They Shall Not Grow Old – Per Sempre Giovani: la recensione

Il primo approccio di Peter Jackson al mezzo cinematografico come documentarista. Celebra il centenario della Grande Guerra mediante il restauro di filmati d’epoca.

 

 

They Shall Not Grow Old (diffuso in Italia come Per Sempre Giovani) è un documentario del 2018 diretto e prodotto da Peter Jackson in collaborazione con l’Imperial War Museum inglese. La pellicola celebra il passato centenario della Grande Guerra mediante l’uso di filmati d’epoca restaurati secondo le più moderne tecniche a disposizione, come è comune in questi anni (come nel caso dei documentari Apocalypse o del già trattato film italiano Fango e Gloria). Sebbene sia la prima volta che il regista si approcci alla via documentaristica, il risultato è grandioso; un viaggio nel tempo che non potrebbe mai essere più vero di così.

 




 

A legare le numerosissime sequenze sono le voci dei reduci, tutti volontari. Spesso commossi, spesso allegri, raccontano la loro guerra e, in particolare, la loro gioventù sacrificata alla patria per adempiere quel dovere che sentivano loro o per vivere un’avventura lontani da casa inconsapevoli del prezzo da pagare. La narrazione, guidata da questi racconti, segue tutta l’esperienza del conflitto con una scaletta precisa: dalla coscrizione alle trincee e dalle battaglie sino al congedo.
Anche i più piccoli aneddoti che ci vengono raccontati aiutano a comprendere uno spaccato dell’epoca con grande chiarezza, seppur nel loro piccolo possano apparire insignificanti nell’immensità della vicenda. Purtroppo ne esce un quadro del conflitto ormai superato che vede i soliti “buoni e cattivi” ovvero truppe dell’Intesa e della Triplice.

 

 

Stranisce come la guerra sia raccontata in maniera molto edulcorata: sembra quasi che questi ragazzi andassero ad un lungo campeggio piuttosto che al fronte. Nel film si dà molto risalto alla vita del soldato di tutti i giorni, che era spesso molto noiosa, riempita a forza in tutti i modi, che fosse col lavoro o col gioco poco importava; una chiara scelta registica, per così dare una visione più della vita di trincea che della guerra in sé. Credo che in una certa misura anche i reduci volessero tralasciare certi orrori nei loro racconti. Siamo noi in errore abituati a sentire o leggere solo di paura e sangue, e ci sorprendiamo quando gli aspetti più crudi ed eclatanti della Grande Guerra vengono messi sullo stesso livello di altri ben più innocenti. Come disse Emilio Lussù – autore di Un Anno Sull’Altipiano, riferendosi alla drammaticità di Uomini Contro, ad esso ispirato, “…qualche volta abbiamo anche cantato”.

 

 

Come detto, i filmati sono stati posti a disposizione di Peter Jackson dall’Imperial War Museum e sono in gran parte inediti. È incredibile quanto siano vasti gli archivi di tutto il mondo: non ce ne rendiamo conto ma abbiamo a disposizione una quantità sterminata di pellicole anche ben più vecchie di queste. Gli spezzoni corretti nella velocità dei fotogrammi, nella risoluzione, aggiunti dei suoni e quando possibile doppiati, ma soprattutto colorati, aprono una finestra sul passato: quegli uomini, che altrimenti ci parrebbero ombre lontane, riacquistano un’anima, così come tutto il mondo circostante riprende vita. È naturale domandarsi, durante la visione, se quei volti avranno visto la fine della guerra, l’alba seguente, o se quel momento sia tra gli ultimi da loro vissuti. Il titolo inglese del film, “loro non invecchieranno”, riporta una commovente poesia dell’epoca, Per i Caduti; nei versi il “loro non invecchieranno” indica il sacrificio comune che li ha elevati su un piano superiore, metafisico. È qui però che il film si pone come punto di contatto tra noi e loro, e il significato diviene letterale e ben più materiale: “loro non invecchieranno” più perché i loro volti intrappolati nella celluloide saranno per sempre a testimoniarci la loro esistenza ed il loro sacrificio.

 

 

Si può dire che il cinema al giorno d’oggi si sia ormai espresso in tutti i modi che poteva; son poche le vie ancora inesplorate. L’esperienza offerta da Peter Jackson, la più riuscita nel suo ambito, è quanto di meglio possiate concedervi per provare almeno un’emozione nuova, diversa, oltre che per onorare la memoria di quei giovani.

 

They Shall Not Grow Old – Per Sempre Giovani, 2018
Voto: 9

 

For the Fallen

«They went with songs to the battle, they were young.
Straight of limb, true of eyes, steady and aglow.
They were staunch to the end against odds uncounted,
They fell with their faces to the foe.

They shall grow not old, as we that are left grow old:
Age shall not weary them, nor the years condemn.
At the going down of the sun and in the morning,
We will remember them.

They mingle not with their laughing comrades again;
They sit no more at familiar tables of home;
They have no lot in our labour of the day-time;
They sleep beyond England’s foam»

Laurence Binyon

 

Per i Caduti

«Loro andarono con le canzoni in battaglia, erano giovani.
Diritto di arto, vero di occhi, costante e ardente.
Loro erano fermi fino alla fine contro le probabilità non contate,
Loro caddero con la faccia rivolta al nemico.

Loro non invecchieranno, mentre noi rimasti invecchieremo:
L’età non li stancherà, né gli anni condanneranno.
Al calar del sole e al mattino,
Noi li ricorderemo.

Loro non si mescolano più con i loro compagni che ridono;
Loro non siedono più ai tavoli familiari di casa;
Loro non hanno molto nel nostro lavoro di giorno;
Loro dormono oltre la spuma dell’Inghilterra»

Laurence Binyon

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