La nuova avventura di Geekon mette davvero a dura prova i nervi dei coraggiosi videogiocatori; tuttavia non come ci si aspetterebbe.
CANDYLAND: Sweet Survival si presenta sul palcoscenico videoludico come un survival horror, palesemente ispirato a Willy Wonka E La Fabbrica Di Cioccolato, intriso di enigmi e segreti. La verità è che il vero enigma consiste nel capire come muoversi.
La trama ci vede impersonare Ronnie, il nipote adolescente del proprietario di una fabbrica di dolciumi ormai abbandonata e infestata da presenze malevole create da nonno Edmund in persona attraverso una ricetta sperimentale. La missione è quella di scoprire quali segreti si celino all’interno dello stabilimento e liberarlo da queste creature malvage; per farlo dovremo visitare tutti i locali della fabbrica in cerca di enigmi da risolvere per passare alla stanza successiva (alcuni passaggi richiedono esperienza nel parkour, ma lo si capisce solo dopo aver sfiorato la soglia dell’isteria).
La storia sembra promettente e dalle grandi potenzialità; sfortunatamente, CANDYLAND: Sweet Survival, pubblicato da Midnight Games, butta tutto alle ortiche. L’esperienza è infatti purtroppo compromessa dal gameplay enigmatico: non c’è un’indicazione chiara di quali siano i tasti di gioco, che di conseguenza non sono rimappabili (a discapito dei giocatori mancini); unica eccezione per tre (TRE) tasti che vengono comunicati in corso d’opera.
La scelta della lingua prevede inglese o russo; volume e grafica invece sono modificabili e adattabili alle proprie esigenze.
La grafica è un po’ troppo semplicistica, poco dettagliata e rifinita. Mentre si alternano bene i colori sgrargianti che ci si aspetterebbe di trovare in una fabbrica di dolciumi con l’acciaio delle strutture, risulta poco plausibile che uno stabilimento dismesso sia così illuminato a giorno. Da questo punto di vista alcuni livelli sono più azzeccati di altri, ma in generale la presenza di tanta luce rovina un po’ l’esperienza: da un presunto survival horror ci si aspetterebbe un’atmosfera più cupa ed inquietante.
Al contrario, la grafica dei pochi video che narrano la storia è molto bella e dettagliata.
Se di horror c’è molto poco e nulla di survival, c’è però da ammettere che i “dolci” mostriciattoli rosa ci hanno fatto molto spesso saltare dalla sedia e correre a perdifiato per la fabbrica cercando di sfuggire alle loro inquietanti facce arrabbiate e alle loro manone appiccicose (o almeno è così che le immaginiamo). Muoversi furtivamente, nascondersi e scappare via sono le nostre uniche armi per sfuggire ai malvagi inseguitori. Ma attenzione: la resistenza non è infinita; è necessario saper bilanciare gli scatti e i salti per non finire l’energia nel momento peggiore. Un’altra alleata è una pistola a caramelle, ovviamente non disponibile dall’inizio, che blocca gli omoni gommosi per qualche secondo; giusto il tempo di darsela a gambe.
CANDYLAND: Sweet Survival ci ha senza dubbio divertito, a volte spaventato, e spesso (troppo spesso) irritato. Purtroppo la mancanza di indicazione circa i tasti di gioco rende il tutto abbastanza frustrante e dà la sensazione di essere una strategia per “allungare il brodo”. Forse anche per questo, abbiamo concluso CANDYLAND: Sweet Survival in circa quattro ore.
Il finale sbrigativo ci ha lasciato a bocca amara e con un senso di insoddisfazione: il “super cattivo” del livello finale, che dalle immagini divulgate dagli sviluppatori sembrava temibile e invincibile, in realtà non fa per niente paura. Anzi, non fa proprio nulla: non rappresenta assolutamente alcuna minaccia per il giocatore e non regala quella sensazione di soddisfazione di quando si annienta il “boss finale”.
È davvero un peccato perché, come detto, la storia aveva tanto potenziale e ci sarebbe piaciuto venisse ampliata maggiormente con più enigmi e più spiegazioni.