Resident Evil: Afterlife – la recensione

Afterlife è il quarto capitolo della saga di Resident Evil… ma forse ci si doveva fermare al primo film.

 

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Si sperava nel ritorno di W.S. Anderson dietro la macchina da presa per rinvigorire il ciclo dei film di Resident Evil, in netto calo di contenuti ed adrenalina dopo il buon primo capitolo; ed invece anche Afterlife non spicca.

Ritroviamo Alice-Milla Jovovich girovagare per gli Stati Uniti alla ricerca di non si sa bene cosa, oltre a completare la sua vendetta personale contro la Umbrella Corporation. In questo capitolo, che come gli altri sembra più un episodio di una serie TV che un film, la vedremo difendere una prigione dalla massa degli zombi e tentare di trovare scampo… no, vabbè, non ve lo dico come, però come al solito c’è un elemento che viene inserito a fine film che non c’entra molto e che stravolge tutto.

 

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Abbiamo già detto che la saga di Resident Evil si è trasformata in pura azione; ma di quella gratuita, senza alcuna connotazione horror e rimuovendo quasi completamente ogni forma di trama. In questo capitolo non ci sono nemmeno retroscena particolari (a parte uno alla fine che purtroppo si risolve comunque nell’ennesimo combattimento); c’è solo un’infinita sequenza di spari e scazzottate, contornata dall’apparizione dei soliti nuovi personaggi stereotipati e recitati da cani da attori di secondo-terzo piano.

 

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Quasi tutta la sequenza della fuga dal penitenziario si tiene insieme con lo sputo; anche se non si avvale della famigerata regola del “vale tutto”, ci troviamo di fronte a gente dotata di caricatori infiniti, che spara a raffica a bersagli lontani decine di metri e situazioni di per sè improponibili.
L’unica cosa decente, in questo contesto, sono gli effetti speciali, oggettivamente ben realizzati (ma non stiamo parlando di cose impegnative come un qualsiasi film di Star Wars, eh…).

Ci sono come al solito riferimenti ai personaggi del videogioco, ed ovviamente dobbiamo trovare la solita forzatura familiare tipo soap opera: in un mondo post-apocalittico dove l’umanità è stata sterminata fai ritrovare per caso dopo anni che non si vedevano un fratello militare chiuso in una cella di plexiglass con la sorella a cui è stata temporaneamente cancellata la memoria grazie ad un congegno a forma di ragno appiccicato sul petto. Altamente credibile.

 

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Resident Evil: Afterlife era il film che doveva rilanciare la saga, ma ne segna l’inizio della fine. W.S. Anderson in regia forse non è nemmeno troppo colpevole, ma tra la sceneggiatura assente (opera sua), una recitazione da cani, e l’impronta del film votata unicamente alla spettacolarizzazione ed all’azione il risultato non poteva essere sufficiente. Preso come film unicamente d’azione Resident Evil: Afterlife non è nemmeno particolamente brutto, però davvero, risparmiate il vostro tempo e vedete altro.

 

Resident Evil: Afterlife, 2010
Voto: 5
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