Carnage: la recensione

Basato sull’opera teatrale Il dio del massacro della drammaturga francese Yasmina Reza, questo film di Roman Polański cattura l’attenzione dello spettatore che, volente o nolente, continuerà a guardarlo fino alla fine senza riuscire a farsi una vera e propria opinione se non dopo aver letto la parola FINE.

 

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La storia è abbastanza semplice: ci sono una scrittrice, un rappresentante di articoli per la casa, un avvocato e un’operatrice finanziaria chiusi in un appartamento… Giuro, non è l’inizio di una barzelletta, ma la trama del film.

 

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Le due coppie, i Longstreet, Penelope (Jodie Foster) e Michael (John C. Reilly), e i Cowan, Nancy (Kate Winslet) ed Alan (Christoph Waltz), si ritrovano nel salotto dei primi perchè i loro figli hanno avuto un diverbio al parco ed il figlio dei Cowan ha dato una bastonata in faccia al figlio dei Longstreet. I quattro avrebbero potuto risolvere tutto in pochissimo tempo se una serie di mezze parole condite da tantissimo (troppo) falso perbenismo non avessero costretto i Cowan a rimandare più e più volte la loro uscita di scena rivelando la vera natura dei nostri protagonisti.

Lo stress dovuto al marito poco attento, la sottile accusa da parte dell’altra donna di non essere una buona madre e i fiumi di alcol provocano un malore a Nancy che accidentalmente vomita e rovina uno degli adorati libri d’arte di Penelope.

 

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Da questo momento in poi le brave ed educate persone alle quali eravamo abituati spariscono lasciando spazio al vigore e alla violenza di un fiume di parole, insulti e rabbie represse che i protagonisti “vomitano” appunto gli uni in faccia agli altri in un gioco delle coppie che rende la narrazione a tratti anche molto divertente, nonostante il poco celato cinismo. Ci troviamo davanti ad una macedonia di sentimenti che tutti noi nascondiamo ogni giorno per non rischiare di apparire meno rispettabili: l’insicurezza, l’invidia, la superbia, l’egoismo, la vanità, l’ipocrisia, la corruzione e chi più ne ha più ne metta.

 

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È un film coinvolgente che vi farà mettere in discussione attimo dopo attimo tutte le opinioni che vi siete fatti sui personaggi. Amerete ed odierete ciascuno di loro, vi alleerete e vi scontrete con loro… Ma soprattutto alla fine avrete un gran voglia di uscire all’aria aperta! =)

Scherzi a parte, alla fine vi renderete conto di quanto moltissime volte dovremmo scendere dalla cattedra, toglierci il trucco ed i tacchi, le giacche e le cravatte ed andare a giocare con i bambini con un po’di umiltà e di innocenza.

Mi sembra sia arrivato il momento di dire la mia… Ho dovuto rifletterci moooooltissimo ma posso affermare senza ombra di dubbio che a me il film è piaciuto, nonostante il senso di claustrofobia che ti resta addosso per ore ed ore dopo la fine della pellicola. È uno specchio di quello che siamo, di quello che diventiamo vivendo in balia delle convenzioni sociali, dello stress e della cattiveria che ci circonda e che piano piano si insinua dentro di noi. È una continua, subdola, silenziosa ed estenuante lotta per la sopravvivenza e la sopraffazione del prossimo che dopo aver visto questo film diventa improvvisamente chiara e palese e ci fa sentire piccoli piccoli (finché non si torna tra la gente).

In conclusione? Vedetelo e fatelo vedere. Che poi oh, magari gira che ti rigira riusciamo pure a diventare persone migliori!

 

Carnage, 2011
Voto: 7.5
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