Proseguiamo la nostra escursione su wargames e libri dedicati ai più importanti eventi storici parlando di un evento che ha cambiato l’Europa: Waterloo.
Napoleone Bonaparte era il simbolo dei valori della rivoluzione francese e l’affetto che la Francia tutta gli dimostrò al suo ritorno dall’esilio trascorso nell’isola d’Elba lo conferma. Certo il titolo d’Imperatore poco si sposa con i principi di uguaglianza e libertà, ma Napoleone era riuscito nell’impresa e aveva dato ai francesi senso di appartenenza e l’orgoglio di essere cittadini di Francia.
La “Grande Armèe” era il biglietto da visita di Bonaparte e, malgrado i recenti rovesci della campagna di Russia e di Lipsia, i soldati francesi gli dimostrarono fedeltà assoluta. Il resto d’Europa era però vigile, non poteva permettere il ritorno al potere del “licantropo” e del “mostro” e una nuova coalizione indetta da Gran Bretagna, Russia, Austria e Prussia mosse per opporsi alla rinnovata minaccia francese.
Una minaccia? Forse, ma… Lasciamo approfondire ai lettori la questione consultando i numerosi libri sull’argomento in quanto l’obiettivo principale dell’articolo è di dimostrare quanto lo strumento del wargame possa aiutare l’appassionato a comprendere meglio e in maniera analitica le manovre militari che Napoleone e la coalizione avviarono in Belgio nel mese di giugno.
Il mercato americano ed europeo dispone di svariati titoli sull’argomento, ma la nostra preferenza va al wargame dal titolo Napoleon’s Last Gamble dell’autore americano Kevin Zucker, specialista riguardo le simulazioni storico-militari napoleoniche.
Il wargame permette ai giocatori di rappresentare, vivere e analizzare l’attraversamento del fiume La Sambre del 15 giugno da parte dei corpi d’armata francese, le battaglie del 16 giugno a Ligny e Quatre Bras, il disimpegno prussiano a Wavre del 17 giugno e l’epilogo finale di Waterloo del 18 giugno 1815. L’appassionato ha anche la possibilità di ricreare le operazioni fino alla fine di giugno, nonché di studiare delle ipotesi basate su degli schieramenti alternativi a quanto avvenne nella realtà.
Le mappe da gioco sono fra le migliori per capire il terreno degli scontri. L’artista Charles Kybler si è basato su delle mappe originali e le ha riprodotte utilizzando dei colori pastello e una simbologia chiara e precisa, anche se notiamo un problema nella rappresentazione di creste e avvallamenti che necessitano di un’attenta lettura e per niente intuitivi. Forse dei tratti più decisi avrebbero aiutato, ma la visione d’insieme non sarebbe stata così gradevole. Le pedine che rappresentano le varie unità militari utilizzano i simboli NATO e seguono uno schema tradizionale senza novità pittoriche.
Ogni corpo militare può essere individuato con un preciso colore. La dotazione è completata da numerose tabelle per la risoluzione del combattimento e delle cariche, per la determinazione del tempo, la lettura dei vari tipi di terreno, la registrazione delle perdite e calendari ora per ora che scandiscono l’arrivo dei rinforzi sui campi da battaglia. Il sistema di gioco utilizzato, nel complesso, segue lo schema tradizionale di un vecchio gioco napoleonico dello stesso autore, Napoleon’s Last Battles, con il quale tanti giocatori hanno mosso i primi passi nel wargame.
Kevin Zucker ha però arricchito lo schema tradizionale di rinforzi, movimento e combattimento con una serie di regole che non appesantiscono il gioco, ma lo rendono più vicino alle peculiarità delle grandi battaglie napoleoniche. Si valuti ad esempio il sistema di comando, propedeutico al movimento, che simula la trasmissione degli ordini dal comandante in capo ai suoi generali di corpo d’armata che possono attivarsi solo se raggiunti dai portaordini di Napoleone o Wellington. Una volta stabilito che il generale di corpo d’armata sia in comando, è necessario stabilire se i suoi generali di brigata ricevono gli ordini. Ovviamente la ricezione degli ordini è valutata in maniera astratta calcolando il numero di esagoni che va dal generale di corpo d’armata alla brigata.
La campagna di Waterloo è stata caratterizzata da un’ampia incertezza, da parte soprattutto della coalizione, riguardo le linee di avanzata del nemico. Il designer ha inserito il movimento per rappresentare la cosiddetta “fog of war”, ossia il movimento nascosto delle unità che si esplicita nel posizionare un indicatore neutro sulle unità combattenti. Certo si tratta di un palliativo, ma serve almeno a non fornire informazioni precise sulla forza delle unità.
Per aumentare le dinamiche del campo di battaglia, il designer dà la possibilità a ogni unità di creare degli esploratori a cavallo che hanno il compito di scoprire la forza delle unità nemiche e di creare degli impedimenti temporanei alle unità nemiche in avanzata. Un ordine di battaglia preciso e un prezioso manuale storico rendono Napoleon’s Last Gamble un wargame completo e raccomandato. Certo, la tabella di combattimento è legata a dei risultati che infliggono un numero limitato di perdite ed è evidente un collegamento diretto a vecchi wargame sull’argomento, ma tale limitazione non inficia più di tanto le ore di godimento ludico e culturale che assicura il gioco di Zucker, titolo numero 6 di una vasta raccolta che abbraccia tutte le campagne militari del ventennio napoleonico.
Per coloro che volessero approfondire il wargame ricordiamo il podcast Il Giannizzero Nero disponibile sulle piattaforme Spreaker, Spotify e Google Podcast e la serie di video su Youtube.