Fire Commander: la recensione

Fire Commander è un validissimo gestionale per chi ama spegnere incendi; pur concedendo qualcosa al realismo, il gioco si dimostra divertente e solido.

 

 

In questa torrida estate, l’Italia e tutta l’Europa sono preda di incendi che stanno prendendo d’assalto zone boschive e abitazioni limitrofe. Anche se non possiamo essere sulla linea del fuoco per combattere le fiamme (e possibilmente i piromani), Fire Commander ci dà la possibilità di intervenire in teatri urbani in modo più che degno ed abbastanza realistico.

Il funzionamento del gameplay di Fire Commander è presto detto: similarmente a quanto avviene negli RTS, potremo controllare i nostri uomini ed automezzi ed indirizzarli verso il punto della mappa che ci interessa. L’interazione con lo scenario è molto semplice, visto che esiste una sola azione possibile in base al tipo di evento (spegnimento, soccorso, sfondamento delle porte e così via).

 

 

Lo scopo di ogni missione è ovviamente quello di portare a termine lo spegnimento completo nel teatro operativo, ma anche di evacuare i feriti e di evitare le esplosioni e la distruzione massiccia di edifici, veicoli e strutture varie. Per farlo abbiamo a disposizione una squadra di pompieri e, a seconda della missione, di veicoli o mezzi aerei attrezzati alla bisogna; i nostri uomini possono avere specializzazioni diverse che consentono azioni uniche, come lo scalare pareti esterne o affrontare incendi con pericoli elettrici.

L’esecuzione delle azioni è quasi sempre precisa e solo in un paio di occasioni abbiamo notato qualche incertezza nel movimento dei nostri uomini, che peraltro sono dotati di una discreta intelligenza: una volta iniziato lo spegnimento sul punto indicatogli attaccheranno le fiamme in autonomo, spostandosi quando il focolaio vicino a loro è spento e prendendosi carico di quello limitrofo. Al tempo stesso i nostri uomini non si sposteranno da punti pericolosi e che ne mettono a repentaglio la salute, lasciandoci prendere i rischi necessari quando necessario; ma in punti specifici dei vari scenari, dove la possibilità di movimento è ridotta, talvolta appare qualche problema di gestione.
Molto utile la funzione di “pausa attiva”, dove il tempo è estremamente rallentato e durante il quale possiamo impartire ordini precisi o rivalutare la situazione.

 

 

Andando avanti con le missioni, i nostri uomini accumulano esperienza che possono spendere per migliorare le loro caratteristiche o per imparare una nuova specialità; e al tempo stesso potremo reclutare nuovi pompieri, o migliorare le strutture della caserma, permettendo loro di aumentare le caratteristiche fisiche in palestra o recuperare le energie fra una missione e l’altra.

Il motore grafico fa ottimamente il suo lavoro: oltre a non aver riscontrato alcun problema particolare, ci ha stupito la resa dell’acqua che, anche se non è certo degna di un premio Oscar per gli effetti speciali, è resa in modo piuttosto coerente con la realtà.

 

 

Fire Commander sacrifica qualcosa al realismo, e questo può far storcere il naso ai puristi. La cosa più evidente è l’assenza delle manichette: i nostri uomini hanno una magica riserva d’acqua addosso che di tanto in tanto dovranno riempire all’autocisterna. In modo altrettanto poco convincente, le persone incapacitate possono essere sempre rianimate dal paramedico ed accompagnate all’ambulanza (sarebbe stato meglio obbligare la stabilizzazione e poi l’uso della barella). Spesso i focolai sono sparsi in punti poco logici della mappa, anche se questo serve a dare pepe alle missioni rendendole difficili e richiedendo un minimo di pianificazione e prioritizzazione dell’intervento.
Sarebbe stato utile evidenziare in modo chiaro quali sono le abilità e i miglioramenti che possiamo acquisire dopo ogni missione invece che dover vedere se, passando il mouse su ogni iconcina evidenziata, abbiamo abbastanza XP/soldi a disposizione. Altra cosa che sarebbe stata carina implementare sono tutti i tipi di intervento che vanno oltre lo spegnimento delle fiamme (incidenti stradali o fughe di gas tanto per dirne un paio), e come chicca magari un generatore di missioni generate proceduralmente.

 

 

Ma se si chiude un occhio, Fire Commander offre un discreto livello di sfida e sicuramente un buon divertimento, considerando poi che per finire il gioco servono 15-20 ore. Non ci sono livelli di difficoltà fra i quali scegliere, e quasi sempre si riesce a passare le missioni iniziali secondarie senza troppi intoppi; andando avanti nel gioco, e quasi sempre in quelle principali, la difficoltà cresce rapidamente, obbligandoci a ricominciare cercando di analizzare i nostri errori ed ottimizzare l’utilizzo delle forze in campo. Come detto, la pianificazione è fondamentale per evitare che le fiamme si propaghino rapidamente, portandoci inevitabilmente al fallimento. È pur vero che andando avanti nel gioco i nostri pompieri saranno molto efficaci, e paradossalmente il tasso di sfida tende a scendere. Ad ogni modo l’azione è spesso frenetica, dovendo tenere sotto controllo i diversi focolai sparsi per la mappa, ma la pausa attiva ci aiuta moltissimo; il controllo dei nostri uomini deve essere attento ma non sfocia mai in una microgestione fastidiosa o anche solamente eccessiva.

Per chi ama i Vigili del Fuoco, Fire Commander è sicuramente una valida opzione. Come detto non è perfetto, ma bilancia molto bene divertimento e sfida, e se si riescono ad ignorare quelle licenze che gli sviluppatori si sono concessi, ci si troverà di fronte a partite sempre avvincenti. In sostanza, quello che Fire Commander vuole fare lo fa bene, e pur non essendo un vero capolavoro ha tutte le carte in regola per accalappiare l’attenzione di chi apprezza il genere.

 

Fire Commander, 2022
Voto: 7.5
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