle dinamiche uniche di questo gioco ed imparare le sue peculiarità.

 

 

In effetti, se Old World può a prima vista sembrare uno dei tipici 4X che affollano il mercato, e che tutto sommato si assomigliano parecchio (tanto che è spesso facile saltare da un titolo ad un altro), in realtà sotto il cofano c’è molto da scoprire e da re-imparare. Mohawk Games è ben conscia della cosa, tanto che il tutorial (molto lungo ma non in grado di coprire ogni singolo aspetto del gioco) è in fondo una vera partita guidata durante la quale impareremo realmente a gestire il nostro piccolo impero.

Lo scalino in Old World è praticamente tutto qui: un pò come in Shadow Empire, un wargame che dai 4X prende davvero tantissimo, la difficoltà sta nell’imparare un sistema di gioco diverso dal solito e la relativa interfaccia.

Il gameplay di Old World è ottimamente realizzato, e visto chi c’è alle spalle non poteva essere diversamente; troviamo elementi di esplorazione ed espansione legati ad un profondo sfruttamento del territorio insieme ad una ricca componente diplomatica e guerresca degna dei migliori 4X.
Per la parte costruttiva, ogni edificio ed unità richiedono risorse diverse; inizialmente saranno facilmente reperibili ma, con l’espansione del nostro impero, saranno sempre più difficili da ottenere in quantità (perché i punti di estrazione migliori sono limitati). Curiosa la scelta di legare il posto dove fondare una città a degli esagoni ben precisi; questo ci limita nelle scelte ma impedisce anche un proliferare di centri abitati che possono falsare il bilanciamento del gioco.

 

 

Evitando la classica ragnatela di città, si evita anche la guerra di confine tipica delle fasi iniziali delle partite con troppi avversari; in Old World l’accento è posto sul consolidamento delle varie civiltà e nella lenta, realistica espansione che richiede anche moderazione e diplomazia nei confronti sia degli altri imperi che nelle nazioni minori, in grado di renderci la vita molto complicata se dovessimo scegliere consistentemente la via delle armi.
Avendo più territorio a disposizione, fondamentale sarà il lavoro dei nostri operai, ai quali potremo assegnare missioni di realizzazione di infrastrutture in grado di migliorare il tessuto urbano o l’estrazione di risorse. Le materie prime e i beni di lusso formano l’ossatura del nostro impero, ed occorre saper scegliere dove e come realizzare le strutture necessarie per sostentare le continue richieste provenienti dall’espansione territoriale e dalle forze armate.

 

 

Due delle principali dinamiche che differenziano Old World dalla concorrenza sono gli Ordini e l’albero tecnologico.
In base alla legittimazione del nostro regnante e all’espansione del nostro impero avremo un numero variabile di Ordini che potremo spendere per muovere le nostre unità, anche più volte in uno stesso turno (con degli ovvi limiti); questo permette da un lato di spostare rapidamente le unità che dobbiamo riposizionare urgentemente, ma al tempo stesso impedisce di muovere tutte le unità che abbiamo a disposizione. Insomma, una sorta di “attivazione” tipica dei wargames.

L’albero tecnologico, limitato all’età classica ma ricco di possibili miglioramenti, non consente sempre di studiare quanto a prima vista disponibile; le tecnologie non scelte vanno nella pila degli scarti, e possono essere studiate solo quando verranno rimesse in gioco. Allo stesso tempo, di tanto in tanto ci verranno offerti bonus immediati al posto dello studio di nuove tecnologie (come un lavoratore gratuito o enormi quantità di materie prime); il dubbio nella scelta fra uovo oggi e gallina domani è sempre forte.

Molto competente l’AI; abbiamo trovato le partite contro gli avversari computerizzati molto tirate e sempre appassionanti. Per chi preferisca il multiplayer, l’opzione è ovviamente presente.

 

 

Molto rilevante il sistema legato agli eventi; che siano relativi al nostro impero o ai nostri confinanti, o ancora riferiti ai personaggi che affollano la corte del nostro impero, il loro scatenarsi genera situazioni oggettivamente stuzzicanti ed in grado di fornire un tema narrativo parallelo ai nostri obiettivi strategici. Possiamo imbatterci in faide familiari, tentativi di assassinare il regnante rivale o semplicemente una richiesta da parte della popolazione che vada a mettersi di traverso sul nostro progetto; le possibilità sono numerosissime, e sono diverse migliaia gli eventi che possono scatenarsi.

L’unico aspetto rivedibile di Old World è probabilmente l’interfaccia; spesso sullo schermo ci sono troppi elementi e non è sempre facile focalizzare l’attenzione su quello che vorremmo trovare. Anche identificare i migliori territori di produzione non è sempre facile, visto che le opzioni per i nostri lavoratori sono ridotte quando si trovano su esagoni già lavorati, e i bordi disegnati intorno alle nostre unità che stanno a indicare il raggio di movimento sono forse troppo invasivi.

Ciò detto, Old World è un gioco sicuramente solidissimo; va approcciato con lo spirito giusto, perché occorrono probabilmente un paio di partite prima di carpirne pienamente dinamiche e segreti (proprio come il già citato Shadow Empire) ed è sicuramente indicato per chi apprezza creare storie relative alle proprie dinastie. Per chi è pronto a investire le proprie energie ed il giusto tempo in Old World, il nuovo titolo di Mohawk Games può regalare ore ed ore di strategia ad altissimo livello.

 

Old World, 2021
Voto: 8.5
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